
Andrea Piotto | Andrea pi8
PARIS Diversi ingredienti hanno arricchito di sapore bohémienne il quartiere parigino di Montmartre: punto di riferimento negli eccessi della vita notturna fin dalla Belle Époque, eletta dimora da una sfilza di artisti e tra gli altri Picasso, Renoir, Utrillo, Van Gogh, Toulouse-Lautrec, Modigliani, Braque, il compositore Erik Satie e lo scrittore Tristan Tzara.
Nel fervore urbanistico di fine ‘800, questa collina di Parigi, coltivata a vigna e a vento nei mulini, si impreziosì della Basilique du Sacré Cœur (Basilica del Sacro Cuore), in antagonismo ai numerosi cabaret che aprivano battenti un po’ in ogni stradina.
Dalla mitologia del piacere riemergono nomi come Le Chat Noir, Au Lapin Agile, Le Bateau-Lavoir, Le Moulin de la Galette o Le Moulin Rouge, e nella zona di Pigalle, o Pig Alley (Vicolo dei maiali) per i soldati alleati, negozi di articoli erotici si mescolano a boutique alla moda e a supermercati di cibo biologico.
Place du Tertre è la piazza-ritrovo degli artisti di strada e rischia per questo un’alta concentrazione turistica… di notte però è deserta, e magica, come la vista che si apre sulla Ville Lumière.
Dal 1934, intorno alla prima settimana di Ottobre, si svolge la Fête des Vendanges de Montmartre (la Festa della Vendemmia), qui dove cresce l’unica vigna fruttifera presente all’interno della città.
Le circa 1.500 bottiglie da mezzo litro prodotte vengono decorate da artisti anche di spicco (Modigliani partecipò), e la festa, rallegrata dalle esibizioni di gruppi folkloristici in costumi tradizionali, rappresenta una ghiotta opportunità per l’assaggio dei prodotti delle terre di Francia.