Mauritius, l’isola che c’è

Giulia Dedionigi

Sono sulla perla dell’Oceano Indiano. Così Conrad definiva questo cerchio verde, verdissimo, circondato da sabbia bianca e acqua trasparente. È una zuccheriera in cui barriera corallina e pesci, per mimetizzarsi, sono costretti ad un guardaroba totally white. Vado alla ricerca del Dodo. Estinto. Faccio un’escursione all’Isola dei Cervi. Scomparsi. Allora cosa c’è da vedere?

Sulla riva due signore guardano le figlie giocare in acqua. Una indossa un saari luccicante, l’altra è completamente velata di nero. Mauritius è uno dei pochi miracoli, non di tolleranza, ma di perfetta armonia tra musulmani, induisti, cristiani e tamil. Per le strade si alternano uno dopo l’altro templi, chiese e moschee. Per tutti è normale così. Le ragazze, nei loro bikini occidentali, si schizzano con l’acqua e ridono. Hai visto quel video su Youtube?, domanda una. Sì l’ho postato su Facebook, risponde l’altra. È il web 2.0 bellezza, e non ci sono confini e religioni che tengano.

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foto di Giulia Dedionigi



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