La Cappella dei Magi. Dentro una fiaba senza tempo

Antonio Bruni Arte & Cultura in Toscana
* photo credits: Antonio Quattrone

Cappella-dei-Magi-FirenzeFIRENZE All’interno del Palazzo Medici Riccardi – al numero civico 3 di quella che una volta, per la sua ampiezza, si chiamava Via Larga, e che oggi si chiama Via Cavour – c’è la piccola Cappella dei Magi.

Alla metà del 1400, i Medici erano ormai la famiglia più potente di Firenze e nel loro nuovo splendido palazzo si fecero costruire la prima cappella privata in città, per poi incaricare Benozzo Gozzoli di affrescarla con una delle storie più straordinarie dei Vangeli: la cavalcata dei Magi verso Betlemme al seguito della stella cometa. Nessun pittore, forse, poteva essere più adatto di lui che aveva imparato dal suo maestro, il Beato Angelico, a dare un’eleganza straordinaria alle sue opere; seppe infatti trasformare con grazia l’episodio evangelico in una fiaba esotica ambientata in un paesaggio ricco di particolari e personaggi dalle vesti sgargianti per i tessuti di lusso. La cappella divenne così una piccola perla che i Medici potevano mostrare ai loro ospiti sfoggiando ricchezza e potere.

Le dimensioni ridotte dello spazio non intimorirono l’artista. Benozzo Gozzoli rappresentò il viaggio dei Magi sulle tre pareti del vano maggiore che introduce alla scarsella con l’altare – dove poggia un dipinto su tavola (Adorazione del Bambino) riferibile alla bottega di Filippo Lippi e che sostituisce un originale conservato a Berlino.

La cavalcata parte da Gerusalemme, rappresentata da una bianca città fortificata, e termina idealmente a Betlemme. Sulla prima parte si trova Gaspare, il Magio più giovane, vestito di bianco e da molti identificato in maniera idealizzata con Lorenzo il Magnifico (anche per la presenza del cespuglio di alloro alle sue spalle). Dietro di lui, diversi membri della famiglia Medici, tra cui si riconoscono con facilità Pietro il Gottoso, il committente degli affreschi, e Cosimo il Vecchio, umilmente a cavallo di una mula. Così, l’ottimo pittore e ritrattista attualizzò il corteo dei Magi. La magnifica cavalcata continua poi con gli altri due Magi, Baldassare e Melchiorre, nei quali si possono riconoscere l’Imperatore ed il Patriarca di Costantinopoli. In questi affreschi, infatti, i Medici vollero celebrare anche una loro grande vittoria: quella di essere riusciti, nel 1439, a far ospitare a Firenze i lavori del Concilio per l’unione tra le due Chiese, Greca e Latina; evento che qui è ricordato non solo con un omaggio ai suoi protagonisti ma soprattutto attraverso un’atmosfera orientale e magica che Benozzo Gozzoli seppe creare dipingendo stoffe preziose e abiti insoliti, cammelli e leopardi addomesticati.

Questa Cappella, fuori dalla folla dei grandi Musei fiorentini ma a pochi metri dal Duomo, ci regala una favola senza tempo, che neppure la massificazione del turismo è riuscita a disincantare.

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