Luisa Lenzi
Non è sempre necessario andare lontano, uscire dai confini nazionali o raggiungere luoghi famosi dove tutto (almeno sulla carta) è possibile. Spesso il regno della possibilità, per citare Kevin Spacey, esiste oltre che nella nostra mente soprattutto nelle nostre mani. CCT ha incontrato Michele Moricci, giovane stilista fiorentino, e conosciuto il suo sogno. O almeno una parte di questo, che sta pian piano realizzando attraverso la creazione del t-shirt brand JesùLaFrench. Ci siamo visti in un accogliente caffè di Pistoia, un piovoso e umido pomeriggio di Dicembre. Così, in mezzo al suono della pioggia, le mie domande…
Prima e forse più ovvia, quando e come è nata l’idea di creare questo marchio? JesùLaFrench è nato qualche anno fa dalla mia passione per la moda e la grafica. È nato quasi per gioco, parlandone con amici, oltre che per la necessità di esprimere me stesso e allo stesso tempo creare qualcosa di nuovo e unico.
Il nome e il logo sono sicuramente curiosi. Sì, dietro al nome c’è un simpatico aneddoto legato ad un’amica. Volevo qualcosa di non banale, magari un nome celebre, importante e facilmente ricordabile ma al contempo simpatico e frivolo. Lei suggerì un’espressione che spesso sentiva dire dalla manicure, riferita alla ricostruzione delle unghie, in particolare al momento in cui si può spezzare, appunto l’esclamazione “Gesù, la french!”. Mi sembrò perfetto, era il nome che cercavo. Il logo poi è un ideale contorno: rosa, frivolo e d’impatto richiama quello di una nota marca di giocattoli.
A cosa ti ispiri per i soggetti? Traggo ispirazione dalla cultura pop e dal mondo della moda, soprattutto le sue icone. Mi piace il concetto della cultura contemporanea usa e getta, un po’ come il junk food dei fast food (soggetto di alcuni capi tra l’altro n.d.r).
E di che materiale sono le t-shirt? Le t-shirt sono in cotone 100% by American Apparel, dal taglio anni ’80. Le ho scelte bianche in modo che il disegno risalti di più, oltre che per una maggiore portabilità. Alla fine una t-shirt la metti con qualsiasi capo anche per sdrammatizzare un look più serioso.
I disegni e la grafica sono quindi interamente realizzati a mano, o meglio, al computer? Certamente. Tutti i disegni sono ideati e creati da me ed ogni t-shirt diventa così un pezzo unico. Al momento sto lavorando ad una edizione limitata che sarà venduta esclusivamente alla serata di beneficenza Florence Charity Fashion Show a Firenze che si terrà domenica 11 Dicembre, il cui ricavato andrà alla Fondazione dell’Ospedale Mayer e ad altre associazioni che supportano il progetto “I AM THE FUTURE” per conoscere e sostenere i giovani stilisti emergenti.
Riguardo al mondo della moda, stai trovando difficoltà nel farti conoscere? Ad essere sincero molte. È difficile per chi non ha conoscenze (o familiari di cui seguire le orme) farsi largo in un ambiente così selettivo e affollato di nuovi designer. Non è facile farsi conoscere, trovare le risorse necessarie. Adesso il progetto è interamente autofinanziato ma è anche vero che siamo all’inizio, nella parte in cui il passaparola e l’aiuto delle persone più vicine gioca un ruolo fondamentale.
Dove si possono acquistare le t-shirt? Sono in vendita in alcuni negozi selezionati in Italia: UNTITLED a Roma, UNKNOWN a Bari e EIGHT SHOP a Empoli. A breve si troveranno anche fuori dall’Italia, nel negozio GlintShop di Barcellona. Attualmente però la vendita online è la risorsa maggiore e più utilizzata.
Per il futuro quindi come vedi JesùLaFrench? Mi piacerebbe riuscire a creare un’intera collezione, non limitarmi solo alle t-shirt. Ma è un progetto importante e come dicevo, serve anche un budget adeguato. Per ora la produzione è appunto realizzata unicamente dalle mie forze in maniera davvero artigianale, fatta di piccoli pezzi. Col tempo vedremo dove JesùLaFrench potrà arrivare.
I capi sono acquistabili, oltre che nei negozi sopracitati, sul sito web.
La mia prima t-shirt è già stata scelta e ordinata!