FIRENZE É talmente bella la facciata della Basilica di Santo Spirito che può permettersi qualsiasi faccia! E ce lo dimostra DIMORA LUMINOSA: un progetto di The Fake Factory (studio di Video Design & New Media Art dal 2001) + IED Firenze (Istituto Europeo di Design) che si ripete dal 2012 a Dicembre, durante il F-LIGHT (Firenze Light Festival). Per qualche settimana, la “faccia” di questo luogo sacro s’illumina e trasforma grazie alla magia del mapping: la proiezione mappata di contenuti video (2D o 3D) su una superficie qualsiasi (in questo caso, la facciata di un edificio monumentale). Sia le grafiche statiche che quelle dinamiche sono proiettate per la durata di 30 secondi, alle quali segue una slide di 5 secondi con i credits dell’autore/i (nome ed eventuale sito).
Partendo da un omaggio al celebre progetto di Mario Mariotti, intitolato Piazza della Palla (1980), ogni anno le video proiezioni di Dimora Luminosa sono lo studio di un tema diverso e si ripetono ogni sera all’imbrunire a partire dal 13 Dicembre, giorno che ricorda Santa Lucia (protettrice della Visione).
In attesa dell’ormai vicina terza edizione, ecco qui le nostre foto scattate nel Dicembre 2013 (secondo anno, tema: OltreConfini.BeyondBorders). Di seguito, invece, il video-racconto del primo esperimento (Dicembre 2012) e infine, per i più curiosi, la spiegazione del progetto che ha ispirato tutto questo, tratto dall’Archivio dell’artista Mariotti.
Buona Visione!
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Dimora Luminosa (2012)
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Piazza della Palla
Gioco
Prima prima, quando le Palle di Porpora occuparono i confini celesti con la superba geometria delle astronavi, il leone custodito-custode del recinto murato della città di Firenze sospese il ruggito e restò di marmo. E le Palle invasero i palazzi e le chiese, le vele di seta e le balle di lana. Si impressero sullo scudo del soldato e del mercante, furono insegna di mestieri e dell’arte, sciolsero nodi e legarono anelli. “Palle! Palle!”, grida il popolo al loro passaggio e volgarmente confonde bestemmie e preghiere, poiché tutto viene dalle rotanti sfere che solamente a Giove rispondono del loro moto. L’ombelico del mondo, come si era stabilito per qualche stagione nel centro della Palla Vermiglia, così se ne mosse con il tempo scivolando verso posizioni più periferiche. A causa di questo storico movimento la Palla si è trovata con l’ombelico più esposto e, se toccata in una certa maniera, sente l’effetto del solletico. Ho avuto la parziale fortuna di trovarmi nei luoghi e fra la gente dove ancora si custodiscono le Rotonde Reliquie, visitate da folle incessanti di pellegrini. L’estate scorsa, approfittandomi della distrazione o della complicità dei custodi (è stato il gesto sacrilego?), ho allungato una mano e pizzicato l’oggetto della venerazione che è schizzato come una girandola fra le gambe dei fedeli e, rotolandosi per il solletico come ogni palla provvista di un ombelico di traverso e di senso della festa, si è diretta con noi festanti verso Piazza S. Spirito che per l’occasione è stata prontamente ribattezzata “Piazza della Palla”. La palla, sfuggita con un inganno alla geometria dello stemma ed al composto equilibrio della storia, è rotolata nel campo della piazza a muovere il gioco.
Scena
Piazza S. Spirito è uno di quei teatri, ogni città ne ha uno, dove la scena è in platea: la palla riproduce la forma del mondo sul quale gioca e la scena rappresenta la piazza che la contiene. (Da bambino abitavo sopra la cartoleria al numero 13 e, oggi ne sono sicuro, è stata questa piazza il primo teatro che ho conosciuto). Piazza S. Spirito non è mai stata un “Teatro di Verzura” disegnato dai giardinieri del Re, anche perché la mattina ci lavorano gli ortolani con le loro quinte effimere di teneri finocchi e zucchini bitorzoluti, e ad annaffiare le siepi ci pensano i cani. Al centro la fontana piscia da tutti i buchi forse in omaggio ai giochi d’acqua di Bernardo delle Girandole che, proprio nella chiesa di S. Spirito, costruì una nuvola piena di musicisti che si schiantò durante le nozze di Virginia dei medici ammutolendo il coro: il Caccini, che approfittò dell’incidente per cantare il primo “a solo” della storia, da allora si chiamo “Felice Giorno”. Ancora oggi la facciata della chiesa guarda un poco di traverso la piazza ed il suo teatro ingannevole dove si recitano tutte le parti distribuite dalle compagnie che hanno repertori e nomi diversi: “Gli Immobili”, “I Gelosi”, “I Confidenti”, “I Fantastici”, “I Rozzi”, “Gli Intronati”, “Gli Ingannati”. Escluso un assessore, che fra l’altro oltre a scritturarmi come Bernardo aveva riscosso un certo successo personale nel ruolo di principe, tutte le parti restano confermate. Si replica. La scena del principe, oggi assessore alla cultura, anima la corte. Rappresentazioni variabili si specchiano nella piazza, luogo teatrale costante.
Proiezione
Gli ultimi Medici sparirono così alla svelta che non fecero in tempo a finire le facciate delle chiese. E i fiorentini, ancora pieni di superbia quanto di miseria, si buttarono con entusiasmo a progettar facciate (esercizio decoroso ed economico ad un tempo); non appena Firenze fu eletta a capitale dell’Italia Unita, subito i fiorentini tirarono in ballo dai loro concorsi di facciata i progetti vincenti da far pagare alla Nazione e, svelti svelti, ne riuscirono a tirar su due: S. Maria del Fiore e S. Croce. Fortunatamente la capitale passò a Roma, le altre facciate furono risparmiate e il mio progetto di S. Spirito salvo. Così nella notte la chiara superficie della chiesa è stata gioco e scena delle sue immagini possibili, proiezioni distanti anni luce dalle nostalgiche certezze dei restauratori. Come in una commedia dell’arte lo scenario si è illuminato per una rappresentazione “all’improvviso”, dove ai concetti eruditi degli innamorati si succedono i lazzi ridicoli delle maschere. Adesso i comici si sono ritirati: la facciata è stata restituita alle proiezioni della luna (ma quando, io, riuscirò a proiettare sulla luna?) e la Piazza della Palla è tornata ad essere Piazza S. Spirito. Il progetto di facciata, tema ereditario del non finito, ha preso a modello S. Spirito. Nella notte, la facciata lunare della chiesa riflette le varie figure dell’immaginazione collettiva.
Archivio
Piazza della Palla è di nuovo Piazza S. Spirito ed ha preso forme diverse: le 128 pagine di [un] libro, le migliaia di Palle, un film di sei minuti e, in piazza, l’archivio dei progetti nella saletta da caffè del Bar Ricchi. Comune di Firenze – Firenze Estate 1980. Gioco, scena, proiezione di Mario Mariotti. Piazza S. Spirito, 21 luglio – 8 settembre 1980.
[Testo pubblicato in Mario Mariotti, Piazza S. Spirito, Edizioni Alinari, Firenze 1981. Archivio Mariotti]