Andrea Nardini
SHÀNGHǍI È ormai passato più di un mese dal mio arrivo qua in terra orientale. Sono sincero. Mai mi sarei aspettato di trovare una città così a dimensione d’uomo. 23 milioni di anime, 46 milioni di occhi che ogni mattina si incrociano per le vie della capitale del mondo, come adoro chiamarla io. Ho come la sensazione che davvero esista un ponte lungo migliaia e migliaia di km che collega il Vecchio Occidente col Nuovo Oriente che avanza, conquistando terreno, fama, denaro, tecnologia, affidabilità e credibilità agli occhi del mondo intero. La frenesia spadroneggia. Suonerà un po’ come il più classico dei clichè, ma qua, “chi si ferma è perduto”. Ed io adoro perdermi.
Sabato scorso, zaino in spalla, fotocamera ed un piccolo quaderno d’appunti. Questi i giusti ingredienti per una piacevole passeggiata dalle parti di People’s Square (人民公园). Il nome, vi assicuro, è già una garanzia. O meglio, un pegno da pagare per aver anche soltanto provato ad incunearsi nei fitti grovigli di uno degli snodi principali della città. Linea 1, Linea 2 e Linea 8 della metropolitana di Shanghai (che brilla e luccica più di alcune aule universitarie italiane, ndr) convergono alla velocità della luce e con puntualità svizzera in Piazza Del Popolo (no, non siamo a Roma, ho appena parlato di rigore e tempismo, anche se con gli ossimori sono sempre stato un campione, ndr). L’afflusso all’interno dei vagoni della metro (in cinese 地铁) è realmente come si vede in film o documentari sulla lontana Cina: durante alcuni orari “di punta” esistono persone apposite, dignitosamente pagate, per impedire che maree di individui si catapultino dentro scompartimenti già altamente stipati. Non sono un eroe, non lo sono mai stato, e soffro pure un po’ di claustrofobia, ma vi assicuro che certe scene strapperebbero un sorriso anche ai più ipocondriaci della terra. L’altoparlante annuncia l’imminente arrivo a People’s Square. La porta si apre. Anche qua, come penso in ogni città dotata di metropolitana, il “Mind The Gap”, risuona nell’aria, facendo forse sentire un po’ tutti a casa propria.
Seguendo la fiumana delle persone capita alle volte di smarrire la via; soltanto in questa fermata ci sono 20 uscite. La monetina nei primi tempi è stata l’unica opzione plausibile. Avevo avuto delle dritte al mattino, in classe all’università. Numero esatto dell’exit, via da attraversare, grattacielo da tenere d’occhio come il marinaio osserva la stella polare, ed altre indicazioni utili per giungere dove già da qualche giorno avevo in mente di recarmi. Non esiste un nome, una denominazione esatta di questo luogo.
Google-ando si trovano varie definizioni: Marriage Market, Bride Market, Matchmaking Market, etc. In Italia più comunemente noto col nome di “Mercato del matrimonio” o “Mercato dei cuori solitari”. Io ho coniato un nome su misura per l’occasione: “Papà, mamma. Sono single. Aiutatemi”. Un parco. Enorme. E per enorme intendo enorme versione cinese. Enorme alla seconda.
Nei weekend (ogni sabato e domenica) quest’oasi verde, polmone della città, si trasforma in terreno di caccia. Non ci sono fucili, carabine e proiettili da sparare in aria. Qua la selvaggina si conquista con un semplice scambio di numeri di telefono ed un appuntamento. La cosa divertente però è che all’interno di questo “recinto” dell’amore, ci sono soltanto personaggi dalla sessantina in su. Non voglio assolutamente asserire che l’amore abbia una scadenza, un “da consumarsi preferibilmente entro”, anzi sono da sempre un sostenitore de “l’amore non ha età”. Qua l’anagrafe è rilevante perché nel parco del matrimonio ci sono soltanto i genitori dei figli in cerca dell’anima gemella!! Pazzesco, no? Centinaia di padri, madri (e forse qualche zia) muniti di documento A4 contenente i seguenti dati: Fototessera (Se assente, dubitare del livello di attrazione del lui/lei in questione). Nome. Età. Luogo di nascita. Altezza. Colore occhi. Indirizzo. Titolo di studio. Lavoro. Reddito. Automunito. Casa/e in possesso. Hobby.
Questi alcuni esempi presi dalla mole infinita di annunci, davvero impressionante, esposti al Parco dei single:
“Uomo, anno ’78, alto un metro e 69, titolo di studio superiore, attività propria, reddito circa 8-10mila RMB/mese, casa in affitto ma auto propria, divorziato, 1 figlio…”
“Donna, anno ’83, alta un metro e 60, laureata alla Fudan University, master in marketing e comunicazione, shanghainese, stipendio 9 mila yuan, cerca uomo con appartamento proprio, automunito, titolo di studio universitario, stipendio superiore o simile.”
“Donna. Nata nel 1983. Altezza 1.58 m. Studente presso la Jiao Tong University, lavora come assistente in un’importante compagnia straniera. Leale ed onesta. Carina ed educata. I suoi hobby sono l’antica pittura cinese e cantare. I genitori sono dipendenti in una multinazionale a Shanghai, posseggono una casa. Famiglia con strenui valori classici. In cerca di ragazzo nato tra il 1975 e 1985. Altezza non inferiore al 1.70 m. Istruzione universitaria almeno di primo livello. Gentiluomo.”
Una vera carta d’identità a tutti gli effetti. Un CV europass, sprovvisto di traduzione inglese. Vi assicuro che non ho mai visto tanti individui dialogare, discutere, commerciare numeri di telefono, trafugare notizie personali sulla propria prole. (Nemmeno al punto Snai in Viale Montegrappa, Prato, la domenica mattina.) Attraversando questi vialetti all’interno della “tenuta” si ha come la sensazione di essere catapultati in un mondo lontano anni luce dal nostro. In una terra dove tutto è attentamente controllato dal governo, dove persino i social network sono vietati, dove alcuni blogger non propriamente schierati al fianco dell’amministrazione centrale hanno fatto perdere le proprie notizie; e dove però davvero tutto funziona alla perfezione, i servizi che offre la città sono il coronamento di un sogno per chi come me si sente ultimamente un po’ troppo spesso emigrato da una società che poco ha da spartire con efficienza, vigore ed efficacia; beh, in questa terra capita di imbattersi in un luogo come questo.
Qui al People’s Square – famigerato centro di valorose battaglie ideali durante la Rivoluzione Culturale Cinese lanciata da Mao Zedong nel 1966 – proprio qui all’interno del parco cittadino, capita di ritrovarsi in certi contesti, dove davvero si fa fatica a capire se sia tutta una bufala o se la bufala siamo noi, stranieri sorpresi e meravigliati dal fatto che un padre ed una madre si alzano al mattino con il pensiero che nel giro di un mese il proprio figlio o la propria figlia debba aver trovato un/una consorte.
Non bisogna farsi troppe domande. Nessuna risposta sarebbe realmente appropriata. È così perché qua funziona così. E se lo dicono loro, anche soltanto per grandi numeri, beh, io mi fido.
* Il “mercato dei cuori solitari” ha luogo ogni Sabato e Domenica pomeriggio, da mezzogiorno alle ore 05:00 circa, all’estremità settentrionale del Parco del Popolo. La stazione della metropolitana più vicina è infatti la stazione di People’s Square. Per trovare il “mercato”, prendete l’uscita 9 e girate a sinistra per il parco.