Le tribù del Rajasthan

Andrea Piotto | Andrea pi8

RAJASTHAN Nei duemila chilometri per le strade del Rajasthan… quante persone a piedi o in bicicletta avremo superato, con l’autobus?


Qui, nello stato più grande dell’India, si stima che 5 milioni di persone vivano allo stato seminomade e tribale, o quasi. Nessun programma governativo di sostegno, terreni agricoli spesso devastati, avvelenati dalle colture intensive degli anni passati, e poche alternative concrete alla pastorizia, in questa terra battuta da un vento rovente.


Le falde acquifere ci sono, ma si trovano spesso in profondità, e l’acqua viene collezionata nei numerosi pozzi – i johads.


Alcuni villaggi si “specializzano”, tramutandosi in enclaves per la prostituzione, il gioco d’azzardo o la distillazione illegale di alcool. Ma non è tutto così negativo. Altri villaggi sono invece oasi di pace e gli abitanti più ospitali che mai.


Le abitazioni – o jhugis – sono in terra battuta mista a paglia e sterco, e dipinte con disegni dai tratti primitivi, molto suggestivi e simili a quelli visti nelle grotte della campagna circostante.


Queste popolazioni hanno sempre coltivato la passione per le arti, ed eccellono nei campi della musica e poesia cantata.

Proprio non mi spiego come possano rimanere esclusi dalla crescita complessiva della nazione, nel bene e nel male, ma questa riflessione richiederebbe una conoscenza più approfondita della questione, che io non possiedo.

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