Shakespeare in the park, costosamente gratuito

Giulia Dedionigi

Time Out è la bibbia dei New Yorkesi: un settimanale con tutti gli eventi della città. Gare di scacchi, corsi di cucito nel parco, lezioni di yoga sopra i tetti. Il titolo di una colonna recita “Shakespeare in the park”. Leggo distrattamente fino a che le parole Robert De Niro, recita, Amleto e gratuito, attirano la mia attenzione.

I posti sono numerati e bisogna fare una lunga fila per ottenere i free tickets. Quando mi decido che passerò la giornata in coda, scopro che alla biglietteria aspettano, con 24 ore di anticipo dall’apertura, tantissimi homeless. I senzatetto newyorkesi hanno dato vita ad un business: riescono ad aggiudicarsi i posti per l’Amleto e poi li rivendono a 100 metri dal palcoscenico. A prezzi da prima Scaligera, aprono l’asta. Manager, impiegati di Wall Street e donne in carriera vanno al rialzo e contrattano.

Così uno spettacolo gratuito diventa uno show per i molto ricchi o per i molto poveri. Osservo perplessa la scena: andarci o non andarci, questo è il problema.

The Delacorte Theater in Central Park

 

 

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