
Ilenia Bit
LONDON Le pareti diventano emozioni, testimoni di fatti amore sentimento rancore frustrazione rabbia. Fotografie insomma.
Oggi noi di CCT vogliamo segnalarvi un’interessante mostra filmo-fotografica che terrà alta l’attenzione e probabilmente toccherà qualche corda dell’anima. Whitechapel Gallery – fino al 9 marzo 2012 – (direi quindi che potete affrettarvi). Si tratta dell’artista Zarina Bhimji, regista e fotografa ugando-asiatica, classe 1963, londinese di adozione accademica e in lizza per il Turner Prize 2007. Questa sua prima mostra importante ripercorre i suoi 25 anni di lavoro e si apre con la presentazione del suo short-film Patch Yellow (2011): immagini evocative, a rallentatore, di palazzi abbandonati e uffici coloniali a Mumbai cedono il passo a interpretazioni del deserto e del mare il tutto accompagnato da un sound design a dir poco sorprendente, minimale, toccante, riverberoso, nervoso, stanco insomma soprendente.
Le foto? Realismo magico. Focus del lavoro di Zarina è lo studio dell’archeologia del luogo (io oserei definirlo anche introspezione): edifici e paesaggi di India e Africa Orientale infestati dalle storie delle persone che abitano quelle terre. Questo è il fil rouge. Verità pungenti, toccate da poesia. In 25 anni.
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Poi, insomma, la Whitechapel Gallery merita, se non altro per il coraggio di mettere a disposizione l’arte e le emozioni ad un prezzo modico. In questo caso, gratuitamente! Warmly recommended. Parola di Ilenia Bit.