PUF! Il festival della cultura “underground”


In inglese, quello british, Underground è sinonimo di Tube. Viene subito in mente, infatti, quel cerchio rosso tagliato a metà da una riga blu che è il logo della Metro di Londra. Ma quando “underground” è usato come aggettivo, significa molto più di “sotterraneo”. Secondo il dizionario di Oxford, con cultura, musica o stile underground, s’intendono tutte quelle forme alternative, talvolta sperimentali, di espressione artistica. Chiamata a volte sottocultura indipendente o controcultura, è chiaramente “out”: fuori dal mainstream mediatico, dalla cultura di massa, pop o d’Autogrill. Rivolta a élite di appassionati, vanta di essere originale e se ne frega (almeno così fa intendere) della popolarità. Anzi, più sei di nicchia, più sei underground.

La definizione di “cultura underground” nasce in America nella metà degli anni ’60 ed entra subito nel vocabolario internazionale. All’inizio aveva una forte valenza sociale, indicava alcuni gruppi impegnati in campagne politico-culturali contro i poteri e lo Stato. Col tempo, però, è diventata più una moda che un credo. Tant’è che gli hipster, alcuni dei personaggi underground, si riconoscono dal look. Generalmente, si tratta di giovani ventenni o trentenni che si ritengono pensatori indipendenti, anticonformisti e creativi. Amanti del vintage e del rètro, in realtà non vorrebbero essere etichettati in alcun modo (anche se molti si assomigliano). Gli hipster sono quelli che sogghignano quando dici che ti piacciono i Coldplay. Che indossano t-shirt con citazioni tratte da film d’autore di cui non hai mai sentito parlare – tipo Coffee and Cigarettes di Jim Jarmush (2003) –, pantaloni attillati e scarpe a punta. Adorano le giacche serie e le camice a quadri. Portano cappelli da cowboy o baschi, e tutto in loro è attentamente costruito proprio per dare l’idea che invece non lo sia.

Spontanei o no, oggi anche l’Italia pullula di artisti che bevono solo birra artigianale e creano arte “on the road”. È dunque l’ora di un festival completamente underground. Così, dal 16 al 30 settembre, Pistoia diventa per la prima volta il palcoscenico della cultura alternativa italiana. Eccellenze locali e nazionali in una festa dedicata all’Arte (giovane) in tutte le sue forme: letteratura, pittura, fotografia, grafica, video, street art e musica (folk, rock ed elettronica). PUF!™ – Pistoia Underground Festival coinvolge davvero tutta la città.

EXPO
Tre luoghi, tre mostre collettive: nelle sale affrescate di Palazzo Comunale, Karlos Marra, Sara Berti, Luca Prete, Nicola Pozzi, Jonathan Calugi e il vincitore del Contest Grafica PUF!™; nell’ex chiesa di San Giovanni Battista, Luca Carradori, Ilaria Magliochetti Lombi, Alessio Baldi e il vincitore del Bando PUF!Arte™; nella biblioteca San Giorgio, infine, Giovanni Serafini, Valentina Frosini e Marco Lombardi. Fuori invece, nei vicoli del centro storico, alcune installazioni luminose (di Stefano Mazzanti) e altre scultoree in piazza Giovanni XXIII (di Leonardo Bossio).

READING
Nella sala dell’Assessorato alla Cultura del Comune, si leggono insieme i testi di Piergiorgio Welby, Alda Merini e Roberto Carifi, nel reading letterario ‘Solitudini celate’ (a cura dell’associazione Oltre l’orizzonte). Altri incontri poi con Vittoria Ciolini, direttore Dryphoto Arte contemporanea, e i fotografi Andrea Abati e Valentina Lapolla.

MUSIC
Il 16 e 17 tutta musica, con Brunori Sas, Ex-Otago, Thank you for the drum machine, Hey Elizabeth, Sus, Lola’s Dead, Piet Mondrian, Davoli, Dilatazione, Pippo e i suoi Pinguini Polari, Mum drinks milk again. I concerti, quasi tutti in via Fiorentina, sono gli unici eventi con ingresso a pagamento: 7 euro, 10 per due giorni; con 18 si ha un pacchetto: pass, tshirt, spilla e stickers. Per tutto il resto del festival, invece, ingresso libero!

Il pubblico è forse il vero protagonista, invitato a vivere gli spazi pubblici della città in modo attivo e creativo. Altro intento, poi, è far conoscere quella cultura detta underground, attraverso il patrimonio artistico del brulicante territorio “sotterraneo”. America e Inghilterra sono vecchie maestre in questo. E, piacevole coincidenza, proprio durante l’evento pistoiese, il 24 e 25 settembre, avviene a Gloucester la seconda edizione dell’Underground Festival, che ha lo scopo di mettere sul palco le migliori band emergenti del rock made in UK. Chissà se in futuro potrà nascere un gemellaggio.  

Ma che succede se questa cultura viene troppo allo scoperto? Se non è più tanto in ombra, smette di essere “underground”? Diventa “overground” allora? E’ forse il suo percorso naturale e inevitabile, quello di venir pian piano a galla ed esser poi consumata dalla “massa”? O forse no, forse quasi mai riesce ad oltrepassare quel limite. E chissà come… Ci sono molte più domande che risposte intorno a questa realtà. Ecco perché noi di CCT siamo tanto curiosi di sperimentare il primo festival underground in Italia. Buona fortuna PUF! See you soon in Pistoia!

Info e prevendite sul sito: www.pistoiaundergroundfestival.it

Il PUF! team è composto da:
Alessio Baldi, Vincenzo Caruso, Jonathan Calugi,
Francesca Merz, Ilenia Cipollari, Luca Carradori

Il Contest Draw your PUF! è aperto fino al 5 settembre.

Scarica l’immagine dalla Facebook Page PUF! 2011 e disegna il tuo Puf!

Invia poi la tua opera a puf@shakeitaly.com

e se vinci per l’originalità…

sorpresa!

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