
WIENER NEUSTADT (Austria) è la città che chiamo terza casa. È cresciuta sopra di me proprio come la tuta di papà degli anni ’70. È casa è Università è amore. Vedo Wiener Neustadt come fondamentale per la futura nostalgia della vita universitaria.

I dormitori che troppo spesso chiamiamo ‘Wihast’. La città è piatta e libera, allo stesso tempo sembra un parco scientifico in costruzione. Rifletto su come potrà apparire tra cinque anni, immagino come potrà essere allora la nostalgia per me. A soli 30 minuti di treno da Vienna, ideale per coloro che sono attratti dalle grandi città, dalle capitali e dalle luci brillanti. Divertente ripensare a quanto mi sembrasse ostile a quei tempi, con una popolazione di 40.000 persone e connessioni di autobus piene di orari imprevedibili. Ero più giovane allora, sono un po’ più grande ora, molto è cambiato quando guardo questa città. La stazione ferroviaria è dove cambia la mia prospettiva.

Quando arrivo, circondata da austriaci e austriache, mi dirigo verso i taxi e ne prendo uno per Viktor Kaplan Straße, la mia casa qui. L’università è parte del motivo per cui Wiener Neustadt è diventata un punto debole nel cuore. Qui i giorni sono lunghi, le notti più lunghe a volte, ma sembra spesso ancora casa. Dietro i dormitori si trova un campo aperto pieno di erba verde e di uno spazio vuoto. Ottimo per liberare la mente, è vuoto, come si vorrebbe fosse la mente di fronte a troppa tensione. Il modo più semplice per definirlo è nient’altro che terapeutico.

Mi sono affezionata alle passeggiate con gli amici in quello che sembra il mezzo del nulla, alla vita del dormitorio e al modo di vivere qui. Un vantaggio estivo è il vento caldo e la brezza fresca, il peso sembra valerne la pena. Gli inverni potrebbero non finire mai, ma non i bei tempi. Tutto a Wiener Neustadt, proprio qui a Wiener Neustadt. Fatto serio: Med Austron, che vedo ogni giorno fuori dalla mia finestra, è uno dei pochi centri oncologici che usa la terapia a fascio di ioni.