Destinazione Pistoia > Storie raccontate dai partecipanti al Corso IFTS – PRODEST 2018/2019 (PROgettazione, definizione e promozione di piani di DEstinazione e Sviluppo Turistici).
PISTOIA Nel centro storico, sul retro dell’ex Convento di Sant’Antonio Abate (dove oggi si trova il Museo Marino Marini) e l’annessa Chiesa del Tau, è possibile imbattersi in una strada dal nome particolare che trasuda di storia, Via del Tau (ex Via del T). Vicina al popolare cinema Lux, collega Via Cino da Pistoia a Piazza Garibaldi. Questa strada dal nome così breve e curioso si era formata sul tracciato della vecchia seconda cerchia muraria (abbattuta nel 1306): infatti, percorrendola è possibile trovare anche una sotto-targa e leggere “Già dietro le mura vecchie – Sec. XIV”.
La denominazione Via del Tau (dalla pronuncia greca della lettera T) fa riferimento ai religiosi dell’Ordine ospedaliero degli Antonini che, quasi fino al diciottesimo secolo, presiedettero il Convento. Edificato attorno al 1360, in un’area dove precedentemente erano presenti un tratto delle mura e del fossato del secondo cerchio, il complesso monastico fu fatto costruire dal pistoiese Fra Giovanni Guidotti, precettore del già citato Ordine (istituito in Francia per alleviare le sofferenze degli ammalati colpiti principalmente dal “fuoco di Sant’Antonio”).
Questi religiosi furono chiamati del Tau, o del T, perché portavano sulla veste una croce azzurra a forma di T: il “Tau” era il simbolo degli antoniani, probabilmente scelto perché, oltre a ricordare la croce, rappresentava la stampella usata dagli ammalati e poteva alludere anche alla parola “thauma” che, sempre in greco antico, significa “prodigio”. Secondo altre fonti, essendo la lettera tau l’ultima dell’alfabeto ebraico, questa indicava le cose ultime ovvero gli ultimi, a cui il grande Santo taumaturgo Antonio sempre pensava.
È stato documentato che oltre ai poderi in possesso, l’Ordine affittasse anche il Convento: difatti nell’anno 1688 risulta affittuaria la famiglia Querci. Dopo la soppressione dell’Ordine nel 1775, il complesso monastico fu ridotto ad abitazioni private, con gravi danni alla struttura, specialmente ai preziosi affreschi presenti all’interno della Chiesa. Negli anni ’70 è stata effettuata un’importante opera di restauro e recupero dell’edificio; in particolare, nella Chiesa è stato riportato in luce un ciclo pittorico risalente al XIV-XV secolo.