VERSUS: dal Pop retrò all’iPad

Elena M. Wagner

Siamo abituati a veder nascere e morire le nuove “star” della musica in tempi record. Oggi gli artisti scrivono le autobiografie e poi fanno il secondo disco (forse). Sembra che gli unici trampolini di lancio siano via satellite, cavo o etere. I palchi dei reality-show/contest televisivi sono il (non)luogo ideale dove creare-produrre-impacchettare i nuovi “artisti-format” che devono prima saper splendere sotto i riflettori delle telecamere e poi, magari, anche suonare e cantare. E nella loro “novità” – mi raccomando – devono assomigliare a quello che passa in radio e tv (per “arrivare” al grande pubblico che ascolta sempre i soliti). Eppure, fuori da quelle scatole discografiche preconfezionate, esistono miriadi di realtà musicali alternative che nascono tra le mura di casa, nei garage e sale prove, nei pomeriggi della domenica e notti infrasettimanali, tra amici che condividono passioni ed esperimenti, tra persone che amano la Musica.

Così fanno ancora i Versus. Caso curioso e piuttosto raro, visto che ci hanno messo circa quindici anni prima di uscire con un album. Ma un Signor Album. Basti sapere che il loro secondo singolo Cosa ti aspetti da questa notte si conclude con un intervento in lingua inglese di Franco Battiato. Nella loro città, Padova, i fratelli Daniele e Andrea Dupuis, Sandro Martino e Francesco Costantino, passano notti insieme e cantano “Stare alzati la notte, non per trasgredire…” ma perchè di giorno c’è il lavoro e la famiglia; ascoltano soprattutto gli eterni miti anglosassoni – Pink Floyd, Beatles, David Bowie, etc. – scrivono testi in italiano e fanno pop sperimentale ma leggero ed orecchiabile. Alcune loro canzoni sono ritratti intimi e profondi; altre sono immagini realistiche della società e l’uomo contemporaneo. Con ironia e leggerezza criticano certe condizioni burocratiche e certi comportamenti sociali (virtuali o digitali) dettati dalla tecnologia, ma in modo sempre elegante e delicato. Nessun eccesso, nessun grido.

La ricerca di nuovi suoni si integra perfettamente ad una vaga nostalgia, e così nasce un pop che si può definire anche “vintage”. Il disco d’esordio si chiama infatti ‘Retròattivo’: uscito l’8 Febbraio 2011 su etichetta Mescal, e distribuito da Universal, contiene 11 tracce e collaborazioni artistiche con Lele Battista, Andy dei Bluvertigo e il già citato Battiato.

Esempio pratico del loro stile retrò, il Theremin suonato da Daniele (alias Megahertz): uno dei primi strumenti musicali completamente elettronici (inventato nel 1917 dal russo Lev Termen), curioso perchè si suona senza toccarlo (avvicinando e allontanando le mani dal cabinet che contiene la circuitazione elettronica, si controlla l’intonazione con l’antenna verticale e il volume con quella orizzontale).

Al Teatro Politeama di Prato – 3 Dicembre 2011

PRATO Al Teatro Politeama, lo scorso Sabato 3 Dicembre, CCT ha incontrato i VERSUS (o meglio tre componenti della band, mancava Francesco) durante le prove e il check sound per il concerto di Morgan. La band padovana sta seguendo il noto artista dal ciuffo d’argento, nel suo continuo tour per l’Italia. I Versus aprono la scena con cinque loro brani, tra cui ‘Torre di controllo’ e ‘Melody Pops’, prima di lasciare il palco a Marco Castoldi/in arte Morgan. Poi però tornano a suonare insieme a lui e da qui, quasi fosse una jam session, campo libero all’improvissazione. Nessuna scaletta: Morgan, i Versus, il polistrumentista Marco Santoro (e talvolta il pubblico), si scambiano gesti e parole per decidere il prossimo brano da fare. Morgan canta alcuni pezzi suoi, altri della sua band Bluvertigo, e altri ancora sono perle tratte dai repertori italiani e stranieri che lui stesso più ama (un incanto l’interpretazione di ‘Walking On Air’ dei King Crimson).

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foto di Simone Tofani

PRIMA DELLO SPETTACOLO
CCT INTERVISTA I VERSUS

I Versus esistono dalla metà degli anni ’90. Ma il vostro album d’esordio è uscito l’8 Febbraio di quest’anno (2011). È curioso, perché ci avete messo così tanto?
Daniele: Perché non siamo una band usa e getta. Abbiamo condiviso tanti tanti concerti e tante esperienze di vita e musica insieme. Senza avere la smania di dover uscire per forza. Questo a fine anni ’90. Poi è arrivato il momento… Ho creato uno studio di registrazione dove abbiamo iniziato a lavorare e sono nati dei brani. Alcuni sono nati nuovi, altri sono stati ripescati da quell’era pre-disco. E poi abbiamo deciso che aveva senso buttare fuori qualcosa. Per questo ci abbiamo messo quindici anni. Perché abbiamo deciso bene.
Dove avete lo studio?
D.: A Padova. Siamo tutti di lì, tranne Sandro che è stato acquisito da Roma. Lavoriamo lì e quando abbiamo materiale usciamo con un disco.
Il disco si chiama ‘Retroattivo’ o ‘Retròattivo’?
D.: Come vuoi, valgono entrambi. Si chiama ‘Retroattivo’ anche perché prende dei brani che sono stati fatti nel passato e li attualizza. Mentre dicendo “Retrò” viene in mente il vintage…
E le vostre influenze musicali…
D.: Sì ma più che le influenze, ci piaceva il modo di fare musica di quegli anni. Il modo spontaneo utilizzando strumenti veri, vivi, come gli organi Hammond, i pianoforti… e anche come il Theremin, più inusuale, il primo strumento che sfrutta il campo magnetico e che si suona a distanza, con il controllo gestuale.     
Nei vostri brani si percepisce una certa nostalgia nei confronti di un mondo meno tecnologico, meno virtuale. Secondo voi, oggi, cosa manca di più al mondo della Musica?
Sandro: Il genuino. Quella pastosità di un tempo che ancora oggi batte tante costruzioni artificiali. I suoni cosiddetti “vintage” ritornano alla genuinità. Dato che rievocano il passato c’è magari un tono nostalgico, un po’ malinconico, ma a livello tecnico danno sicuramente molto più spessore alla timbricità, sonorità e anche più calore. E poi c’è l’aspetto poetico nel rispolverare questi “vecchi” strumenti (il Theremin fu brevettato nel 1917, l’Hammond nel 1934 – ad esempio). E così noi ci riprendiamo aspetti che appartengono anche alla Musica che ascoltiamo (Pink Floyd, etc.). Rievocare il passato serve comunque al futuro. E lo si vede anche nei nuovi strumenti, persino quelli virtuali: tantissimi prendono ispirazione dalle trascorse epoche musicali.
Al vostro Pop “vintage” viene spesso attribuito un secondo aggettivo: “confidenziale”.
D.: Ecco. È ancora più adatto. Che senso ha urlare? Tutti i cantanti di oggi urlano. A noi piace creare un’altra musica, più intima. E quindi pensiamo che sia in confidenza. Ma invece sai perchè dicono che siamo vintage? Per il modo genuino e retrò in cui facciamo musica. Perché una volta, si facevano così i dischi. Erano esperienze di vita. I mezzi erano diversi, certo. Ad esempio non c’era il computer (che noi invece usiamo molto). – E come vedrete, i Versus suonano anche l’iPad. – Ci piace pensare, e facciamo così, che il disco non sia una marchetta. Non vai in studio alle 8 di mattina, timbri il cartellino e finisci il lavoro. Io lavoro nella musica a 360 gradi – Daniele è un musicista conosciuto anche come Megahertz – ma gli altri hanno un altro lavoro e quindi la notte è il momento in cui il telefono non squilla. Ci piace pensarla così ma in realtà non siamo dei nostalgici. Non siamo solo “retrò”. Siamo anche moderni. Siamo retròattivi.

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foto di Alessio Clicio e Fabio Mazzoni

Progetti in atto?
D.: Vogliamo pensare ad un altro disco… Ancora non c’è niente ma l’idea, stavolta, è di farlo uscire a breve: tra due anni. Scriveremo delle canzoni e poi vedremo se nasceranno altre collaborazioni.
E adesso siete in tour?
D.: Adesso stiamo suonando con Morgan. La collaborazione è nata dopo che è uscito il nostro disco, gli ho chiesto se gli avesse fatto piacere farci aprire dei concerti e lui poi ci ha chiesto di fare anche dei pezzi suoi insieme. È un tour che non ha mai inizio né fine con Morgan. Non c’è un tour, si è sempre in tour. Se domani ci chiama per un concerto siamo in tour. È così. E ci piace viverla in questo modo. Non c’è il periodo dei venti giorni in cui suoni tutte le sere. È un’esperienza anche quella ma vedo questo lavoro più massificato. Mi piace pensare di essere sempre in tour: suoniamo stasera, poi magari c’è una pausa di una o due settimane in cui stiamo un po’ a casa e poi ripartiamo. Ci piace andare in giro a suonare ma viaggiare è solo scomodo. Per entrare in questo centro storico ci ho messo un’ora e un quarto. Ma sai che son partito da Padova a mezzogiorno e sono arrivato qua alle cinque? Com’è possibile? Potevo arrivare a Roma.
Non vi piace venire in Toscana?
D.: Sì che ci piace. Per il cibo. E il vino. Ma anche questo teatro è bellissimo. Ecco, ci piace molto suonare in teatro, soprattutto questo disco. E come insegna Totò, ospite d’onore dell’album e nostro grande maestro di vita, il teatro è teatro.
Torniamo al vostro disco. In ‘Retròattivo’ fate un ritratto realistico e ironico della nostra società.
D.: Sì, diciamo che mostriamo una fotografia senza aver usato Photoshop.
Ma in questa società con varie “torri di controllo”, ossessionata dalla burocrazia e consumata da rapporti virtuali, esistono spiragli di luce. In ‘Mi raccomando’ dite che “La bellezza è ovunque, negli spazi più nascosti”. Dove possiamo trovare questi spazi?
Andrea: Nei luoghi cosiddetti “underground”, quelli ancora da scoprire. Negli angoli più creativi, intimi e veri. Dove le persone si incontrano, condividono ricerche, esperienze. E si emozionano insieme.

VERSUS: Daniele ‘Mhz’ Dupuis: Voce, Basso, Farfisa, Theremin, Sintetizzatore – Sandro Martino: Sintetizzatori, Hammond, Piano elettrico, Cori – Andrea Dupuis: Batteria, Cori – Francesco Costantino (il quarto assente): Chitarre.

Official Website: www.versusband.it
Facebook Page: Versus

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