Destinazione Pistoia > Storie raccontate dai partecipanti al Corso IFTS – PRODEST 2018/2019 (PROgettazione, definizione e promozione di piani di DEstinazione e Sviluppo Turistici).
PISTOIA “Quarrata città del mobile” – dice il cartello che s’incontra in autostrada. Un concetto che richiama alla mente gli antichi fasti di un boom economico, quello degli anni ’60/’90 del Novecento, dei quali purtroppo resta molto poco. Ma in realtà Quarrata è anche altro e molto più! La parte pianeggiante del suo territorio si incunea tra le città di Pistoia, Prato e Firenze, tutte facilmente raggiungibili, mentre la sua parte collinare, il Montalbano, con le sue pendici ricoperte da boschi, uliveti e vigneti, è la splendida fotografia di una Toscana che tutto il mondo conosce.
Dietro la facciata di una cittadina di provincia come Quarrata, si possono nascondere veri tesori e antiche storie, segreti e curiosità dal fascino eterno… Vi va di scoprirne alcuni?
Prendiamo subito, ad esempio, il nome Quarrata, di per sé senza significato: ad un esame più attento ricorda invece “il quadrato” o meglio la divisione in quadrati che i Romani facevano con la centuriazione dei territori rurali; per cui, il centro abitato potrebbe essere stato, nell’organizzazione viaria del tempo, un importante punto di raccordo di antichi itinerari preesistenti, utilizzato per esempio dagli Etruschi che, poco distante, avevano le basi di Artimino e Comeana.
E che dire della chiesa (pieve) di Quarrata, oggi nota per l’importante opera di pittura dei cicli parietali di Romano Stefanelli… Ad una prima occhiata vediamo un edificio in stile neoclassico di fine ‘800 ma basta girare l’angolo per notare due capitelli romani che sbucano dalla struttura e, approfondendo, si scopre che già nel 998 l’imperatore Ottone III la menziona nel suo Diploma diretto al Vescovo Antonino di Pistoia; per cui, possiamo solo immaginare il ruolo che potesse avere all’epoca anche per la manutenzione e la cura della viabilità.
E poi… La Magia, con l’accento sulla prima a! Oggi è una splendida villa di proprietà del Comune di Quarrata, da quando nel 2000, l’ultima proprietaria, la contessa Marcella Amati Cellesi, gliel’ha ceduta. Ma la sua storia inizia secoli fa, verso la prima metà del 1300, quando, secondo la tradizione, Vinciguerra Panciatichi edificò il primo nucleo di un “castello” o per meglio dire casa-torre. Acquistata alla fine del 1500 da Francesco I de’ Medici, con la ristrutturazione di Bernardo Buontalenti e la sistemazione dei giardini a cura delle famiglie proprietarie che si sono succedute nel tempo (Attavanti, Amati, Cellesi), questa dimora medicea nel 2013 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Tante sono anche le tradizioni che si possono incontrare. Per esempio, nel paesino di Colle c’è una chiesa completamente riedificata su progetto di Giovanni Michelucci, al cui interno si trova la Reliquia della Sacra Spina, proveniente dalla Corona di Gesù Cristo, quest’ultima conservata nella Cattedrale di Parigi fin dal tempo di Luigi IX, re di Francia dal 1226. La presenza della reliquia nella chiesa di Santa Maria Assunta e la posizione dominante di questa sulla valle dei tre fiumi (Arno, Bisenzio e Ombrone) hanno fatto sì che divenisse meta di pellegrinaggi per decenni, e che la Festa della Sacra Spina (a metà Settembre) fosse sempre particolarmente solenne e partecipata.
Per gli amanti del bird watching invece basta spostarsi verso i paesi di Casini, Catena e Caserana, dove incontriamo La Querciola, un’area naturale protetta, visitabile seguendo percorsi indicati e strade vicinali. Questa zona umida ha mantenuto negli anni un carattere rurale malgrado l’alta urbanizzazione circostante. Comprende al suo interno grandi prati, un reticolo di fossati e piccoli canali, specchi d’acqua di varia profondità, oltre al Museo di Casa di Zela dove possiamo ammirare una collezione di circa 5.000 oggetti della vita quotidiana, del lavoro contadino e artigianale, del nostro passato.
Spostandoci ancora, poco fuori del paese di Santonuovo, in mezzo ad una grande radura troviamo un Campo di volo, che è diventato negli anni punto di riferimento per appassionati e curiosi che amano praticare sport dell’aria su deltaplani ed ultraleggeri o che intendono conseguire brevetti aeronautici.
Infine, vi racconto della cosa che più di tutte in questi luoghi amo fare, e che vi invito fortemente a provare: una bella passeggiata tra le colline del Montalbano, percorrendo anche stradine impervie e strettissime, tra filari di viti e distese d’ulivi. È vero che gli sportivi qui potrebbero apprezzare ancor di più la possibilità di praticare trekking o mountain bike ma io preferisco immergermi in un mondo lento, fatto di suoni di un tempo, come il fruscio dei rami e il ronzio degli insetti, o quello delle campane che si rincorrono da un paesino all’altro, perdendo lo sguardo tra i colori che ancora cambiano secondo le stagioni, che da tenui diventano accesi o bruciati, e sentire quei profumi dell’aria, a volte morbidi, altre penetranti, sempre diversi e così autentici.