Demetra Fanetti | Guida Turistica abilitata e specializzata su Siena e Firenze
FIRENZE Ecco cosa veramente sapevano fare i fiorentini: i mercati e i cappelli di paglia. E pensare che un tempo Firenze pullulava di mercati: dal mercato vecchio in piazza della Repubblica al mercato di San Lorenzo, dal mercato della paglia a quello del pesce, dal mercato di San Frediano a quello di sant’Ambrogio e tanti altri ancora…
Oggi, tra tutti, quello più simpatico è il Mercato Nuovo sotto la Loggia del Porcellino, ad un passo da Piazza della Signoria. Pochi sanno che proprio lì sostava l’antico Carroccio fiorentino, simbolo della Repubblica e della libertà; che lì vi si riunivano le truppe fiorentine prima della battaglia al suono della “martinella”, la piccola campana che sovrastava il grande gonfalone con il giglio rosso in campo bianco.
E sempre lì veniva eseguita una delle più umilianti pene che i giudici del Bargello potessero decidere: l'”acculata”. Il condannato, spesso colui che era stato accusato di bancarotta, veniva denudato nel fondo schiena e gli veniva fatto battere una o più volte il sedere nudo sulla pietra raffigurante una ruota del Carroccio, che tutt’oggi si trova al centro della loggia. Da questa bizzarra condanna derivano i detti popolari: “essere con ‘l culo per terra” – ovvero essere ridotto economicamente allo stretto – e “avere sculo” – essere sfortunato.
Uno spazio dove oggi si possono trovare bancarelle con venditori di borse e cinture in pelle, varie sciarpe e magliette, ma in verità una delle manifatture tipiche fiorentine – quasi “estinta” – è la produzione di cappelli di paglia.
Come si vedono nei quadri ottocenteschi, le donne stavano sedute vicine ai loro fasci di paglia e con le loro abili mani, tra una chiacchiera e l’altra, intrecciavano con tanta maestria e velocità il filo di paglia per realizzare pregiati cappelli. Di questa arte e moda ce lo racconta la mostra temporanea (3 Dic. 2013 – 8 Giu. 2014) a Palazzo Pitti – Il cappello tra arte e stravaganza – e la permanente del Museo della Paglia e dell’Intreccio a Signa.