Occhio all’alieno: la street art di Invader

Luisa Lenzi

Sul finire degli anni ’70 c’era un popolarissimo videogame, uno dei primi della nuova era tecnologica insieme a PacMan e ad una versione elementare del pingpong. Si chiamava Space Invaders e il giocatore doveva distruggere tanti piccoli alieni che scendevano dall’alto minacciosi, colpendoli con i raggi laser. Grazie alla street art, questi extraterrestri esistono ancora e stanno invadendo le città del mondo, ma sono del tutto innocui. Anzi, sono minuscoli schizzi di colore che spesso rompono il grigiore cittadino. Invader prende sia il nome che il soggetto della sua arte proprio da questo videogioco arcade. Artista francese dall’identità fisica ignota, nato nel 1969, ha iniziato negli anni novanta a disseminare o meglio, a “invadere” letteralmente le città del globo con i suoi alieni: piccoli mosaici colorati, fatti con tanti tassellini quadrati che ricordano i pixel delle immagini computerizzate, costruiti direttamente sul luogo dell’applicazione (tra i più celebri, la Hollywood Sign: il primo mosaico fu collocato sulla lettera D il 31 dicembre 1999).

Le tesserine vengono realizzate in laboratorio e resistono alle intemperie permettendo al disegno di rimanere inalterato a distanza di anni. Invader viaggia portandosele con sé e giunto nella città di destinazione, l’artista impiega circa una settimana per collocarle, seguendo una sua personale mappa e fermandosi sui muri di un qualsiasi edificio, marciapiede o ponte.

Lourmarin, paesino della regione francese Luberon

Dietro alla facciata curiosa e divertente c’è però uno strategico progetto di arte pubblica. Infatti i suoi interventi sono piuttosto concepiti come parte di un grande gioco globale a cui il passante è invitato a partecipare, dal momento che ogni installazione disegna degli inediti percorsi nello spazio collettivo, permettendone una diversa lettura  e modellando nuovi segni nel paesaggio urbano (vedi la francese Montpellier dove dislocando su una mappa tutti gli invaders si formava un personaggio del videogame).

London, nei pressi della Tate Modern

La lista delle città colpite è veramente lunga. Nell’elenco appaiono Parigi, Londra, Berlino, Barcellona, Amsterdam, Vienna, New York, Los Angeles, San Diego, le città asiatiche Tokyo e Bangkok, quelle australiane Perth e Melbourne e dal 2010 anche Roma. Sul sito web dell’artista si può seguire passo dopo passo la pacifica invasione, in alcuni casi completata (Montpellier appunto, Londra, New York) e in altri ancora in progress. A Parigi, sede dell’artista, finora si contano mille alieni. Al momento è la città più invasa.

Paris, Rue de la Huchette

Nei miei viaggi ho avuto la fortuna di scovarne alcuni. Non è sempre così facile, perchè Invader preferisce i luoghi molto frequentati ma non disdegna neppure gli angoli più nascosti e meno visibili. La “caccia” è aperta e per quelli che ancora non ne avessero mai sentito parlare e tantomeno avvistatone uno, non resta che aguzzare bene la vista: gli alieni sono in città.


Roma, Campo dei Fiori

INVADER Official Website: www.space-invaders.com

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