L’anima Liberty di Pistoia

Beatrice Landini

PISTOIA In questo strano 2020 abbiamo la possibilità di mettere a fuoco dettagli di luoghi che conosciamo o crediamo di conoscere e rimanerne estasiati!

Immaginatevi una giornata per le vie della città toscana di Pistoia. Famosa per le sue chiese romaniche e zebrate, la festa patronale di San Jacopo, le viuzze medievali, gli scorci perfetti per le fotografie, le lotte intestine dei Cancellieri e dei Panciatichi… La città trasuda un’atmosfera medievale finché, passeggiando per le sue vie e alzando lo sguardo, si iniziano a scorgere decorazioni liberty a non finire.

Un Medioevo Liberty?

Già scendendo dal treno, all’arrivo in stazione, si stagliano davanti a noi ninfe che si avviluppano come in un’eterna pole dance ai lampioni in ferro battuto! La lavorazione del ferro, in realtà, affonda le sue radici nel passato, la città era specializzata soprattutto nella produzione di strumenti chirurgici: non a caso pare proprio che il nome del più famoso coltellino chirurgico, il bisturi (un tempo “pisturi”), derivi proprio dal nome Pistoia.

La città e il ferro

Camminando in via dei Fabbri, la toponomastica ci rende semplicissimo intuire il tipo di attività un tempo qui prediletta. Pensate che la quantità di botteghe, e l’assordante rumore della battitura, costrinse il parroco della vicina chiesa di San Michele a far passare una regola che vietasse la lavorazione del ferro durante le funzioni religiose: i fedeli non riuscivano a sentire le parole dell’officiante! Adesso non rimane che qualche indizio a ricordarci della presenza sia dei fabbri che della chiesa (oggi una farmacia).

Sulla scia di questa tradizione artigianale, nell’Ottocento la famiglia Michelucci avviò un’impresa che portò fama e notorietà alla città nonché i natali ad un grande architetto moderno toscano (Giovanni Michelucci): la Fonderia Officine Michelucci. La fonderia tenne alta la fama di Pistoia riguardo la lavorazione del ferro, occupandosi delle meravigliose decorazioni art-nouveau che ancora si possono ammirare, primi fra tutti i già citati lampioni eclettici, realizzati in collaborazione con la famiglia di artisti Coppedè.

La Galleria

Ma l’edificio più stupefacente in stile liberty lo troviamo svoltando in via degli Orafi, che corre lungo l’antico asse della Cassia. Qui i Fratelli Lavarini vollero costruite una Galleria commerciale dedicata a Vittorio Emanuele e inaugurata nel 1911, che poi divenne anche cinema Eden. L’ascesa della fortuna dei Lavarini sembra proprio la storia di Paperon de’ Paperoni: di origine piemontese, iniziarono con la vendita di ombrelli e si ingrandirono sempre di più stabilendosi poi a Pistoia. In pochi anni erano i signori indiscussi della città e proprietari di importanti empori.

Non c’è modo di sbagliarsi nel riconoscere l’edificio: per la scritta in alto, che identifica il luogo, e la decorazione in ferro, ghisa e vetro che domina la strada. Sulla facciata si staglia al cielo Mercurio, non a caso il dio protettore dei commerci, alla cui base ci sono le iniziali “FL” dei Fratelli Lavarini, proprio per non scordarci di loro. Guardando le decorazioni, si nota come prevalgono sul supporto murario: lesene, capitelli a volute in vetro colorato, balaustre in ferro battuto con motivi fitomorfi, animali fantastici come i draghi porta-asta.

Antonio Lavarini fu parte attiva nella progettazione di questo ambiente, ce lo racconta un testimone d’eccezione della famiglia Michelucci, il noto architetto Giovanni: “Antonio veniva in officina da noi e chiedeva ai miei fratelli tutti i pezzi di scarto che vi si potevano trovare. Poi prendeva tutti questi pezzi assortiti e ne tirava fuori, abilissimo, magari un cinematografo. A volte chiamava me, a ricucire tutta questa cianfrusaglia.” Insomma, era un vero e proprio faccendiere!

La Galleria era, nella sua struttura originaria, un significativo esempio di caratterizzazione commerciale di un luogo per lo spettacolo, passò poi ad ospitare dagli anni ’40 solamente le proiezioni e fu chiuso definitivamente negli anni ‘80 (ho un vago ricordo di averci visto un film quando ero molto molto piccola). Oggi la Galleria è di nuovo centro commerciale dopo il restauro nel 2000.

Aguzzate la vista e cercate quanti più indizi liberty possibili e poi godetevi un aperitivo “sulla Sala”, come si dice qui da noi.


Un weekend a Pistoia

 

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