Giulia Lazzerini | Associazione Culturale Succede solo a Bologna
BOLOGNA, 21 Aprile (1945) “All’ippodromo ci sono le corse domani”: con questo segnale il 21 aprile 1945 la BBC diede inizio all’attacco congiunto di truppe alleate e dell’azione partigiana. Quel sabato, fu un’alba molto lunga per Bologna, che vide entrare nelle sue mura il 2° Corpo Polacco dell’8° Armata Britannica, il 91° e il 34° reparto avanzato USA, le avanguardie combattenti di Legnano, Folgore e Friuli e buona parte della brigata partigiana di Maiella. I partigiani occuparono i punti nevralgici della città, tra cui la Questura, il carcere, la Prefettura, il Comune e le caserme. “I nazifascisti sono stati cacciati e non ritorneranno mai più” dichiarò Onorato Malaguti – che diverrà il primo segretario generale della Camera del Lavoro – alle truppe amiche, ben consapevole che ancora l’Italia intera era assoggettata al giogo tedesco. Dopo l’espugnazione di Bologna, i nazisti e le loro truppe scapparono verso il nord in una disperata fuga.
Quel 21 aprile, la vista dalla torre degli Asinelli è esaltante. Finalmente liberi, i bolognesi escono in strada per festeggiare i loro eroi. I bersaglieri sfilano in via Rizzoli in mezzo alla folla esultante. Dal balcone di Palazzo d’Accursio si affaccia il nuovo sindaco di Bologna, Giuseppe Dozza (primo sindaco del dopoguerra) che riceve le consegne dall’ex podestà fascista.
Bologna è la prima città del Nord Italia a respirare nuovamente la libertà dalla dittatura nazifascista. A tutti i valorosi combattenti caduti per liberare la popolazione, viene dedicata una lapide in Piazza del Nettuno, sulla facciata del Palazzo Re Enzo, con la partecipazione anche di una delegazione polacca.
Questo breve articolo è dedicato alla memoria di chi ha vissuto quei tragici giorni, a chi ne ha visto la fine e a chi non ce l’ha fatta. A chi col proprio sangue ha scritto un nuovo capitolo della vita bolognese, italiana. A quanti di noi tendono a dimenticarsi quanto sia preziosa la nostra terra, la nostra identità di popolo così forte e tenace, e quanto sia costata la nostra libertà, quella libertà che continua a permetterci il confronto, anche se a volte politicamente tumultuoso, come in questi giorni.
Dedicato a chi ama questo Paese e questa città così Dotta, Rossa e Grassa. “Viva Bologna!”