Bruxelles, ceci n’est pas une ville

Verbena Giambastiani

La capitale d’Europa non è come te l’aspetti

Bruxelles (o Brussel) non ti accoglie con grande clamore. Solo camminando tra le sue vie si scopre poco a poco la sua anima un po’ surreale, passo dopo passo cresce la sensazione di entrare dentro a un quadro di Magritte. Il simbolo di questa città – capitale del Belgio e sede del Parlamento Europeo* (visitabile gratuitamente) – non è niente di troppo serio o impomatato come potremmo aspettarci, bensì una sbeffeggiante statua in bronzo che raffigura un bambino mentre urina in una fontana. Simbolo di un’indole anticonformista e ironica come l’arte del fumetto di cui il Belgio vanta molti eroi o meglio antieroi (di seguito vi presentiamo i tre più popolari).

“Ceci n’est pas une ville” è il sottotitolo di una non-guida alla città in cui il giornalista François Janne d’Othée intervista tre pensatori contemporanei e locali per raccontare la Bruxelles di oggi e comprendere perché non sia una città… ma molto di più: “Ceci est bien plus qu’une ville.” Acquistabile qui (in lingua francese o inglese).  


* La maggior parte delle attività delle commissioni parlamentari si svolge a Bruxelles ma un’altra sede del Parlamento europeo si trova a Strasburgo mentre il segretariato generale dell’istituzione è a Lussemburgo. Il vertice di Edimburgo, nel 1992 e il trattato di Amsterdam, nel 1999, hanno sancito questo stato di fatto. Una tale suddivisione ha ragioni storiche, ma non sempre risulta semplice da gestire sul piano pratico.

Sul sito ufficiale si legge un consiglio: “Se intendete incontrarvi con un deputato al Parlamento europeo, non dimenticate mai di precisare chiaramente il luogo dell’incontro. A chi è distratto, infatti, può succedere di recarsi appositamente a Strasburgo, sede ufficiale del Parlamento, per incontrare qualcuno che, invece, lo aspetta a Bruxelles, e viceversa. Il Parlamento europeo ripartisce le sue attività su tre città.”

Perché? Se siete curiosi potete leggere la storia.


Parchi, cioccolata e patatine

Tra chiese gotiche ed eleganti palazzi novecenteschi in stile Art Nouveau, si fanno spazio i parchi: in ogni quartiere, dal centro alla periferia, ne troverete almeno uno. Bruxelles è infatti una delle capitali più verdi d’Europa. E poi ci sono altri due motivi piuttosto ridondanti in città, o meglio due insistenti tentazioni: il profumo emanato dalle cioccolaterie presenti in ogni via, richiamo più forte delle sirene di Ulisse, e l’odore intorno agli innumerevoli chioschi di frites, le famose patatine fritte belghe* servite in coni di carta o cartoncino (attenzione a non chiamarle French fries – la ricetta belga è unica e inimitabile!) e gustate spesso in compagnia della birra (altro orgoglio nazionale: pare che le birre belghe siano fra le più varie e numerose al mondo).


* Una curiosità: pensate che in Belgio esiste il Museo delle patatine fritte! Si chiama Frietmuseum e si trova in uno degli edifici più antichi di Bruges (o Brugge, capoluogo e maggiore città delle Fiandre Occidentali; il suo centro storico medievale è stato proclamato nel 2000 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO). Da dove viene la patata? La patatina fritta è un’invenzione belga? Qual’è il segreto per fare ottime patatine fritte? Il museo racconta l’origine del noto tubero, storia che comincia 10.000 anni fa in Perù, e la sua diffusione in Europa… sino alla storia delle patatine fritte inventate in Belgio; l’edificio ospita diverse macchine per sbucciare e tagliare patate, una collezione di friggitrici retrò ed un chiosco di frites; inoltre espone una raccolta di fotografie e opere d’arte con soggetti ovviamente in tema. Ed infine l’assaggio! – Sito web: www.frietmuseum.be/en/ | Indirizzo: Vlamingstraat 33, Bruges


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Francese e Fiammingo

A partire dal primo spostamento in metropolitana ci si rende conto dell’anima cosmopolita della capitale belga. In questo flusso colorato e variegato che sale e scende ad ogni fermata, è facile confondersi e mimetizzarsi. Chiunque può essere di qui e infatti non è raro sentirsi chiedere indicazioni stradali in francese oppure in fiammingo, entrambe lingue ufficiali.

Fumetti per strada

La prima volta che si arriva alla Grand Place si resta senza fiato. Le ricche rifiniture in oro, la sontuosità dell’architettura, raccontano l’eleganza di questa città. Ma svoltando l’angolo tutta questa solennità può capovolgersi e diventare ironia: di colpo sono alcuni personaggi di fumetti belgi – come Lucky Luke, Gaston Lagaffe, ma anche e soprattutto Tintin – che si presentano ai tuoi occhi, colorando spazi urbani e accompagnandoci fin dentro la stazione centrale Gare du Midi dove ritroviamo ancora una volta un gigante Tintin.


Ma chi è Tintin? Tintin è un personaggio dei fumetti creato dal belga Hergé (pseudonimo di Georges Prosper Remi, 1907-1983), iniziatore della scuola franco-belga del fumetto; è un giovane reporter in calzoni alla zuava (nello stile degli anni Trenta), coinvolto, con l’inseparabile cane Milou, in una serie di straordinarie avventure, non prive di una punta d’ironia, iniziate con Le avventure di Tintin nei paesi dei Soviet (1929).

E Lucky Luke? Lucky Luke è stato creato nel 1946 dal belga Morris (pseudonimo di Maurice de Bévère, 1923-2001) come protagonista di un serie comica/western ritenuta un classico delle bande dessinée (letteralmente “strisce disegnate” – un modo di indicare i fumetti nei paesi francofoni). Ispirate al personaggio esistono diverse serie animate, una serie TV e due lungometraggi diretti e interpretati da Terence Hill. Nel mondo sono stati venduti circa 250 milioni di volumi della serie a fumetti.

E Gaston Lagaffe? Gaston Lagaffe è il personaggio ideato e disegnato dal belga André Franquin (1924-1997); addetto di redazione pasticcione, Gaston fa la sua comparsa per la prima volta nel 1957 sul settimanale belga Spirou* ma ben presto si afferma come protagonista di tavole e album: il suo successo è tale che l’autore, per potersi dedicare a lui, nel 1969 lascia Spirou nelle mani di Jean-Claude Fournier. Ancora oggi le sue avventure risultano attuali ed esilaranti.

Le Journal de Spirou, meglio conosciuto come Spirou, è un settimanale a fumetti franco-belga, fondato nel 1938 dall’autore Charles Dupuis per le edizioni Dupuis, di proprietà del fratello Jean. Ha ospitato i principali autori del fumetto europeo (come Daan Jippes, Hermann Huppen, Peyo, Dino Attanasio) e continua ad essere una rivista di riferimento per il mondo del fumetto. Sito web: www.spirou.com


Bruxelles è una città che custodisce le proprie tradizioni ma senza prendersi troppo sul serio; è una città che parla tutte le lingue d’Europa ma anche il suo fiammingo.

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