Vicolo dei Fuggiti a Pistoia: storie di topi ed evasioni

Ileana Rotella
Vicolo dei Fuggiti

Destinazione Pistoia > Storie raccontate dai partecipanti al Corso IFTS – PRODEST 2018/2019 (PROgettazione, definizione e promozione di piani di DEstinazione e Sviluppo Turistici).


PISTOIA Per chi ama farsi incantare non solo dalle bellezze architettoniche e artistiche della città ma anche dalle sue storie più curiose e insolite, io consiglio sempre di esplorare il centro storico a testa in su! Perché? Pistoia è nota per avere e conservare da secoli una toponomastica alquanto bizzarra: si distingue infatti da molte altre città per aver mantenuto i nomi originali delle vie, esattamente così come queste vennero denominate nel Medioevo o anche prima! Un esempio che a me affascina in modo particolare si trova a soli due passi dal Duomo: dietro il Palazzo del Podestà (l’attuale Tribunale), alzando la testa, si può leggere “Vicolo dei Fuggiti“.

Vicolo dei Fuggiti
Vicolo dei Fuggiti

Ma che vuol dire?

In precedenza denominato “Via dei Topi”, con evidente riferimento alle sgradite compagnie in cui ci si poteva imbattere, ci racconta la storia dei condannati a morte che, una volta pronunciata la sentenza all’interno del tribunale, uscivano da una porticina (attualmente murata) per venire scortati in un piccolo carcere. E qui, poteva avvenire che si giocassero tutto: i più temerari sapevano che se fossero stati sufficientemente veloci da arrivare in fondo al vicolo, sarebbe bastato attraversare la piazza principale per ritrovarsi al di là delle ringhiere di ferro che costeggiavano il Palazzo Vescovile. E quelle ringhiere segnavano il confine tra la giurisdizione del comune e i territori controllati dal Vescovo, che poteva dare asilo politico ai fuggitivi, garantendogli la salvezza a vita. Ecco, questa è solo una delle tante storie di Pistoia che potrete conoscere attraverso i nomi delle vie. Buona passeggiata e buone storie!

Vicolo dei Fuggiti
Vicolo dei Fuggiti

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