PARIS senza la sua Tour Eiffel. Impossibile persino da immaginare, oggi. Ma se alcuni intellettuali francesi avessero vinto la loro battaglia, la Dama di Ferro (Dame de Fer) sarebbe sopravvissuta forse solo vent’anni o forse meno. I francesi inizialmente la odiarono. Se non tutti, di certo un importante gruppo di artisti, pensatori e creativi di alto profilo che firmarono una petizione per protestare contro la torre durante la sua costruzione. Espressero tutto il loro odio nei confronti di questo monumento “inutile” e “mostruoso” con una lettera d’amore alla loro Città delle Luci (Ville Lumière) e della finezza, pubblicata nel giorno di San Valentino del 1887.
A proposito di questa storia d’odio e amore, ho trovato un capitolo in un curioso libro sull’architettura scritto dal giornalista inglese Jonathan Glancey e intitolato “What’s so great about the Eiffel Tower?” (Cosa c’è di così grandioso nella Torre Eiffel?). Attraverso 70 domande coinvolgenti e stimolanti, l’autore rivisita le opere di alcuni dei più grandi architetti e ingegneri di tutti i tempi e da tutto il mondo. Qui, di seguito, condivido le pagine (che ho tradotto in italiano) dedicate alla ‘Torre Eiffel: capolavoro d’ingegneria o errore estetico?’ – e per le altre 69 questioni… consiglio vivamente di leggere il libro!
Torre Eiffel: capolavoro d’ingegneria o errore estetico?
Il giorno di San Valentino del 1887, il quotidiano francese Le Temps pubblicò una specie di lettera d’amore a Parigi dal sedicente ‘Comitato dei Trecento’ – che prese la forma di un attacco alla radicale torre in ferro battuto, alta 300 metri, di Gustave Eiffel, da poco in costruzione nel Champ de Mars della città. Fu firmata da grandi personaggi delle arti come lo scrittore Guy de Maupassant, Charles Gounod, compositore dell’opera Roméo et Juliette, e quell’industrioso pittore di donne nude color cera, William-Adolphe Bouguereau.
‘Noi, scrittori, pittori, scultori, architetti e appassionati devoti alla bellezza finora intatta di Parigi’, tuonarono i trecento, ‘protestiamo con tutte le nostre forze, con tutta la nostra indignazione in nome del gusto francese che è stato offeso, contro l’erezione … di questa inutile e mostruosa Torre Eiffel.’
L’altissimo risultato dell’ingegnere francese non era altro che una ‘odiosa colonna di lamiere bullonate’ per quegli uomini di raffinato gusto del tardo diciannovesimo secolo. Quando fu completata nel 1889 – fu la porta d’ingresso alla fiera mondiale di grande successo a Parigi quell’anno – gli amici di Maupassant dicevano che lui andava a fare picnic sotto la torre oppure a cenare in uno dei suoi ristoranti ogni giorno, poiché questi erano gli unici posti da dove poteva non vedere la mostruosità.
Lungi dall’essere inutile, come affermavano i ‘Trecento’, la Torre Eiffel divenne un’importante antenna di comunicazione in un’epoca in cui le storie di Maupassant venivano lette attraverso la nuova rete senza fili e persino trasformate, non molti anni dopo, in trasmissioni televisive trasmesse, appunto, attraverso la ‘colonna odiosa’ di Eiffel. Inoltre, all’inizio della prima guerra mondiale, un trasmettitore radio situato nella torre bloccò le comunicazioni senza fili tedesche, contribuendo a salvare Parigi dall’invasione. Avrebbe allora Maupassant, che aveva combattuto come soldato nella guerra franco-prussiana del 1870-1871, cambiato idea?
Forse, ma lo scrittore morì giovane nel 1893, portando con sé attitudini del diciannovesimo secolo riguardo ciò che era e non era arte, nella sua tomba al Cimetière de Montparnasse. Questo cimitero cittadino è dominato dalla mole vertiginosa della Tour Montparnasse, un imperdonabile grattacielo completato nel 1973. Ha suscitato una critica così negativa che, da allora in poi, nessun nuovo edificio su sette piani doveva essere più tollerato nel centro della città. Questo, almeno, fu qualcosa di cui i Maupassant della fine del ventesimo secolo potevano scrivere.
Per quanto riguarda la Torre Eiffel, è andata avanti non solo per essere utile, ma per essere ammirata e persino amata. Ad oggi, più di 250 milioni di persone sono salite sulla ‘colonna odiosa’ con l’ascensore o le scale, mentre in un’epoca di architettura high-tech e d’ingegneria strutturale spettacolare, la sua progettazione e costruzione sembrano ancora più meravigliose. Le posizioni dei due milioni e mezzo di fori per rivetti nelle 7,500 tonnellate di ferro erano indicate con una precisione di 0,1 mm, e questo in un momento in cui i componenti arrivavano ad un cantiere su cavalli e carrelli.
Quando Eiffel parlò ai giornalisti del modo in cui la torre sarebbe apparsa, disse: ‘Le leggi delle forze naturali non si conformano sempre alle leggi segrete dell’armonia?’ Tuttavia, quando l’ingegnere vide per la prima volta la proposta iniziale della torre che doveva portare il suo nome raffigurare come un ‘grande pilone, composto da quattro tralicci di traliccio che si stagliano alla base e si uniscono in cima, uniti da capriate metalliche a intervalli regolari’, disegnato dal 28enne Maurice Koechlin, uno dei suoi assistenti, si preoccupò dell’aspetto privo di arte. Eiffel chiese allora a Stephen Sauvestre, architetto della sua impresa, di rendere il design più vicino al gusto parigino. Sauvestre aggiunse così archi decorativi attorno alla base e vari altri fronzoli che vestivano la torre come per un’elegante passeggiata lungo il Champ de Mars.
Progettata per una vita di 20 anni, la longeva torre è diventata parte di Parigi come l’adorata Notre-Dame di Maupassant. Rappresenta un punto di riferimento, un punto di orientamento e un’antenna di comunicazione, mentre ogni sera si illumina in un tripudio di luci lampeggianti, mostrando un lato frivolo del suo carattere altrimenti austero. Per molti parigini colti, nel 1889 la Torre Eiffel fu un errore estetico. Un secolo prima della schiacciante lettera di Maupassant alla stampa, alcuni dei suoi compatrioti stavano attaccando l’oscurità e la barbarie delle cattedrali gotiche medievali come Notre-Dame. Oggi, possiamo godere di entrambi, e persino leggere un racconto di Maupassant mentre guardiamo la torre che lui e il suo Comitato dei Trecento hanno tanto disprezzato.
Capitolo: ‘Eiffel Tower: engineering masterpiece or aesthetic blunder?’ – Libro: What’s so great about the Eiffel Tower? – 70 questions that will change the way you think about architecture – Pubblicato nel 2017 da Laurence King Publishing – Autore: Jonathan Glancey