Cosmogonie: tra creatività, arte e scienza

Per riferirsi alla nascita del cosmo gli antichi greci parlavano di κοσμογονία, ovvero di cosmogonia. Il termine compare per la prima volta nel V secolo a.C. in uno scritto di Leucippo, scritto che prende proprio il nome di Grande Cosmogonia. Il tema dell’origine dell’universo è una delle questioni più sentite dagli uomini di tutti i tempi e di tutte le latitudini della nostra terra, una domanda alla quale sono state date tantissime diverse risposte, nessuna mai definitiva. Per secoli il discorso sulla cosmogonia si è imposto nella sua variante mitico-religiosa, affermandosi come mito delle origini e leggenda fondativa, declinazione del tema oggi studiatissima da etnologici e antropologi culturali.

Di questi tempi il termine cosmogonia continua ad indicare lo studio dell’origine dell’universo, ma viene declinato in ambito scientifico, rappresentando una vera e propria branca dell’astronomia: tante sono le ricerche che si occupano della nascita e dell’evoluzione del cosmo, delle sue galassie e delle sue stelle, del nostro sistema solare e della terra stessa.

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Vista della Sala dei Giganti | Fonte: Wikimedia | Autore: Giulio Romano | Licenza: Public Domain

Al giorno d’oggi non si può quindi affrontare il tema delle origini dell’universo che alla luce delle ultime scoperte scientifiche, ma diventa veramente interessante quando questo avviene reinterpretando la questione attraverso i linguaggi dell’arte e della creatività. Troppo spesso si continua a fare l’errore madornale di contrapporre arte e scienza, si guarda al rigore della scienza come ad un freno per la creatività. Nulla di più sbagliato, come ha dimostrato la mostra Cosmogonie. La mostra itinerante, nata a Como nel 2005, è arrivata alla sua ventitreesima tappa. Dall’8 al 28 maggio è stata ospitata a Venezia, presso la Galleria Venezia Viva – San Marco 1878/a con il titolo “Viaggio al centro dell’Universo. Un omaggio a George Sand”.

L’intento dell’esposizione, a cura di Michele Caldarelli, è stato quello di esplorare attraverso l’arte astrofisica e cosmologia, confrontando diverse teorie. Si è voluto creare una profonda sinergia tra diverse discipline, senza che nessuna di queste la facesse da padrone su tutte le altre, facendo incontrare fisici, matematici, astronomi, architetti, botanici, poeti e artisti di ogni sorta.

Il fulcro dell’ultima mostra sono state le sculture Paolo Barlusconi. L’artista crea le sue opere ricorrendo a materiale di produzione industriale, che viene plasmato con l’intento di mostrare all’osservatore una sorta di passaggio di stato degli oggetti utilizzati, con tutti i paradossi che questo comporta. Le opere hanno una forma semplice al primo impatto, che ad uno sguardo più attento mostra tutta la sua complessità, la sua natura armonica geometrico-matematica.

L’esibizione ha voluto omaggiare la scrittrice inglese George Sand, che abitò a Venezia nell’estate del 1834. Forti di un approccio storico fortemente interdisciplinari si è compiuto un ipotetico viaggio verso il centro del cosmo, sulla linea del viaggio al centro della Terra che era stato tracciato dalla penna della scrittrice. Quello del viaggio verso il centro della Terra è un vero e proprio topos letterario della modernità, come dimostrano molte immagini e molti testi che sono stati prodotti tra la fine del Seicento e l’inizio del Novecento. Si fa riferimento a Jules Verne, scrittore francese contemporaneo a George Sand, maestro nel genere, ma anche all’Icosameron del veneziano Giacomo Casanova. L’Icosameron, ovvero Storia di Edoardo e di Elisabetta che passarono ottantun anni presso i Megamicri abitanti indigeni del Protocosmo nell’interno del nostro globo, è un romanzo fantascientifico dal carattere filosofico pubblicato dal Casanova nel 1788. Tra una giocata al Ridotto di Venezia, spesso descritta nelle sue memorie, e una serata in compagnia di una dama dell’alta società, Casanova si dedicava anche allo studio delle scienze, riservando notevole interesse all’astronomia. Nell’origine del cosmo è la spiegazione di ogni bellezza e l’osservazione del cosmo diventa ispirazione letteraria. Seguendo un espediente letterario tipico dell’epoca, Casanova dichiara di aver trovato il resoconto di una grande avventura che ha deciso di tradurre in francese dall’inglese. Narra così di un viaggio all’interno della Terra cava. All’epoca il romanzo, troppo visionario per i suoi tempi, non ebbe grande successo, ma venne rivalutato nei primi anni del Novecento.

Nella mostra sono stati esposti anche “lasergrammi”, ovvero delle opere realizzate impressionando la scomposizione di un raggio laser sulla superficie di una carta fotosensibile. Una particolare attenzione è stata data anche all’anniversario del cinquantesimo anno dal primo allunaggio, il viaggio cosmico più noto della storia umana. La scienza d’altronde ha reso possibile raggiungere la luna, l’oggetto celeste da sempre più amato dai poeti e dagli artisti.

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George Sand | Fonte: Wikimedia | Autore: Nadar | Licenza: Public Domain

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