ITALIA È bastato un post scritto su Facebook a farmi tornare il sorriso, in un momento in cui l’ansia, la nostalgia, la tristezza stavano prendendo il sopravvento e la creatività sembrava aver fatto le valigie.
“Io vorrei fare qualcosa. Vorrei raccontare questo momento, chi vuole aiutarmi?”. Lì sono arrivati dei sì, decisi. Quelli di Liliana Brucato, Eleonora Usai, Lorena Carella, Giancarla Trizio e il mio, e insieme ad Alida Melacarne che aveva lanciato questo appello, abbiamo creato un gruppo di lavoro poi divenuto redazione. Accento Acuto.
L’idea
Sei donne sparse in tutta Italia, tutte diverse, alcune incrociate durante il corso di Narrazione de La Content Academy, alcune mai incontrate prima. Così il progetto editoriale cominciava a prendere forma, grazie alla preziosa collaborazione con Cristiano Carriero e Matteo Bianconi.
L’idea era raccogliere diversi contributi e farli confluire in un unico coro di voci che raccontasse cosa ci manca in questi giorni strani di quarantena. Quei piccoli momenti di trascurabile felicità che adesso ci appaiono così dolci, essenziali e lontani.
Tramite i social abbiamo pescato tra le emozioni, lanciato un appello a cui hanno risposto in tanti, da chi affronta tutti i giorni l’emergenza in casa a chi invece è in prima linea, da chi questa emergenza sanitaria la osserva da lontano con timore a chi l’ha provata sulla pelle. Abbiamo ricevuto testimonianze di ogni genere, età e da ogni parte d’Italia.
A quel punto arriva la prima sorpresa. Francesco Poroli, art director e illustratore, decide di donarci una sua opera per dare un volto a questo progetto. Nelle sue forme, nei suoi colori, nelle sue sfumature, ci siamo subito riconosciuti tutti, come davanti a uno specchio.
Le storie continuavano ad arrivare e ai partecipanti si sono uniti alcuni studenti della Scuola Holden, coordinati da Paolo Iabichino che ha firmato la postfazione del libro.
E poi gli scrittori, emergenti o affermati, che hanno scavato dentro se stessi per trovare le parole giuste, in un momento in cui sembrava non ce ne fossero; gli esperti di comunicazione, perché mai come oggi il loro ruolo assume un’importanza fondamentale.
Hanno partecipato: Lorenzo Marone, Silvia Gianatti, Francesco Scarrone, Giulia Ciarapica, Gianluca Morozzi, Michela Marzano, Vera Gheno, Serena Uccello, Annarita Briganti, Francesco D’Amore, Alessio Romano, Erica Donzella, Valentina Sagnibene, Maria Silvia Avanzato, Annamaria Anelli, Eliselle, Matteo Bianconi, Dante Marmone, Alessandra Minervini, Dino Amenduni, Piero Babudro, Boris Sollazzo, Luigi Pane, Cristiano Carriero, Alessandro Piemontese, Marco Napoletano, Ella Marciello, Alessio Rega, Giovanni Sasso e Luciano Zaami.
Il libro
È così che nasce “Come l’Aria. Cose che ci mancano e ci riprenderemo presto”. Un atlante delle emozioni, una fotografia nitida di questo momento storico. Ogni racconto, anche il più breve, è una finestra sul mondo di chi ha donato la sua storia.
Abbiamo provato a creare qualcosa di buono in un momento difficile, con quello che sapevamo fare. Qualcosa di utile, con gli strumenti che avevamo: le parole.
Un mese di lavoro matto e disperato, che ha visto nascere non solo un progetto significativo a più voci, ma anche un gruppo di lavoro composto da sei donne che senza essersi mai guardate negli occhi condividono parole, storie e visioni come se si conoscessero da sempre. Il lavoro, anche se duro e intenso, è meno pesante se condiviso con anime affini, e trovarle così, tutte insieme è cosa assai preziosa. Ecco perché il gruppo Accento Acuto proseguirà la sua attività narrativa. Dopo Come l’Aria sta nascendo un blog – Storie che restano – un luogo virtuale in cui far nascere riflessioni che non vogliamo dimenticare. Il nostro angolo di mondo in cui incontrarci e raccontarci.