Gilbert Grape vive nella piccola cittadina statunitense di Endora, nello Iowa, dove non accade mai niente. Fa il commesso nella drogheria della città ma gli affari non vanno per il meglio a causa dell’apertura del mega discount FoodLand e la sua famiglia ha molti problemi: il fratello minore Arnie è autistico mentre Bonnie, la madre, non esce di casa da sette anni essendo ingrassata a dismisura dopo il suicidio del marito e la morte del maggiore dei figli. La sorella più grande, Amy, è disoccupata ed Ellen, la minore, va ancora a scuola.
Gilbert tira avanti fra un problema e l’altro sperando in un cambiamento che sembra non arrivare mai finché un caravan carico di dolcezza non si ferma in città.
La commedia – diretta nel 1993 dallo svedese Lasse Hallström – si svolge nella provincia americana più monotona: ogni giorno scorre uguale al precedente ed il più piccolo evento è un’illusione di cambiamento. In realtà tutto scivola piatto verso una nuova giornata perché “descrivere Endora è come ballare senza musica”.
In questo contesto la famiglia Grape, con tutti i suoi problemi, risulta un diversivo per gli abitanti della città: Bonnie è oggetto di scherno quotidiano da parte dei ragazzini a causa della sua mole immensa mentre Arnie, con la sua tendenza a cacciarsi nei guai, rappresenta una variazione ad uno spartito sempre uguale.
Buon compleanno Mr. Grape (What’s Eating Gilbert Grape) è dunque una commedia incentrata sui temi del disagio e della diversità: gli argomenti in questione sono affrontati in maniera delicata ma mai ricattatoria da parte del regista, merito non indifferente vista la generale tendenza al pietismo in tali contesti.
Inoltre, la fotografia dai toni pacati e i costumi stile grunge-trasandato dei protagonisti la rendono adatta per essere gustata sul divano sotto un bel plaid a scacchi in una domenica d’autunno, una di quelle domeniche in cui non c’è niente da fare perché abbiamo svolto tutti i compiti settimanali.