STORIE IN TAVOLA – Palermo

Stories by the “Creative Curious Travellers 2018” about the city of Palermo. A project by CCT-SeeCity. Thanks to: CLAC | @Igers.Palermo | MINIMUM | PUSH. | SeeCily Tourism Services – InfoPoint Palermo | USE-IT Palermo | ALAB | SAM! | Pasticceria Cappello | Caffè Letterario Teatro Garibaldi | Good Company Sicily | AddiopizzoAddiopizzo TravelVisit Palermo | Wonderful Italy.


PALERMO, 17 Luglio 2018

STORIE IN TAVOLA vuole raccontare di una città, la città di Palermo, attraverso le storie di coloro che la respirano e la abitano quotidianamente. STORIE IN TAVOLA nasce da un’idea di Anna Sofia Pozzato e Chen Yuxi // #CCTravellers2018.

STORIE IN TAVOLA è una serata, una cena, un invito a raccontarsi e a portare qualcosa di sé ad un gruppo di sconosciuti, a condividere. Il TAVOLO su cui si svolge la cena, ci mette di fronte l’un l’altro, ci mette in relazione, ci offre i profumi e i sapori della tradizione. L’OGGETTO, con cui gli invitati sono venuti accompagnati, racconta.

Ed ecco il dispiegarsi di storie, piatti, emozioni e pezzetti di vita che magicamente si intrecciano, creando nuove relazioni e svelando l’identità di una città, Palermo.


GRAZIE di CUORE a tutti gli ospiti/narratori per aver accolto l’invito e a tutte le persone coinvolte nell’organizzazione/realizzazione di questo racconto di Palermo. Una storia decisamente collaborativa.

In ordine alfabetico: Alessio Clicio, Anna Sofia Pozzato, Carmela Dacchille, Chen Yuxi, Cristina Alga, Daniele Marannano, Dario Bisso, Domenico Schillaci, Edoardo Zaffuto, Elena Mazzoni Wagner, Fabio Sanfilippo, Filippo Pistoia, Giulia Basile, Giuseppe Arici, Martina Giambalvo, Maurizio Giambalvo, Michela Palermo + il team creativo di Tunnu (video e foto) + lo staff di Cantiere Cucina – la Social Kitchen di Cre.Zi.Plus, uno spazio meraviglioso all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa (via Paolo Gili, 4).

STORIE IN TAVOLA - Palermo 2018 - Persone


La Città è le Persone che ci vivono

Una disciplina oltre le discipline, che è al di là, oltre il concetto di Un Cibo, Una Architettura, Un Oggetto. Una linea che coinvolge tutti invece di separare. Perché questa ricerca? Forse nasce dal bisogno di rendere nuovamente presente l’emozione nella nostra vita quotidiana. 

Ormai non sentiamo più niente davanti a tutte quelle parole “Fantastico” “Bello” “Assolutamente da provare” “Da non perdere”. Parole che ascoltiamo e leggiamo nelle pubblicità, sui giornali, in tv, su tutti i nostri display, computer, tablet, smartphone, e su quelli delle città, sui cartelloni per strada, nelle stazioni, negli aeroporti, persino quando siamo in volo. Ma non sentiamo più niente mentre la nostra attenzione viene continuamente rapita dai numerosi desideri che ci distraggono, come attratti da una mano enorme e invisibile. Non sentiamo niente quando mangiamo del cibo guardando lo schermo del cellulare. Che sapore ha? Non sentiamo niente mentre parliamo ma non ascoltiamo. Che significato hanno le parole? Non sentiamo niente mentre ascoltiamo ma non sentiamo. Che senso diamo al nostro tempo? Jovanotti diceva “Ma l’unico pericolo che sento veramente // È quello di non riuscire più a sentire niente” in una canzone del 2008, ormai dieci anni fa. 

É così comodo ordinare del cibo online, basta un click. E in qualunque città sconosciuta arriviamo, basta accendere lo smartphone e fare una rapida ricerca online per scoprire la “Top 10” dei migliori ristoranti in zona. E come davanti ad un’incredibile architettura, facciamo continuamente foto ai piatti di cibo che alcuni utenti online ci hanno raccomandato di provare. Fotografiamo anche le persone che incontriamo nei nostri viaggi e poi, dopo un altro file di 2mb salvato sul proprio archivio digitale, possiamo dimenticare. 

Una storia a tavola, vogliamo sentire questo invece, vogliamo ascoltare, realmente condividere. Fanculo il resto. Siamo umani, voci, sguardi. Possiamo raccontarci storie a tavola, a Palermo, in una città molto conosciuta da qualcuno (tutti i nostri ospiti) e allo stesso tempo una città molto sconosciuta da noi due (Chen e Sofia). In una sera d’estate, questo piccolo evento diventa così un nodo che collega persone, tempo, spazio, memoria e immaginario. Un nodo in cui ogni ospite racconta e condivide una storia e le altre persone ascoltano, interpretano, immaginano. Parlare, Ascoltare, Sentire. Riflettere, Immaginare. Tutto questo avvolto dall’odore di pomodori e melanzane di Palermo “ma non di Palermo” (come ha spiegato Dario, lo Chef, questi due ingredienti fondamentali per la cucina locale, provengono, in origine, dal sud America e dall’India). 

Quando nel nostro quotidiano parliamo di cibo, pensiamo solo a cosa comprare (ordinare online o al ristorante, pagare al supermercato e poi mangiare) – ma il cibo è prima di tutto la storia delle persone, la loro terra, la loro cultura. E quando camminiamo in una città, piccola o grande, non dobbiamo mai scordare che tutti noi siamo seminatori e che anche un seme piccolo può far crescere un albero grande, e che quel seme piccolo può viaggiare da un città a un’altra, unendo così paesi e popoli lontani ma vicini.

La Città è le Persone che ci vivono. E noi abbiamo voluto –  o almeno tentato di – vivere Palermo, conoscere le sue persone. Ci auguriamo così che questa STORIA possa essere per tutti un seme, un inizio per altri inizi, piccolo ma comunque prezioso. 

Chen Yuxi

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