Stories by the “Creative Curious Travellers 2017” about the city of Pistoia. Thanks to: Giorgio Tesi Group | Discover Pistoia | NATURART | La Sala | FAI Giovani – Pistoia | BrickScape.it | Brandini – Pistoia | Comune di Pistoia | Pistoia Italian Capital of Culture 2017.
PISTOIA Ricevere l’invito a raccontare questa città toscana è stata una notizia che ho accolto con grande gioia. Niente mi entusiasma di più dell’idea di esplorare un luogo nuovo e di scoprirne tutti i segreti. Devo ammettere che sapevo ben poco di Pistoia e così oltre all’entusiasmo c’è stato anche un po’ di timore ad accompagnarmi: avrei trovato pane per i miei denti in questa città sconosciuta? Oggi, alla fine di questa esperienza, vi posso rispondere con sicurezza: sì. Perché Pistoia è stata una rivelazione, un piccolo gioiello ignorato dalle grandi masse (un peccato, ma forse anche una fortuna) che nasconde tanti tesori.
Ho trascorso a Pistoia tre giorni molto intensi. Ho girato e girovagato per tutte le sue vie, visitato le sue chiese, assaporato i suoi prodotti tipici e alla fine ho iniziato a sentirmi un po’ a casa. La città è piccola, a misura d’uomo, nel centro storico ci si sposta a piedi, di macchine se ne vedono poche e molti pistoiesi sono muniti di bicicletta. Così mi sono ritrovata in una dimensione perfetta e fin dal primo momento che ho messo piede in città (nonostante l’acquazzone che mi ha accolta) ho iniziato la mia esplorazione a caccia dei luoghi più “fotografabili” di Pistoia.
Facciata della Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas
Una delle principali caratteristiche di Pistoia è l’architettura delle sue “chiese zebrate” (termine usato per la prima volta dall’architetto pistoiese Giovanni Michelucci nel 1992) proprio per la ricorrente bicromia bianco-nero presente nelle facciate (così come in molti dettagli urbani). La più spettacolare di queste è la Chiesa romanica di San Giovanni Fuorcivitas: la sua facciata laterale regala uno sfondo perfetto per fotografare i passanti.
> qui un articolo sul tema: “Le chiese zebrate di Pistoia: la città a strisce bianche e nere“
Scala a chiocciola del Palazzo del Comune
Dovete sapere che il Palazzo del Comune nasconde un tesoro: dietro ad una porta chiusa a chiave si trova un’altissima scala a chiocciola in pietra, ma l’unico modo che avete per vederla è quella di chiedere alla reception del Museo Civico di poterla visitare perché non è direttamente accessibile al pubblico.
Ospedale del Ceppo
È l’antico ospedale della città: fondato nel 1277, è rimasto in funzione fino al 2013 quando è stato costruito quello nuovo. La facciata dell’Ospedale del Ceppo, con il suo loggiato e le colorate decorazioni, è davvero notevole. Il fregio in terracotta invetriata – opera di Giovanni della Robbia (scultore e ceramista) e altri artisti del Rinascimento toscano – è uno dei simboli di Pistoia nel mondo: al Museo Puškin delle Belle Arti di Mosca e al Victoria Albert Museum di Londra, si trovano alcune riproduzioni.
Vista dal Campanile
Ho una passione smisurata per i campanili e le torri perché amo vedere le cose dall’alto. E il Campanile del Duomo di Pistoia (ossia Cattedrale di San Zeno), pur non essendo particolarmente alto, mi ha regalato una vista indimenticabile. La salita non è molto difficoltosa, dovrete fare circa 200 gradini per arrivare a 60 metri di altezza sopra la città.
Ex Chiesa del Tau
Questa minuscola chiesetta sconsacrata mi ha stupita per la sua bellezza. Le sue pareti ed il soffitto sono completamente ricoperti di affreschi del ‘300. Pensare che nel 1787, quando fu sconsacrata, venne divisa in appartamenti che poi furono venduti a privati cittadini. Oggi è parte della Fondazione Marino Marini, di cui potete visitare anche il Museo accanto, dedicato al noto artista pistoiese.
Murales del corvo
Questa parete incorniciata da un arco, in via Sant’Anastasio, sembra la tela perfetta per un murales. E chi ha disegnato questo buffo corvo deve aver pensato lo stesso!
Vicoli, porte e insegne
Ma la cosa che ho amato di più di Pistoia sono le sue strade. Ogni dieci passi che facevo, mi sembrava di trovare qualcosa di curioso e interessante da fotografare. E questo perché la città è particolarmente fotogenica: nel centro storico non ci sono quasi macchine e questo significa strade sgombre. Il colore dei muri e dei portoni è tenue, spesso un po’ rovinato dal tempo, tanto quanto basta per creare delle texture che sembrano fatte ad arte. Insegne rétro e biciclette appoggiate qua e là per le vie, come se si fossero messe in posa. Un mix perfetto di ingredienti per fotografare una città. Di seguito una selezione di alcuni miei luoghi e scatti preferiti.
Il mio tour di Pistoia finisce qui, tra i suoi vicoli gialli e arancioni. Ma spero che qui inizi il vostro perché questa città è un vero tesoro della Toscana e, la prossima volta che vi troverete da queste parti, vi consiglio fortemente di regalarvi almeno una giornata pistoiese!
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