BUM: Bielorussia, Ucraina, Moldova. #4

Roberto Becattini

MOLDOVA e TRANSNISTRIA Il treno Odessa-Chisinau della Calea Ferrata Moldova che mi sta portando nella terra della Placinta cu branza, antenato sano dei sofficini, è dotato di apparecchi tv casarecci, sintonizzati su un canale nazionale russo. Quando inizio la conversazione con la mia vicina di sedile sullo schermo un gruppo di comici sta chiaramente facendo una parodia di Yulia Tymoshenko. La mia casuale compagna di viaggio si chiama Angela, è una mia quasi coetanea, è sposata con un medico russo ma è originaria di un paesino contadino della Moldavia. Ha due figli e sembra davvero una tipa in gamba, come lo sono un po’ tutte le donne del suo paese, molto più delle russe; a parità di umile estrazione sociale, cercano l’affermazione personale e non sognano di farsi mantenere da ricchi americani o italiani (merce peraltro questa ormai assai rara). È un ingegnere chimico che parla 5 lingue, sta andando a trovare i suoi per la vendemmia; ogni anno infatti producono un migliaio di litri di cabernet senza però alcuna certificazione o marchio, cosa su cui stanno lavorando. I tempi ristretti della mia vacanza purtroppo non mi consentono di accettare il suo invito a raggiungerla in campagna anche solo per mezza giornata. Parla un italiano più che discreto e mi introduce bene alla conoscenza della sua nazione. Ha lavorato e lavora molto con l’Italia: fino a due anni fa, con l’esportazione di legna dall’Ucraina per i nostri mobilifici nonché per l’Ikea; attualmente, con la compravendita delle famose statue di legno o di porcellana di Capodimonte!

Chisinau non sarà una città d’arte, ma è più moderna di quanto mi aspettassi; ha un bellissimo parco dotato di connessione wi-fi e dietro le panchine centrali ci sono persino prese per la corrente.

Sono ospite di Nata, 23 anni, lavora per un canale locale, Journal tv, e si occupa di vari servizi, per lo più notizie e inchieste a sfondo sociale (interessante il suo servizio sulla Facoltà per postini!). Le sue due amiche, di cui una è coinquilina, sono anch’esse giornaliste che lavorano per la stessa emittente. Mi porta al centro sociale Art-Labyrinth, gestito da un gruppo di ragazzi salutisti e vegani, che non tollerano l’introduzione di alcool ai loro party. Di ritorno dalla festa passiamo indisturbati a pochi metri dalla residenza del presidente della republica moldova e ho la fortuna di ascoltare la storia di Tony Hawks, autore del best-seller nonché interprete del film omonimo, Playing the Moldovans at Tennis. Nella stanza dove dormo c’è Pinky, pappagallino verde simpaticissimo e libero di svolazzare per la casa e non solo. Una volta addirittura si è posato sulla spalla della padrona Nata mentre stava registrando un’intervista in strada. L’unico difettuccio è che puntualmente ogni mattina alle 6.00 come un gallo comincia a produrre sonorità varie, veri e propri glitch che però ricordano più C1P8 di Star Wars che un brano di Aphex Twin. Represso l’impulso di tirargli il collo e fatta colazione con Nata, mi avvio in cerca di una marshrutka (una sorta di minibus/share taxi, comune trasporto pubblico in questi paesi).

La gita a Tiraspol è una parziale delusione. Là ho solo un paio di contatti casuali con dei passanti, che una volta edotti sulla mia provenienza, si limitano a ridere e pronunciare le imprevedibili parole “Mafia” “Berlusconi” e “Celentano” (che è anche una catena di pizzerie, tale è la fama del supermolleggiato da queste parti). Il trasferimento da Chisinau e il passaggio della frontiera di un paese riconosciuto credo soltanto da altri due stati nel Mondo non presenta più le romantiche difficoltà di un tempo essendo diventata meta di turismo un po’ perverso. Della Transnistria o (in russo) Pridnestrovie – uno stato indipendente de facto non riconosciuto a livello internazionale, essendo considerato ufficialmente come parte della Repubblica di Moldavia o Moldova, governato da un’amministrazione autonoma che ha sede nella città di Tiraspol – si è detto di tutto e di più, dal controverso servizio de “Le Jene” ma vi rimanderei all’articolo in due parti di Alessandro Gori (parte #1 e parte #2).

L’avventura finisce qui, un altro lungo treno notturno mi porterà a Bucarest per prendere il volo di ritorno. Ho buttato giù qualche chilo e sono pieno di energie che la mia geopatia fiorentina purtroppo ricondurrà nuovamente ai livelli di partenza.

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