Stories by the “Creative Curious Travellers 2017” about the city of Pistoia. Thanks to: Giorgio Tesi Group | Discover Pistoia | NATURART | La Sala | FAI Giovani – Pistoia | BrickScape.it | Brandini – Pistoia | Comune di Pistoia | Pistoia Italian Capital of Culture 2017.
PISTOIA Noi di Comò Mag. siamo soliti raccontare storie attraverso il rapporto diretto con le persone. Troviamo l’ispirazione in chi dedica tempo alle proprie passioni. Per questo durante la nostra esperienza da CCTravellers a Pistoia, abbiamo deciso di soffermarci su chi la città la vive ogni giorno in modo curioso e creativo. Ci siamo immersi per tre giorni nella vita pistoiese e ora i nostri cassetti sono colmi di storie nuove da condividere. Vi lasciamo al nostro viaggio, fatto di volti e parole, quelli delle persone belle che abbiamo incontrato.
ALESSIA
Alessia è una vera forza della natura: solare, bellissima e con tanta voglia di fare, trasmette il suo essere positiva intorno a sé e noi ne siamo rimasti molto colpiti. La incontriamo al Parco di Collodi, dove si occupa della gestione dell’animazione e dell’agenzia formativa, essendo il Parco non solo un ente turistico ma anche culturale a 360 gradi, la prima fondazione in Italia dedicata all’infanzia. Abbiamo parlato con lei della sua partenza per Milano, dove ha studiato psicologia fino all’arrivo nella casa di Pinocchio, che vede nel suo presente e nel suo futuro.
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Nel mio cassetto ci sono tante cartoline, ce n’è una di Milano con le firme dei miei migliori amici quando me ne sono andata per la prima volta dalla Sicilia, una cartolina di Catania dei miei nipoti e una cartolina del parco che mi sono autoinviata, sopra ho scritto “Sorridi sempre” perché sono un’inguaribile ottimista, cerco ogni giorno di portare questa mia caratteristica nel mio lavoro al Parco.
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionata?
Il posto al quale sono più affezionata è il giardino di Villa Garzoni, proprio qui accanto, nello specifico il bosco di bambù, lì c’è una panchina, sperduta in mezzo al nulla: ecco lì mi riconcilio con il mondo, mi rilasso. Se non ho bisogno di pensare, ma di scaricare, faccio la Via della Fiaba: un’antica mulattiera che collega Collodi a Pescia; si tratta di un percorso a saliscendi che a metà ti fa arrivare ad una cascata, è meraviglioso.
Qual è stato il viaggio più curioso e creativo che hai fatto?
Il cammino di Santiago, ho fatto 400 km, da León fino a Finisterre e l’ho fatto da sola. Presto lo rifarò tutto sicuramente.
FRANCESCO
Francesco è una persona che vive, che “sente” con lo stomaco e che i binari della vita li ha voluti reindirizzare a suo piacimento. Lo incontriamo a La Degna Tana, noto locale in Piazza della Sala e di sua proprietà, nel cuore della movida cittadina. Dopo gli studi in psicologia inizia a convogliare le sue energie sociali e la sua voglia di condivisione aprendo locali, ecco che cosa ci ha raccontato la nostra prima sera a Pistoia.
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Più che un cassetto mi ci vorrebbe un comò intero! Ad ogni modo nel mio mondo c’è l’insegnamento tramite la condivisione delle esperienze in un clima di amicizia e voglia di migliorarsi sempre, c’è sicuramente la birra che ho conosciuto intraprendendo viaggi a Praga, Bruxelles e Monaco di Baviera, città alle quali sono legato non solo per lavoro. Nel mio cassetto ci sono tutte le cose che ho imparato ovunque e che ho riportato qui a Pistoia, che non è il mondo intero, ma è comunque la mia città, alla quale sono parecchio legato.
Soprattutto c’è l’intenzione di far capire agli altri che bisogna buttarsi in ciò che si vuole fregandosene di chi ti è contro, la paura di sbagliare è sana, ma non bisogna vedere il fallimento come un ostacolo.
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionato?
Ci sono due luoghi di Pistoia dentro di me, il primo è il quartiere dove sono cresciuto – Le Casermette – dove ho trovato gli amici sui quali posso contare ancora oggi. Il secondo è stato il palazzetto dello sport dove da ultràs ho vissuto una grande quantità di esperienze intense. Anche il centro cittadino, dove ho aperto i locali che fanno parte del brand La Sala, è fondamentale per ciò che sono.
Qual è il viaggio più creativo e curioso che hai fatto?
Il viaggio in macchina da solo da Santiago de Compostela ai Pirenei, poi ho fatto Zurigo, tutto il nord della Germania, Praga, Salisburgo. Anche se a breve vorrei andare in Groenlandia, dove in una settimana ti viene insegnato come costruire un igloo!
PASQUALE
Passeggiando per le vie di Montecatini Terme, ricche di un fascino malinconico per il tempo che fu, siamo stati rapiti dalla facciata in stile liberty di una villetta che dava sulla pineta. La porta era aperta e si intravedeva un suggestivo cortiletto interno, adibito a zona bar. Siamo entrati, e nello sfarzo decadente di un impianto termale degli anni ’30 chiamato Tamerici, abbiamo conosciuto Pasquale, ragazzo napoletano, ma toscano d’adozione, che da dietro il bancone del bar ci ha raccontato la sua storia.
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Sicuramente l’associazione culturale Spazio Hangar, con la quale collaboro qui a Montecatini, per la promozione di eventi musicali e artistici. Poi, nel mio cassetto c’è la voglia di camminare a piedi nudi per il resto della vita, senza bisogno di sfarzo e ricchezza. Ci sono, anche, i tanti viaggi che ho fatto in giro per l’Italia, un po’ per piacere e un po’ per lavoro. La voglia di viaggiare non mi è mai mancata ed è quella che mi ha portato a lasciare Napoli da giovane, per vivere le mie esperienze al di fuori della realtà familiare.
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionato?
Dico Montecatini Terme, città dove attualmente vivo, perché credo che sia piena di luoghi magici che andrebbero riscoperti. È una città che ha molte possibilità e, ancora oggi, un grande potenziale che però resta inespresso. Certo, il suo periodo d’oro è stato tra gli anni ’30 e ’50, quando da qui passavano davvero tutti. Non spero in un ritorno a quei tempi che credo impossibile, ma vorrei che si facesse qualcosa in più per valorizzare quello che qui c’è.
Ci sono molti luoghi bellissimi che sono stati chiusi e nessuno conosce. Chi li conosceva, pian piano li sta dimenticando. Quello che stiamo facendo qui in Viale Verdi, al Circolo dei Forestieri delle Terme Tamerici (la villetta in cui siamo entrati ndr), va proprio in questa direzione: non lasciare che le cose passino, si rovinino e si dimentichino.
Qual è il viaggio più creativo e curioso che hai fatto?
Certamente il mio viaggio che ho fatto da solo, a 18 anni, quando senza parlare una sola parola di spagnolo e di inglese sono andato ad Alicante. Quel viaggio mi è rimasto nel cuore, perché il fatto di essere da solo mi ha spinto maggiormente ad aprirmi verso gli altri. Ho incontrato tante persone belle e ho stretto molte amicizie.
ELEONORA
Nel nostro soggiorno a Pistoia abbiamo avuto anche una guida speciale, che ci ha accompagnato alla scoperta dei monumenti, delle piazze e dei musei principali della città. Lei si chiama Eleonora, giovanissima architetta e vice referente del gruppo FAI Giovani – Pistoia con il quale si occupa di far rivivere i luoghi meno conosciuti della città, riaprendo le porte di posti che neppure i pistoiesi ricordano di avere. Dopo un intenso tour della città, abbiamo fatto quattro chiacchiere per conoscerla meglio, davanti ad un buon crostino toscano.
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Prima di tutto tanta valeriana e fiori di bach, per affrontare meglio la notte! Poi, nel mio cassetto, ci sono un diario, che mi sta aiutando in questo momento, un po’ di bigiotteria e alcuni ricordi di quando ero bambina. Vorrei tanto che ci fosse anche un biglietto di sola andata, per partire, magari, verso il Sud America, o la Spagna. Ho voglia di andare via, non perché qui non ci sia nulla di importante, ma perché a volte c’è semplicemente bisogno di cambiare aria!
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionata?
Sono legata ai paesini del comune di Marliana, a ridosso dell’Appennino, tra Pistoia e Montecatini. Piccoli centri abitati dove d’inverno si contano appena dieci abitanti e che d’estate si popolano di giovani e bambini, che vanno dai nonni per trascorrere i caldi mesi senza scuola. Ricordo con grande affetto quando da piccolina arrivavamo qui, perché si formava un bellissimo gruppo di nipoti in trasferta e ci divertivamo davvero tanto.
Qual è il viaggio più creativo e curioso che hai fatto?
Quello in Nicaragua, dove sono stata una decina di giorni per concludere la mia tesi. Avete presente l’immaginario del Centro America tipico dei film? Ecco, tutto vero! Cavi esposti, collegamenti aerei dell’elettricità, famiglie intere che si spostano su piccolissime Ape Car e poi tantissimi festeggiamenti, per qualsiasi cosa. Ricordo una festa di paese, a León, dove sparavano botti e fuochi d’artificio a pochi metri dalle teste delle persone! Un mondo opposto rispetto al nostro e per questo affascinante, dove l’arte di arrangiarsi diventa il motore di ogni cosa. Poi, dal punto di vista naturalistico, un paesaggio ineguagliabile.
HIRDILAK
L’incontro con Hirdilak è avvolto da un’atmosfera sospesa sin dal primo istante. Nella piazzetta antistante l’ex chiesa di San Biagino, dove è stata allestita la sua prima mostra personale di pittura, stanno due poltrone; avvolti dalla tranquillità ci siamo presentati a Francesco, in arte Hirdilak, a Giulio, l’amico poeta, e dopo ad Eleonora, donna e musa dell’artista.
Hirdilak sembra provenire dalla Parigi bohémien del primo Novecento – come lui stesso ci confessa in questo salotto all’aperto – abbiamo iniziato a parlare delle opere che ci hanno più colpito, delle suggestioni della musica di Manu Chao fino ad arrivare alle nostre domande.
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Dal mio cassetto a doppio fondo sto cercando di tirare fuori tutta la pittura, tutte le correnti pittoriche, le cui citazioni inserisco nei miei quadri. Poi nel cassetto sta tutta la storia dell’arte, le poesie di Léo Ferré, cantautore francese del Novecento, un anarchico che insieme a Tiziano è il mio maestro spirituale. Nel mio cassetto si trovano anche Goya e Camarasa, altro pittore spagnolo che dipinge con una sensualità che ti fa sciogliere.
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionato?
Io mi sento bene lontano dalla città, fuori Pistoia in un piccolo paese vicino ad un bosco incantato dove faccio bellissime passeggiate, è il mio rifugio. Il posto si chiama Fabiana, ci sono dieci case ancora abitate e nemmeno più il bar. Spesso mi ritrovo con un mio amico d’infanzia e ci godiamo il panorama dopo aver letto una poesia di Gozzano incisa sul muro di una casina.
Qual è il viaggio più creativo e curioso che hai fatto?
Io amo viaggiare innanzitutto e il viaggio più interessante l’ho fatto a 8 anni con i miei genitori che mi portarono a Parigi, al Louvre, alla Gare d’Orsay e mi hanno fatto fare un ritratto a Montmartre. All’epoca non capii nulla, mi spaventai, anzi, di fronte alla pittura, senza sapere che poi sarebbe stata la mia compagna e sposa. Quando mi ritrassero sentivo una forza dentro di me che ho compreso soltanto anni dopo dipingendo io stesso.
MASSIMO
Massimo è giardiniere, si occupa della produzione delle piante del vivaio e della scelta di quelle da spedire in tutto il mondo. Siamo in uno dei vivai di Giorgio Tesi Group, che ci ha ospitato nella nostra scoperta del territorio pistoiese. Massimo è un lavoratore appassionato che ci ha raccontato qualcosa di sé facendoci fare un tour del grande e colorato vivaio sopra un caddy.
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Sicuramente le piante, intese come lavoro all’interno del vivaio ma anche come passione, perché senza passione questo lavoro non si può fare dato che richiede tantissime attenzioni e cura. Un altro interesse è il calcio e d’estate mi piace molto giocare a ping pong.
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionato?
Piazza della Sala, uno dei posti più caratteristici della città, dove la sera esco con gli amici o con la mia ragazza.
Qual è il viaggio più creativo e curioso che hai fatto?
Il viaggio più bello che ho fatto è stato in Bulgaria, a Sunny Beach, che è l’Ibiza dell’est. Nessuno se l’aspetta, se volete uscire dalla monotonia delle solite mete ve la consiglio!
TOMMASO
Tommaso è stato l’ultimo incontro del nostro soggiorno CCT prima di ripartire. Si è trasferito da un anno qui ed è gelatiere, mestiere che svolge nella sua “Fabbrica del Gelato” nel centro di Pistoia. Abbiamo domandato a questo ragazzo alto e con la barba di raccontarci un po’ di sé e della sua voglia di fare questo lavoro… (e ovviamente abbiamo provato il suo gelato che è davvero qualcosa di sublime!)
Cosa c’è nel tuo cassetto?
Nel mio cassetto c’è la volontà di rendere le persone consapevoli di questo: il gelato non è la bella montagna colorata dietro una vetrina, ma altro! Il gelato è latte, panna e zucchero. I gusti che propongo sono stagionali, quindi – ad esempio – da me il gusto fragola a dicembre non c’è. Il mio desiderio è indirizzare il pubblico verso un prodotto di qualità, pulito.
Qual è il luogo di Pistoia e dintorni a cui sei più affezionato?
Continuo ad essere molto legato a Prato, le mie radici, ma di Pistoia mi piace la movida che nella mia città, a circa 20 km da qui, è un po’ mancata… (anche se negli ultimi anni sta cambiando molto).
Qual è il viaggio più creativo e curioso che hai fatto?
La Giornata Mondiale della Gioventù nel 2011 in Spagna, un viaggio fatto con altri quindici ragazzi… per incontrare il Papa. È stato emozionante arrivare a Madrid e ritrovarsi insieme a tutti quei giovani provenienti da tutto il mondo.
Grazie Comò Mag. per ricordarci – con questo racconto – quanto la cosa più bella del viaggio sia incontrare le persone dei luoghi che si attraversano! Le città, i luoghi, sono le persone che ci vivono. E i viaggiatori più curiosi e appassionati incontrano sempre e ovunque, inevitabilmente, loro simili. Grazie, CCTeam