Luisa Lenzi
IT.
LA 25a ORA (2002) di Spike Lee con Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Rosario Dawson, Anna Paquin, Brian Cox, Berry Pepper
Quante ore ci sono in un giorno? Per Montgomery Brogan (Monty per gli amici) 24 non bastano. Monty è un ricco spacciatore che vive a New York. Ha deciso di ritirarsi definitivamente dal narcotraffico per vivere di rendita con la sua bellissima fidanzata Naturelle (Rosario Dawson, incredibilmente sensuale). Ma una soffiata improvvisa cambia i piani e lo condanna a scontare sette lunghi anni di carcere. Davanti a sè gli restano solo 24 ore per riconciliarsi col padre, salutare gli amici (un broker di Wall Street e un’insegnante) e decidere o non decidere come passare appunto la sua ultima ora: fuggire, suicidarsi o accettare impotente la prigione. Domande senza risposta che girano vorticose anche intorno agli amici del protagonista che lo osservano pietosamente sparire in quell’ora incerta della notte. Il resto è l’ultimo viaggio vissuto attraverso gli occhi di Monty, un Edward Norton impeccabile, arrabbiato, disilluso, innocente e colpevole allo stesso tempo, antieroe metropolitano.
Tratto dal romanzo di David Benioff scritto prima dell’11 Settembre, il regista Spike Lee decide di ambientarlo proprio dopo la tragedia. È il primo film a riprendere Ground Zero in tutta la sua disperazione. Doppio binario. La vita privata di Monty e la cultura americana con tutti i suoi preconcetti e schemi razziali. Il punto d’incontro delle due strade è quell’incredibile monologo che Monty farà con se stesso allo specchio, nella squallida toilette del ristorante del padre, dimostrando un odio profondo per New York e per tutte le etnie che vi abitano, o meglio che la “infestano”, ma che si conclude con un devastante e rassegnato mea culpa: “…no, no, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l’hai buttato via, brutto testa di cazzo!“.
Forse il miglior film di Spike Lee, il più poetico, il più solido. Un pugno nello stomaco difficile da far passare, denuncia e autoriflessione sociale insieme. Assistiamo impotenti all’ultima ora, quella più bella che precede la fine, dove si può immaginare ogni possibilità prima di un addio o una separazione (“Tra 7 anni io andrò a prenderlo e tu avrai sposato uno coi soldi”, profetizza il miglior amico alla fidanzata di Monty). Dove “c’è mancato poco che non succedesse mai”.
Monologo di Montgomery Brogan (Edward Norton) tratto dal film La 25°ora.
Un particolare ritratto della società newyorkese…
EN.
25th HOUR (2002) by Spike Lee with Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Rosario Dawson, Anna Paquin, Brian Cox, Berry Pepper
How many hours in a day? 24 are not enough for Montgomery Brogan (Monty for his friends). Monty is a rich drug dealer who lives in New York but decided to retire permanently from the drug trade for a living annuity with his beautiful girlfriend Naturelle (Rosario Dawson, incredibly sensual). But a tip suddenly changed plans and sentenced him to serve seven years in prison. In front of him only 24 hours to reconcile with his father, greet friends (a Wall Street broker and a teacher) and decide how to spend his last hour: escape, suicide or accept helplessly the prison. These unanswered questions are like a vortex also for his friends who observe him disappearing at that hour of the night. The rest is the ultimate travel experience through the eyes of Monty, a flawless Edward Norton, angry, disappointed, guilty and innocent at the same time, urban anti-hero.
Based on the novel by David Benioff, written before the 11th September, the director Spike Lee decided to set it right after the tragedy. It’s the first film to portray Ground Zero in all its despair. Double track. Monty’s private life and American culture with all its prejudices and racial patterns. The intersection point of these two streets is the incredible monologue that Monty will do with himself in the mirror, in the squalid toilet of his father’s restaurant, showing a deep hatred for New York and for all the ethnic groups living there. But it ends with a devastating and resigned mea culpa: “… No. No, fuck you, Montgomery Brogan. You had it all and then you threw it away, you dumb fuck!”.
Perhaps the best movie by Spike Lee, the most poetic, the most solid. A punch in the stomach hard to pass, toghether a denunciation and a social self-reflection. We watch the last hour, the most beautiful before the end, where you can imagine every possibility before a farewell or a separation (“Seven years from now, I’ll be at the gate waiting for him, and you‘ll be married to money“, the best friend prophesies to Monty’s girlfriend). And it “almost didn’t happen”.
Monologue by Montgomery Brogan (Edward Norton) from the movie 25th Hour.
A particular portray of the New York society…