Lavinia Biancalani
SUNDAY GUEST Tiziano Russo è uno sceneggiatore e regista Italiano, Salentino per l’esattezza, e per molti di voi scommetto non ha bisogno di presentazioni. È giovane, anzi giovanissimo, ma già vanta un percorso professionale di rilievo, fatto di una passione smisurata per il suo lavoro, frutto di una gavetta che lo vede “telecamera in spalla” da ormai dieci anni. I suoi lavori sono dei veri e propri “viaggi” all’interno di un mondo, il suo, che riconosci già dai primi fotogrammi, che ti trascina e ti incolla allo schermo. Di questo se ne sono accorti in tanti e tra i primi i Negramaro, con i quali collabora in modo costante; una sinergia, la loro, nata qualche anno fa, quando la band lo ha voluto a documentare La Finestra – European Tour del 2008 e i tour successivi fino al recente Casa 69 Tour, così come molti dei loro videoclip. Date un’occhiata qui: www.tizianorusso.com. I riconoscimenti al suo talento non mancano; ad esempio, il Primo premio come miglior videoclip al Taglia Corti di Trieste con “The Metropolitans – I Wanna”, per non parlare di collaborazioni in lungometraggi del calibro di “Vallanzasca – Gli angeli del male” (regia di Michele Placido, 2010) per la realizzazione dei clip musicali. Tiziano è un visionario e chi meglio di lui poteva inaugurare la rubrica Sunday Guest? Chi meglio di lui poteva parlarci di “viaggio”? Sì, perché il viaggio è anche quello “mentale”. E infatti, la sezione Sunday@home nasce proprio per far viaggiare con la mente anche nelle domeniche casalinghe e pomeriggi da divano. Il viaggio è un percorso, una narrazione, un racconto. La mente che vaga, per realizzare la visione di una storia, compie un viaggio. Quindi mettetevi comodi e… buona visione.
Website: www.tizianorusso.com | Twitter: @tizianorusso | Vimeo: tiziano russo
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SUNDAY MOVIE Qual’è un film che ami e che ti senti di consigliare, legato al tema del viaggio (in senso lato) o a una particolare città?
Koyaanisqatsi (1982), il primo lungometraggio della trilogia Qatsi, diretto da Godfrey Reggio. Il titolo, in lingua Indiana-Hopi, significa “vita fuori equilibrio (life out of balance)”. Ogni uomo sulla faccia della terra dovrebbe vederlo. Assolutamente. Le sue particolarità sono due. La prima è il silenzio. Muto come un albero spoglio. La seconda è la musica. Presente dall’inizio alla fine del docufilm, che parla più di mille parole. Il film non tratta il tema del viaggio, il film è un viaggio. È la storia della vita, la nostra, quella della terra, dell’uomo e della natura. Un film unico nel suo genere. Girato in sei anni, con troupe ridotta, solo regista e direttore della fotografia. Un film ambientato nel mondo. Africa, Oceania, Europa, Americhe, Asia. Un film magistrale perché diverso, delicato, sconvolgente, estremo, accattivante. Avrei potuto citare tanti altri registi importanti di altrettanti film importanti, ma nessuno sarebbe stato più giusto di Koyaanisquatsi per il tema del viaggio. Desidererete fuggire dalla quotidianità, evitare supermercati, gente, marciapiedi, auto, aerei. Fuggireste subito altrove, oltre quei monti alla fine della vostra pianura urbana, piatta come la nostra vita. Andreste dappertutto, ovunque. Koyaanisquatsi è un film purificatore.
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SUNDAY QUOTE & QUESTIONS “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” – (Alla ricerca del tempo perduto, 1913) Marcel Proust. I tuoi occhi, oggi, cosa vorrebbero vedere? Sono esigente e nostalgico. I miei occhi vorrebbero ogni angolo della terra, hanno fame di conoscenza. Oggi però, una cosa mi manca. L’Etna. Rivedrei l’Etna. Può sembrare incomprensibile questo mio sogno. Ma i miei occhi sono come la mia mente. Nostalgici. Rivedere l’Etna.
Dove vorresti girare il tuo prossimo lavoro? Perché? “Koyaanisquatsi” mi ha insegnato quanto è facile emozionare con poco. Quanto è facile inquadrare anche un solo dettaglio nell’immensità di un deserto e renderlo unico, emozionante, calamitico. Girerei in Islanda per l’affascinante silenzio, spazio, nullità del tutto. I colori di quella terra, vicina ai confini del mondo, mi hanno sempre affascinato.
CCT ha una missione: dare spazio agli artisti emergenti, in ogni Arte. Ci consigli qualcuno da tenere d’occhio e proporre ai nostri lettori? Conosco da pochi mesi un ragazzo davvero in gamba. Un giovane filmmaker che sembra essere un tutt’uno con la musica. Oltre ad avere un occhio morbido e intimo, è anche un bravo talent scout di artisti musicali sconosciuti e dispersi nel mondo. Parla poco, parla con gli occhi, comunica con il cuore e osserva a istantanee. Ho subito notato in lui una delicatezza e un’attenzione particolare per i dettagli, per i corpi. Lo sento molto vicino al mio stile. Sarebbe in grado di dare vita a un chiodo, dargli un cuore. Si chiama Giuseppe Palmisano (alias IOSONOPIPO e IOSuONOFUORI). Lo vorrei su ogni mio set.