Stories by the “Creative Curious Travellers 2018” about the city of Palermo. A project by CCT-SeeCity. Thanks to: CLAC | @Igers.Palermo | MINIMUM | PUSH. | SeeCily Tourism Services – InfoPoint Palermo | USE-IT Palermo | ALAB | SAM! | Pasticceria Cappello | Caffè Letterario Teatro Garibaldi | Good Company Sicily | Addiopizzo | Addiopizzo Travel | Visit Palermo | Wonderful Italy.
PALERMO Se è vero quando si dice che non c’è due senza tre, allora non potevo che tornare a parlarvi, ancora una volta, di una città che mi ha rubato il cuore. Mi rivesto da CCTraveller e parto, o meglio, riparto: dopo due mete toscane – Prato e Pistoia – stavolta non salgo per lo stivale ma scendo giù giù e attraverso il mare, direzione l’isola che c’è ed è quella delle meraviglie. Ebbene sì, il mio racconto questa volta parte dal tacco per rimanere al Sud, un Sud che splende e brilla sempre di più.
Sono in Sicilia, terra di secolari culture e continue contaminazioni, con un capoluogo che esplode di Storia, antichissima, e di Bellezza, anticonformista. Sono a Palermo, capitale italiana della cultura 2018. Anche in questo viaggio da CCTraveller, mi lascio suggerire dalla città e seguo le sue indicazioni, quelle che non trovi scritte sui cartelli stradali ma nell’aria che respiri e nell’incontro con le persone del luogo. Dopo la mia immersione nell’arte contemporanea al Centro Pecci di Prato e poi nel mondo della musica a Pistoia, stavolta non so ancora cosa mi aspetta ma so che mi tufferò in una realtà ancora diversa e che in qualche modo trasforma la città.
Se è vero che Palermo vive da sempre di meravigliosi racconti e tradizioni, di culture ben radicate sul territorio ma non sempre felici, è anche vero che esiste una Palermo giovane, attiva e dinamica, una Palermo che vive di coraggio e cambiamento, mirando ad un futuro decisamente migliore. E in questa città ho scoperto come tutti noi, abitanti e viaggiatori, possiamo contribuire a questo!
And I think to myself… What a Wonderful World!
Non è quindi solo un caso se al mio arrivo le giovani guide di Wonderful Italy mi accolgono per darmi il benvenuto nel loro spazio delle meraviglie, MICRO² – punto d’informazione turistica, spazio urban dal respiro wanderlust. Sì, la mia prima tappa è proprio qui:
👉 MICRO² – Tourist Information Centre
VisitPalermo.it // Wonderful Italy
in Via Torremuzza, 15 – La Kalsa, Palermo
ed è qui che Eleonora mi fornisce tutte le indicazioni necessarie, ma anche quelle più curiose e particolari, per andare alla scoperta della città. Un walking tour nel quartiere della Kalsa (free! ovvero gratuito per gli under 35 – clicca qui per tutte le info) mi fa subito innamorare di Palermo: è estate e le strade bruciano ma la brezza che arriva dal mare spezza l’aria calda ed è un piacere camminare tra i vicoli o riposarsi all’ombra delle alte mura di una chiesa senza tetto che non ti aspetti di trovare (Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, poco conosciuta e assolutamente da visitare!). Bella realtà, tanta voglia di fare e innovare. Un’idea di turismo oltre i canoni. Un’idea di viaggio come esperienza e conoscenza e relazione. Un’idea di città aperta. Ed è proprio attraverso il loro sito web che entro in contatto con un pezzo davvero importante della storia contemporanea di questa città, città aperta al cambiamento. Ne avevo già sentito parlare e sono davvero entusiasta di avere l’opportunità di conoscere di persona i giovani attivisti di Addiopizzo. Qui con me Giusy, che attraverso un’altra piacevole passeggiata, stavolta per il quartiere del Capo, mi racconta tutto quello che c’è da sapere su mafia e lotta alla mafia.
Addiopizzo & Addiopizzo Travel, due modi per vivere la città in modo responsabile e imparare a splendere!
Per presentarci Addiopizzo, Giusy parte da un concetto: tutti noi siamo consumatori e abbiamo un potere, quello di scegliere. L’associazione no-profit di cui da anni è attivista, si basa proprio sull’idea di consumo critico e dalla stessa idea sono nate in seguito un’agenzia di viaggio fondata sul turismo etico e poi uno store online, attività che insieme alle donazioni sostengono il lavoro dell’associazione che oggi si occupa di lotta alla mafia, rigenerazione urbana, educazione… “Addiopizzo agisce dal basso e si fa portavoce di una ‘rivoluzione culturale’ contro la mafia” – spiega. Il progetto è nato per sostenere il commerciante nella scelta di abbandonare logiche e pratiche che per troppo tempo hanno messo in cattiva luce questa città. Una scelta che rende il negoziante e i suoi acquirenti parte di una famiglia virtuosa che ad oggi conta oltre 1.000 imprese di ogni genere, attività commerciali che potete facilmente riconoscere dall’adesivo esposto sulle loro porte o vetrine – qui l’elenco aggiornato e qui la MAPPA. Ancora poche ma sempre di più! E qui il ruolo del consumatore è fondamentale: aderire e scegliere di acquistare prodotti e/o servizi della rete creata e promossa da Addiopizzo significa non pagare, indirettamente, il pizzo. Significa non sostenere, indirettamente, la mafia. Significa dire NO alla mafia.
👉 Per visitare i siti web di #Addiopizzo, clicca qui: Addiopizzo + Addiopizzo Travel + Addiopizzo Store
☀️ In poche parole, Consumo critico e Turismo consapevole. Se non lo state già facendo, iniziate subito a seguire questa meraviglia di progetto, anzi, questa meraviglia di (soprattutto giovani) PERSONE che dal 2004 contrasta quotidianamente la mafia creando una rete sempre più grande e forte di imprenditori e consumatori, di cittadini e viaggiatori, responsabili. Ricordiamoci di difendere sempre e ovunque la nostra dignità, la dignità del popolo italiano: “IO PAGO CHI NON PAGA”. 💶 P.S. Da poco tempo esiste pure Addiopizzo Store (online), quindi è possibile sostenere il progetto di Addiopizzo anche a distanza!!! E se invece siete in città, il loro LOGO/adesivo sulle vetrine delle attività commerciali vi dirà che lì sosterrete il coraggio e la legalità. 🇮🇹👀💛 #SeeCity & Love, CCTeam
Ed ecco in breve la loro storia, la nostra Storia.
Addiopizzo nasce ufficialmente nel 2004, a Palermo, ma in realtà l’anima di questo movimento aveva preso vita negli anni ’80, quando i fondatori erano poco più che adolescenti: in quel momento storico, in Città, è esplosa poco a poco la voglia di cambiare. La storia di Addiopizzo, della mafia e di Palermo, Giusy inizia a raccontarcela davanti ad un imponente edificio in Piazza Verdi, oggi simbolo della città: il Teatro Massimo – (il più grande edificio teatrale lirico d’Italia e uno dei più grandi d’Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna; dal 1897 grida alla città: “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” – epigrafe di autore misterioso incisa sulla fronte della facciata). – luogo della cultura, tanto importante quanto mortificato dalla mafia. Giusy ci spiega come per far sì che gli interessi di pochi lievitassero, il teatro fosse incredibilmente rimasto chiuso per vent’anni anni, riaperto solo nel 1997, negli anni in cui la coscienza popolare iniziava a svegliarsi e ribellarsi…
Addiopizzo nasce dal basso, dalla volontà di un gruppo di giovani studenti con un messaggio da diffondere in una città che sembrava ancora troppo addormentata, indifferente, intimorita. Un messaggio forte e chiaro: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità” – questa la frase sugli adesivi che gli attivisti del nuovo movimento sparsero per il centro di Palermo, nella notte tra il 28 e 29 giugno 2004. Azione che suscitò molta curiosità e l’interesse da parte dei media… La stampa ne iniziò a parlare. Addiopizzo continuò ad agire e a far parlare.
In quel contesto sociale, in mezzo ad una cittadinanza per lo più passiva, era difficile se non impossibile riuscire a tenere la testa alta e resistere senza essere isolati e ancor peggio uccisi. Ecco che allora Giusy racconta un episodio chiave per capire meglio gli anni precedenti e la nascita del movimento: il 10 gennaio 1991, un imprenditore siciliano chiamato Libero Grassi firmava una lettera scritta al suo “Caro estortore“, un testo pubblicato sul Giornale di Sicilia in cui denunciava apertamente come la mafia stesse minacciando la sua libertà di cittadino e imprenditore; sette mesi dopo, quell’uomo coraggioso venne ucciso da ‘Cosa nostra‘ e la sua ribellione al pizzo rimase purtroppo un caso isolato, ricevendo nei migliori casi totale indifferenza, negli altri solo critiche e calunnie. L’indifferenza e non solo la mafia lo avevano ucciso. La sua morte ha segnato un momento fondamentale, spiega Giusy, per la lotta contro la criminalità e ha insegnato che, per combattere un sistema criminale, occorre unirsi attorno a chi sta dall’altra parte, dalla parte della libertà, della legalità, occorre restare uniti e coinvolgere sempre più persone, occorre essere in tanti e non lasciare solo più nessuno. Quella lettera è oggi una pietra miliare nella lotta per una Sicilia migliore. Da quella lettera sono fiorite numerose associazioni antiracket in tutta la regione, realtà che ogni giorno operano in difesa delle vittime, smuovono la coscienza pubblica, informano e sensibilizzano continuamente cittadini locali e del mondo. Nel decennio successivo è nato così anche il comitato di Addiopizzo, la cui forza principale è stata fin dall’inizio quella di essere sempre un gruppo di cittadini e mai un solo individuo.
Insieme al racconto appassionato e appassionante di Giusy, ci spostiamo in Piazza della Memoria, nel quartiere del Capo, dietro al Palazzo di Giustizia. Una piazza dedicata ai magistrati uccisi dalla mafia tra gli anni ’70 e ’90, uccisi perché stavano facendo bene il loro lavoro. Un luogo che ricorda la dignità di questi uomini. E dinanzi ai loro nomi restiamo spontaneamente un attimo in silenzio. Penso al coraggio di chi ha provato a cambiare le cose e nonostante tutto è rimasto fermo nelle proprie idee, pagando con la vita. Anche questa è Palermo, tante storie di persone valorose. Estrema umanità a cui ispirarsi.
Il nostro tour continua passando per la Cattedrale, Via Vittorio Emanuele e i Quattro Canti… ovunque, Giusy condivide storie di mafia e di lotta alla mafia: “è importante raccontare gli esempi positivi” – dice con occhi che luccicano di emozione. Infine, ci dirigiamo verso il quartiere della Kalsa ed è così che, almeno per me, questa esperienza si chiude come un cerchio perfetto: torno nella bella Piazza Magione dove un ulivo, umile e potente, è in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – entrambi hanno trascorso qui la loro infanzia ed è bello immaginarli bambini su questo prato, correre e giocare insieme. A pochi passi dalla piazza, in via della Vetriera, visitiamo anche la Casa di Paolo – dove il fratello Salvatore ha voluto recuperare i locali della vecchia farmacia appartenuta alla sua famiglia per aprire un centro educativo dedicato ai bambini e giovani del quartiere in difficoltà (puoi seguire tutte le loro iniziative e attività su Facebook).
Cambia qualcosa in me, cambia ad ogni passo di questa narrazione. Andare avanti, per le strade e i vicoli di questa città, camminare nel suo racconto, significa evolversi e trasformarsi. Mi sorprendo così a scoprire una città ribelle che ogni giorno realizza sogni di cambiamento e che ogni giorno insegna, insegna a splendere!
Ecco, Palermo è stupenda, in ogni angolo. Ma la bellezza, quella più forte, è negli occhi di Giusy: nei suoi brilla la luce prepotente del cambiamento, una forza che splende e riflette su tutti noi. Grazie Palermo! Eleonora
P.S. Ho raccontato di Palermo anche sul mio blog!
Qui trovate un po’ di appunti sparsi, caduti nella borsa e ricopiati con cura e discrezione:
#CCTRAVELLERS2018: La mia Palermo – I parte | TricaricOvunque
Qui invece ho raccolto info e indirizzi utili:
Vivere Palermo: informazioni utili & cosa non perdere | TricaricOvunque
E infine:
Beh, adesso non vi resta che partire!! Buon viaggio!!!