La Vergine Annunciata – Gino Terreni

Borgo Museo | Casa Paloscia 1975 – 2021 


La vita

Gino Terreni nasce a Martignana (comune di Empoli) nel 1925 e trascorre la sua infanzia nei pressi della città toscana. Comincia a studiare arte sotto la guida del maestro Nello Alessandrini ma l’inizio della seconda guerra mondiale lo costringe ad interrompere gli studi. Dopo l’armistizio diventa partigiano e combatte sulla Linea Gotica. Alla fine della guerra riprende gli studi frequentando l’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze. Finiti gli studi si dedica all’insegnamento della matematica, della storia dell’arte e dell’educazione artistica. È membro dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, delle Muse e degli Incisori d’Italia, dell’Associazione degli Incisori Veneti e della Compagnia del Paiolo di Firenze. Nel 1955 tiene la sua prima mostra personale, e da questo momento si susseguiranno numerose esposizioni personali e collettive un po’ in tutto il mondo. Muore ad Empoli nel 2015 lasciando centinaia di opere esposte in vari edifici storici e pubblici, chiese, piazze e musei di tutto il mondo.

La poetica

Terreni è un artista poliedrico, ama spaziare tra diverse tecniche ma si lega in modo particolare alla corrente Espressionista. Le sue sono opere emotive e di forte suggestione, da cui traspare la tragicità dei soggetti rappresentati con le loro angosce e speranze. Nel corso della sua carriera ha sperimentato linguaggi e materiali diversi realizzando dipinti, sculture, monumenti, mosaici, xilografie, affreschi e vetrate. Oggi possiamo vedere le sue opere presso la Galleria degli Uffizi a Firenze, il Museo Civico di Pistoia, la Collezione Vaticana, la Collezione Puskin a Mosca (incisioni), il Museo di Leningrado (opere grafiche), e numerosi altri musei e collezioni private.
 Ha prodotto, tra gli altri, il Monumento Internazionale alla Pace (in bronzo e mosaico) presente all’Abetone e il Monumento Internazionale alla Pace e ai caduti di tutte le guerre (in bronzo e ceramica) a Montelupo Fiorentino. Come dunque testimoniano le sue svariate opere, non c’è tecnica artistica che non abbia praticato.

L’opera a Castagno

Come scrive Tommaso Paloscia le sue sono “meravigliose e scabre soluzioni formali […] dalla tecnica chiaroscurale eccellente”. In questo affresco presso Casa Paloscia a La Vigna (Castagno), la vivacità e brillantezza dei colori, particolarmente evidenti nel mosaico L’Annunciazione presente in paese, sono andate purtroppo perdute ma si percepisce ancora l’originale soluzione per rappresentare il tema de La Vergine Annunciata, che ricorda in parte il mosaico e in parte se ne distingue. Come nel mosaico è interessante la scelta di rappresentare l’Arcangelo Gabriele nell’atto di sussurrare all’orecchio della Vergine, in linea con gli scritti evangelici. A differenza del mosaico però qui Maria presenta le braccia conserte e incrociate al petto proprio nell’atto di accogliere il Verbo nel suo seno. Sempre presente a lato della Vergine è invece la colomba secondo la tradizione iconografica della rappresentazione dello Spirito Santo, a simboleggiare il momento stesso del concepimento. L’affresco si presenta quindi come “un racconto che si svolge per pacate visioni, […] esaltando la visione mistica e la poesia” per dirla con le parole del critico Paloscia. Scopri di più leggendo la scheda su L’Annunciazione.