Luisa Lenzi
Cesare Picco è pianista, improvvisatore e compositore. Ma soprattutto innovatore. La sua carriera è iniziata nel 1995 ed è appena uscito il suo nono album. Il musicista piemontese (nato a Vercelli nel 1969) ama sperimentare e condividere col pubblico nuove esperienze sonore. Nel suo ultimo progetto/tour “Blind Date” – ad esempio – dava concerti totalmente al buio. Solo il suono, dunque, invadeva lo spettatore “cieco” (ascoltatore) trasportandolo nella pura essenza della musica, senza altre distrazioni di decoro. Un coinvolgimento unico insomma, come unica è la dinamicità pentagrammatica di Cesare Picco, che adesso ci mostra un altro esperimento: l’unione del codice morse al pianoforte. Nasce così l’album “Piano Calling” (2012), 14 brani in cui scrittura e improvvisazione creano quadri di grande forza emotiva e un linguaggio musicale particolare che è ormai la sua firma. Nell’era dei bit, “Piano Calling” prende spunto, invece, da un tipo di comunicazione passata e ormai quasi in disuso, ma che si può considerare precursore di oltre un secolo della rivoluzione digitale: il Codice Morse. Questo apre e chiude l’album disegnando un immaginario e suggestivo percorso: elettronica minimale abbinata al suono del piano, dunque; e così due sonorità di natura opposta si legano in una sola armonia.
“Un punto e una linea. I due più semplici segni grafici. Che si trasformano in suono, un suono di allerta, che diventa Mantra nel suo dispiegarsi. Un suono che acquista significato con le pause a lui connesse: il silenzio diventa il terzo segno, quello invisibile. Il silenzio che parla, esattamente come lo spazio tra due note. Un linguaggio che può essere trasmesso sia in forma di suono che di luce, con un segnale lampeggiante e che ha realizzato in anticipo di un secolo e mezzo il presupposto dell’era digitale: la comunicazione totale tra gli uomini. Questo è il Codice Morse. Una chiamata attraverso il pianoforte. Messaggi di suoni che partono dalla sua cassa armonica per navigare liberi nell’aria, e come il morse arrivare agli uomini di tutte le latitudini. Suoni che partono dalla fotografia del presente, fatta di attesa e di spinta verso il futuro, anche se incerto. E di rabbia. Una rabbia che deve trasformarsi in consapevolezza, così come la musica deve andare oltre la fotografia del presente per dare altre visioni e soluzioni: altri nuovi mondi possibili. Questo è per me Piano Calling. Messaggio Morse e pianoforte si fondono per aprire e chiudere l’album. In mezzo c’è tutta la musica creata con il mio alfabeto, che vuole arrivare a tutti e che crede che l’unica vera prossima rivoluzione sia quella della vera connessione dell’Umanità. Non solo digitale.” – Cesare Picco
Sempre in relazione a questo suo ultimo album, vi segnaliamo un progetto interattivo (aperto a tutti!):
CREAZIONI ISPIRATE A PIANO CALLING
Piano Calling Art Box è un libero contenitore di creatività, una scatola per lo scambio tra le Arti. Lo spunto di partenza è dato dalle musiche contenute in “Piano Calling”. Il resto lo fate voi. Questo spazio è aperto a tutte le persone che desiderano utilizzare la mia musica per vedere altro.
Credo nel continuo scambio tra le Arti. Far nascere una poesia da una fotografia, da un racconto una sinfonia. Ho chiesto ad alcuni amici di lasciarsi ispirare dalle musiche dell’album, di rispondere alla chiamata del mio pianoforte andando oltre la musica con la loro creatività. E’ nata in questo modo una scatola magica: PIANO CALLING ART BOX, nella quale verranno inserite tutte le creazioni generate dall’ascolto dei brani musicali. Dai prossimi giorni, potrete visionare le creazioni di Daria Bignardi, Vittorio Bongiorno, Gioele Dix, Barnaba Fornasetti, Alberto Giuliani, Pacifico, Gigio Rancilio, Severino Salvemini, Claudio Sanfilippo, Lila Azam Zanganeh, Ugo Barbara. Ma questa scatola per le Arti è aperta a tutti. Ringrazio tutti gli amici che hanno donato la loro fantasia e talento per unirsi al suono del mio pianoforte. E ringrazio anticipatamente, tutti coloro i quali condivideranno la loro creatività. – Cesare Picco