Chiara Piotto
PISA-NORDKAPP Si può andare in Vespa fino a Capo Nord. Ci vuole resistenza, pazienza, coraggio, un pizzico di incoscienza. Un compagno di viaggio e la capacità di restringere al minimo i bagagli. Ma, soprattutto, ci vogliono dei guanti gialli da cucina. Un dettaglio curioso questo dei guanti di gomma: ma i veri vespisti lo sanno, che contro l’acqua e il freddo sono migliori dei guanti più tecnici in commercio.
Filippo Logli, 28 anni, ha in comune con la Vespa il punto di partenza: Pontedera, in provincia di Pisa. Da lì sono partiti entrambi, lui incallito viaggiatore, lei fedele compagna di viaggio degli italiani e non solo. Un incontro predestinato, il loro: così Filippo, dopo quattro anni di giri per il mondo – tra i Caraibi, il Sud America e l’Indonesia – ha deciso di rispolverare la vespina di famiglia e di rimetterla in moto. Ne è derivato subito il progetto di andarci fino a Capo Nord. Detto fatto. Sei mesi dopo ne è nato un libro chiamato proprio “In Vespa a Capo Nord“, pubblicato da Exorma con la foto della vespa carica di pacchi e adesivi in copertina. Un libro che oscilla tra l’ampia narrativa di viaggio, i consigli turistici e il genere memoriale-diaristico, imbevuta di esperienza personale e aneddoti vivaci sugli incontri, gli inconvenienti, le aperture e gli scontri che un viaggio simile comporta.
La co-protagonista è una semplice Vespa 125 PX del 1982 che in Italia non può neppure andare in autostrada. “Ma come, hai imparato a guidare due settimane fa e già vorresti andarci fino a Capo Nord?” hanno chiesto i soci del Vespa Club di Pontedera a Filippo. “Perchè no” ha risposto lui, che non conosce modi comodi di viaggiare. Determinato a partire, con alle spalle i preziosi consigli dei veterani vespisti e il sostegno di sponsor numerosi – tra cui Piaggio, il Vespa Club Mondiale, Michelin – Filippo è partito davvero, accompagnato dall’amico e co-pilota Alessandro Pierini, in due stipati su quella vespina dai 70km/h di velocità massima. Per fare quei 9.680 km ci sono voluti 34 giorni, con una media di 345 km e 8-9 ore di viaggio ogni dì.
All’andata hanno tracciato un percorso lineare: Pontedera – Innsbruck – Monaco – Norimberga – Berlino – Copenhagen – Stoccolma (e quando arrivi lì, sei solo a metà!) – Umea – Tore – infine Capo Nord. Quello che non tutti sanno è che di Capo Nord ce ne sono due: uno turistico e “ufficiale”, pieno di bar, ristoranti, saune e visitatori stranieri – un po’ come qualsiasi passo di montagna – mentre l’altro è intimo e cupo, semi-deserto, e si raggiunge solo con una camminata di una ventina di km a piedi. Ma a quanto pare ne vale la pena.
Il ritorno è stato altrettanto lineare, attraversando la schiena della Norvegia i due sono scesi a – Oslo – Amburgo – Francoforte – Milano, arrivando di nuovo a Pontedera, dove al Museo Piaggio ora la Vespa di Filippo è in esposizione, a fianco di quella del celebre Giorgio Bettinelli – padrino dei viaggi in Vespa. Aggiungendo che i due piloti hanno dormito sempre in couchsurfing o in tenda, l’andata-ritorno fino al limite estremo del Nord Europa non è quello che può dirsi propriamente una “vacanza”; può invece a pieno titolo – e meritatamente – definirsi un “viaggio”.
Qui il VIDEO-REPORTAGE montato da Filippo Logli (attenzione: non guardatelo, se non avete modo o tempo di partire nel breve periodo):
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“In Vespa a Capo Nord” di Filippo Logli
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