“Il mio infinito”. Margherita Hack racconta l’Universo

E quando miro in cielo arder le stelle,
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
infinito seren? Che vuol dir questa
solitudine immensa? Ed io che sono?

Canto notturno di un pastore errante dell’Asia – XXIII – Canti di Giacomo Leopardi


“Forse fu quando quell’esser intermedio fra la scimmia e l’uomo assunse l’andatura eretta, circa cinque o sei milioni di anni fa, che alzò gli occhi al cielo e si accorse delle stelle. (…) La cupola che avvolgeva il suo mondo era costellata di innumerevoli puntini luminosi, la cui funzione non era comprensibile. È da quell’epoca remota che in embrione comincia l’avventura umana di capire l’universo che vi accoglie. (…) Probabilmente la scienza non riuscirà mai a far luce piena su quello smarrimento, che appartiene al territorio irriducibile del mistero dell’esistenza. Nè vuole provarci questo libro, che ha invece uno scopo più concreto: raccontare brevemente come si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo, scoprendo, all’aumentare e raffinarsi delle conoscenze, quali nuove domande sono emerse e quali vecchie risposte sono entrate in crisi, ampliando sempre di più le frontiere dell’infinito.”  – Il mio infinito, Margherita Hack

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L’astrofisica Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) racconta la Terra, il Mondo, l’Universo, con una semplicità e chiarezza strabiliante.

“Il mio infinito – Dio, la vita e l’universo nelle riflessioni di una scienziata atea” (2011) è un libro che in sole 200 pagine ripercorre la storia della scienza che studia il cielo, l’Astronomia – che, etimologicamente, significa legge delle stelle [dal greco: ἀστρονομία = ἀστῆρ/ἄστρον (stella) + νόμος (legge)] – e di questa unitasi alla Fisica (Astrofisica). Dagli antichi miti cosmogonici, ovvero sull’origine del mondo, ai primi scienziati geometri; dalle rivoluzioni dell’era moderna a Newton e la legge di gravità, dalla nascita dell’Astrofisica alla teoria del Big Bang, dalla vita terrestre agli UFO, dagli enigmi dell’universo in espansione all’idea del “multiverso” e infine all’ipotesi Dio [il principio primordiale, l’origine dell’esistenza, l’arché (direbbero gli antichi filosofi greci), concepito più volentieri dalla scienziata come “energia” creatrice e assolutamente svincolata da dogmi religiosi].

Un bel ripasso, per tutti, e uno stimolo a guardare il cielo (attitudine sempre più rara), a fermarsi ogni tanto e sedersi ad ammirare la volta celeste anche se non si è degli scienziati con un telescopio ma così, a occhio nudo, per il solo piacere di osservare qualcosa di gratuito, immenso e mostruosamente bello, e magari per pensare un po’… come faceva quel pastore errante dell’Asia che domandava alla Luna il senso della sua esistenza umana di fronte all’universo infinito. Un libro da leggere, fosse solo per farsi spiegare da Margherita Hack che: “Senza le stelle non si sarebbero potuti formare tutti gli elementi necessari alla vita”. Una verità scientifica talmente poetica e meravigliosa che fa amare la fisica persino ad una come me che di particelle, atomi e reazioni nucleari non ci ha mai capito molto. La vita, la Terra e quindi anche l’uomo. Sì, noi siamo figli delle stelle e questa non è una canzone o una poesia, è pura scienza.

“Molti si sgomentano davanti alle enormi distanze nel tempo e nello spazio di questo forse infinito universo, molti pensano che la nostra specie sia minuscola e insignificante di fronte all’universo. Eppure, quando mi capita di osservare quel bello spettacolo della natura che è un cielo stellato, mi meraviglio pensando come semplicemente analizzando la luce di quei deboli puntini luminosi che sono le stelle, semplicemente osservando i moti di quei puntini sulla volta celeste, da questo granello di sabbia che è la nostra Terra di fronte all’universo, nel giro di poche migliaia di anni, la nostra mente sia stata capace di comprendere, secolo dopo secolo, l’immensità dell’universo e i meccanismi che lo governano, e di come in questi ultimi due secoli, le leggi della fisica sperimentate nei laboratori sulla Terra, ci hanno rivelato non solo l’intima natura delle stelle, i misteri della loro formazione e fine, ma ci hanno anche permesso di ricostruire l’evoluzione dell’universo come un tutto a partire da quasi 14 miliardi di anni fa ad oggi. Ma di certo, l’enigma più grande e straordinario, ancora più che l’universo, è la nostra mente, di cui ancora sappiamo tanto poco, molto meno di quello che essa ha capito dell’universo.” – Il mio infinito, Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013)


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