Anatomia di un Trullo

Erika MW

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BARI I Trulli sono un esempio architettonico di valore storico eccezionale e, nella Terra dei Trulli (in Puglia), c’è un paese in particolare che non assomiglia a nessun altro luogo al mondo e che, infatti, dal 1996 è nella lista del Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO. Come potete facilmente immaginare, stiamo parlando di Alberobello (Aiarubbédde in dialetto barese).

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SEZIONE di un TRULLO | Acquarello di Erika MW

LE ORIGINI 

Alla fine del 1400, Alberobello era ancora una selva (Silva Arboris Belli) e territorio di caccia. Quando entra a far parte delle proprietà degli Acquaviva, Conti di Conversano, quelle terre iniziano ad essere abitate e coltivate. I primi ricoveri dei nuovi abitanti erano sicuramente molto più rudimentali dei trulli che vediamo oggi, ma il sistema costruttivo è rimasto tuttavia identico. E come riportano alcuni editti del 1550, le uniche costruzioni consentite erano quelle a secco in pietra calcarea locale. I trulli, o qualcosa di simile, erano già presenti sul territorio circostante, soprattutto come dimore temporanee, ricoveri per animali e attrezzi di lavoro. Un genere di costruzione che poteva essere facilmente demolita per punire chi disobbediva alle disposizioni del feudatario oppure per evitare il pagamento di un tributo che all’epoca si doveva al Re di Napoli. In caso di ispezioni, infatti, le abitazioni venivano parzialmente demolite, tanto da sembrare ammassi di pietre, poiché, secondo la “Prammatica de Baronibus”, era necessaria un’autorizzazione preventiva prima di erigere nuovi nuclei abitati, per essere, appunto, registrati e tassati. Ma con l’avvento al potere di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1626), che si incrementa la diffusione di tali costruzioni, denominate TRULLI (“casedde” nel linguaggio popolare), dalle parole greche “thólos, troùlos” che significano cupola, oppure dal latino “turris, turulla, trulla, trullum” che indicano una piccola torre.


COM’É FATTO UN TRULLO?

Due Trulli - AlberobelloPrima di iniziare la costruzione, viene realizzata la CISTERNA scavando la roccia per 2/3 metri di larghezza e 2/4 metri di profondità (il materiale che se ne ricava servirà per innalzare i muri); la cisterna raccoglierà l’acqua piovana che scende dal cono e poi lungo i canali laterali. I MURI della base (larghi circa un metro) e le fondamenta sono costituite da grossi massi lavorati in varie misure e montati a secco. La base, di forma quadrangolare, viene elevata con un’inclinazione verso l’interno, per motivi statici e in modo da ridurre il diametro della costruzione fino a raggiungere un’apertura minima e tondeggiante. Si innalza, quindi, la parte interna della CUPOLA centrale, la CANNÉLA, ed eventuali cupole minori, che verranno rivestite esternamente con le CHIANCARELLE, inizialmente di colore chiaro (come le altre pietre calcaree usate per la struttura), e con gli anni progressivamente scurite a causa dei fenomeni atmosferici. Le chiancarelle (6/7 cm di spessore) vengono prima lavorate, più larghe verso l’esterno, e poi posizionate a secco e un po’ in pendenza (per far scivolare l’acqua senza che penetri all’interno) in cerchi concentrici, i “filari”, procedendo dal basso verso l’alto fino alla sommità, dove viene collocata una pietra di varia forma, il PINNACOLO. Su una cupola secondaria viene elevata la canna fumaria e, dopo l’intonacatura interna ed esterna (una mistura di calce e terriccio), si tinteggiano le pareti con la calce bianca che, oltre ad avere una funzione igienica, riflettendo la luce del sole, permette nei mesi caldi di mantenere una temperatura interna gradevole e, d’inverno, di non disperdere il calore del focolare (grazie anche alle ridotte dimensioni dell’ingresso e di un’unica finestra. La distribuzione interna degli ambienti è molto semplice e razionale: una vasta sala centrale, che corrisponde al cono principale, fa corpo unico con 2 o 3 spazi laterali minori, con o senza cupola, caratterizzati da ampie arcate (“alcove”) utilizzate soprattutto come camere da letto. Da un altro lato della sale si trova il FOCOLARE, che ha anche la funzione di CUCINA. La pavimentazione dei vani è fatta con lastre di pietre che si levigano con l’uso. Un solaio di tavole, poggiato su robuste travi di legno, il TAVOLATO, divide la parte bassa della sala centrale dalla volta, dove vengono abitualmente immagazzinati gli alimenti. Sul retro del trullo, si trova generalmente un orto, che serviva anche come gabinetto. Mediamente, un trullo ha una dimensione dai 20 mq ai 40 mq.

I PINNACOLI, oggi considerati elementi decorativi, si ritiene che in origine avessero un significato magico riconducibile al culto “betilico”, o culto delle pietre sacre, che deriva dal culto solare. Possono essere di varie forme, poggiati o infissi in cima alla cupola. Nei trulli più antichi, il pinnacolo è una pietra piatta o rozzamente squadrata.

I SIMBOLI dipinti sui coni dei trulli appartengono al simbolismo della religione cristiana di derivazione orientale e rappresentavano un sigillo protettivo, capace di evocare Dio e allontanare il male.


 
photogallery by Marco MW

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