Tassen Museum: il Museo delle Borsette più grande del mondo

Chiara Piotto

AMSTERDAM Dire che il vostro primo giorno ad Amsterdam avete visitato il Museo delle Borsette farebbe perlomeno alzare il sopracciglio a chi vi ascolta. Ma come, il Museo delle Borsette quando ci sono il Museo di Van Gogh, la Casa di Anna Frank e non da ultimo il quartiere a luci rosse? C’è persino quello delle pipe (Pijpenkabinet). Per non parlare di mercati e mercatini, musei d’arte e storia, parchi…

Quello che di nome rischia di essere liquidato come “attività fashion e piuttosto deculturata” è in realtà un modo diverso di approcciarsi alla storia. Il Museo delle Borsette – nome completo Tassen Museum, Hendrikye – Museum of Bags and Purses – espone in vetrine scintillanti il passato lungo 500 anni di uno degli accessori più onnipresenti e utili del nostro modo di abbigliarci. Come elemento versatile, prima utilitaristico e poi decorativo, la borsa è adatta più di altri capi di vestiario ad illuminare il cambiamento avvenuto nelle abitudini sociali negli ultimi secoli, anche se in veste di osservatore indubitabile.


Il Tassen Museum è, nel suo genere, il museo più grande del mondo e con la sua collezione di 4.000 borsette si adagia al numero 573 della centralissima Herengracht, in un palazzo settecentesco che si affaccia sul canale e che conserva alcuni affreschi e arredamenti storici.

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L’esposizione comincia dalle prime borse, usate per contenere le monete ed esclusivamente maschili; seguono le “Gaming Purses”, le borsette cinquecento-settecentesche del gioco d’azzardo, nate per portare monete e carte, e fatte per stare “in piedi” sul tavolo da gioco. Si considerano borsette anche le catene che le cortigiane medievali si legavano intorno alla vita, con appese le chiavi del castello così come, più avanti, i set da cucito. A Limoges, in Francia, si collocava il maggiore centro di produzione delle borsette da matrimonio, studiate per contenere 12 (come gli apostoli) o 13 (numero di Cristo) monete che il marito regalava alla sposa il giorno del matrimonio nel basso medioevo.


Il seicento e il settecento, secoli licenziosi e libertini, vedono la nascita delle borsette atte a custodire le lettere, soprattutto quelle d’amore. La scoperta di nuovi materiali introduce poi nel settore il vezzo delle borsette in guscio di tartaruga, in alligatore (con tanto di testa e zampette), in ricco avorio. Borse sono anche gli zainetti di scuola, soprattutto se in legno e fatti a mano come quelli di fine ottocento olandesi, o le ampie borsone da viaggio in pelle o strutturate a cassetti.

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Il piano intermedio del museo è invece dedicato alle borsette moderne (e tendenzialmente eccentriche): si va dai veri pezzi tradizionali che più classici non si può – la Kelly, la Chanel in pelle d’agnello – alla borsetta Cupcake di Judith Leiber che compare in Sex & The City o a quella tutta foglie di fico portata da Madonna. Ce n’è anche una di Elizabeth Taylor, così come una a forma di porta-champagne.

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Al piano più basso infine si possono visitare le collezioni temporanee, attualmente dedicata ai ventagli, oggetti ancora più vezzosi e riccamente decorati. Per tenersi attivo il Museo organizza persino workshop creativi, thè con pasticcini e feste. A chi vuole contribuire al suo mantenimento, non resta che inserire qualche spicciolo nella borsetta-raccogli-fondi in plastica trasparente.


Insomma, il Museo della Borsetta è un buon indirizzo, un museo alternativo e di nuova generazione che vale la pena visitare, al di là della passione per il mensile Vogue Accessori. È aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 e ha prezzi d’ingresso ridotti per gli studenti. Pare che non abbiano neppure l’allarme: accolgono volentieri i borseggiatori (che freddura).

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Tassen Museum, Hendrikye – Museum of Bags and Purse
Address: Herengracht 573 1017 CD Amsterdam | Mon – Sun, 10.00 – 17.00
Site: www.tassenmuseum.nl | Facebook: Tassenmuseum Hendrikje | Twitter: @tassenmuseum

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