Lorenzo Colzi
Che Milano sia da sempre uno degli epicentri della cultura italiana e internazionale non è cosa nuova. Anche se, a volte, alcuni eventi definiti culturali si rivelano un tentativo “fashion” di riesumare qualcosa che andava di moda magari dieci anni fa, senza essersi presi troppa briga di spolverare bene.
Se metti insieme i Röyksopp, Hurley & Muscle e la stilista toscana Patrizia Pepe per una serata del Vogue Fashion’s Night Out, probabilmente la storia cambia. E cambia soprattutto perchè le tre punte di questo stravagante triangolo sono davvero tre punte di diamante. Ma andiamo con ordine.
Siamo in Norvegia, più o meno dieci anni fa. Brundtland e Berge danno vita a un duo electro oriented che da lì a poco esploderà sulla scena internazionale: i Röyksopp. Nel 2001 pubblicano Melody A.M. che però non raggiunge il successo sperato: diventa solamente disco di platino in Norvegia e vende più di un milione di copie in tutto il mondo (500.000 delle quali solo nel Regno Unito), raggiunge la posizione numero uno nella natale Norvegia, e vede la presenza di tre suoi singoli nella UK Top 40. Roba da principianti, insomma.
William “Hurley” e Flavio “Muscle” sono invece due produttori e dj dal marcato suono deep house, gente che puoi trovare a suonare al Deep LA a Los Angeles o al Pink di San Francisco, e che remixa brani per dj del calibro di Kevin Yost (non so se mi spiego!) riuscendo pure a trovare il tempo per collaborare stabilmente con alcuni tra i brand più fashion del pianeta.
A meno che non abbiate vissuto in una caverna negli ultimi venti anni, conoscete tutti Patrizia Pepe. Per chi invece fosse stato particolarmente distratto, può sempre documentarsi su Wikipedia.
Sì, arrivare subito al dunque non è proprio il mio forte. Ma eccoci: il “dunque” in questo caso si chiama Tribal Excess ed è il party che il trio sopracitato metterà in scena a Milano giovedì 8 settembre (dalle ore 19 alle 23) al flagship store di Patrizia Pepe (in via Manzoni 38).
Un’occasione unica per vedere Milano attraverso le vetrine di un negozio con luci abbassate. Con nomi del genere stare a casa è davvero un peccato, e se vi spaventa il peccato ricordate che c’è sempre la confessione. Io ci sarò, mi sento peccatore.
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