Andrea Nardini
“Aprendu la fenescia stamattina,
cu nnu respiru a razze sternicchiate,
m’àggiu mbriacatu t’aria cetratina,
antica e frisca ‘ndore te lu state.”
“Nc’è sempre na canzune o na puesia,
ca puru ci lu tiempu fusce e passa,
cumpagna te la vita mai te lassa
e comu pe meraculu, mascìa.”
LECCE Undici anni e non sentirli. Ricordo ancora la prima volta: 4 famiglie e 300 bagagli. Un viaggio interminabile, 930 km di asfalto incandescente, almeno 2-3 rustichelle, 1 redbull (che non ti mette le ali, ma ti spalanca gli occhi) e tanta tanta musica. Nel corso degli anni anche qua molte cose sono cambiate: dall’audiocassetta, al lettore cd, al caricatore da 6 cd, al lettore mp3, all’iPod, alla chiavetta USB, intervallate sempre dalla ricerca spasmodica di un’emittente radio che trasmetta almeno 10 minuti di buona musica. Niente da fare. Sono sempre stato uno di quei personaggi che difficilmente arriva al termine di un brano, che si tratti di Bob Marley (amen) o Eddie Vedder (ri-amen). Adoro scarrellare le mie playlist, e posso cambiare radicalmente gusti e preferenze dalla domenica al lunedì mattina. Basta una nota, un lieve pizzicare di corde e m’innamoro follemente di quel pezzo, di quel frammento di poesia, più nota come musica. E mi è accaduto anche quest’estate passata in Salento. Casa mia.
Ho avuto la fortuna, o il destino ha davvero voluto così, di incrociare una mattina al bar del paese Alessandra Pomarico, negli anni direttore artistico e curatore di Sound Res. Dopo un delizioso caffè in ghiaccio, le illustro le idee e il lifestyle CCT, e in trenta secondi mi ritrovo catapultato in un mondo incantato, fatto di uomini, donne, bambini, anziani, ammaliati dall’arte dei suoni. Si tratta di Sound Res, appunto, giunto quest’anno alla 9° edizione, una residenza internazionale, un festival e una scuola intensiva per la nuova musica. Musicisti dal talento e dall’esperienza riconosciuti a livello internazionale, s’incontrano da anni nel Salento per dedicarsi alla ricerca sonora, sperimentare e collaborare alla creazione di musiche originali e nuove. Concerti ed eventi multimediali, seminari, masterclass tecniche e workshop per ragazzi, collaborazioni con artisti visivi e musicisti locali, laboratori del gusto e gite nel Salento, in un appuntamento che coniuga arte e vita, creazione e convivio, transiti e permanenza, cultura locale e spirito cosmopolita.
Fin dai primi istanti della conferenza stampa, tenutasi il 9 agosto presso l’Ammirato Culture House, sede e residenza degli artisti, si respira talento, dedizione, capacità, ingegno, passione, professionalità. E tanti sorrisi. “Lecce e il Salento possono ormai definirsi territori di esplorazione per le avanguardie artistiche del nuovo millennio“ – esordisce Alessandra Pomarico – “per tutto l’arco del festival abbiamo cercato in passato e cercheremo in questa edizione di portare la musica dove di solito non arriva, registreremo, metteremo insieme un archivio audiovisivo, si costruiranno opportunità di studio, lasceremo spazio alla scoperta e alla conoscenza profonda del territorio, attraverso una serie di eventi che permetteranno una fruizione totale della città di Lecce, visitando posti che davvero nemmeno i leccesi doc sono a conoscenza. Tutto questo è qualcosa di tremendamente giovane, nuovo, strabiliante. Sempre in continuo movimento, proponendo uno spettacolo di qualità differente, grazie ai moltissimi ospiti stranieri che hanno la possibilità di esporre il loro talento e conoscere i nostri artisti locali.”
Presente alla conferenza, e non poteva che essere così, anche David Cossin (percussionista di Sting, NY), direttore artistico dei progetti sul suono di Loop House e del programma di residenza sulla nuova musica Sound Res: “Settembre sarà testimone del centesimo anniversario della nascita di John Cage, una delle figure più straordinarie e innovative del panorama artistico internazionale. Compositore, scrittore, artista, poeta, fra i primi a introdurre il pensiero orientale nella pratica e nella riflessione artistica, ad aprire la struttura creativa alle operazioni del caso, ad allargare la percezione musicale introducendo idee rivoluzionarie su suono, forma, tempo, silenzio. John Cage è una figura di riferimento indiscussa dell’arte contemporanea. Affabulatore carismatico, esperto micologo e giocatore di scacchi, amico e collaboratore di artisti come Pollock, Duchamp, Cunningham, l’influenza di Cage si estende aldilà della musica ed è tuttora imprescindibile per chiunque si accosti al mondo della creazione e dell’estetica.” Nel centenario dalla sua nascita e a vent’anni dalla sua scomparsa, la 9° edizione del programma di Sound Res (10 – 27 Agosto 2012) si concentra sull’opera del compositore americano, attraverso un tributo che, per oltre due settimane, ha riflettuto sulla portata di Cage attraverso performance, concerti, happenings, una tavola rotonda e una mostra, tutti eventi gratuiti e accessibili al pubblico. Oltre a questo speciale omaggio, Sound Res ha mantenuto la propria natura di committente di nuove produzioni e catalizzatore di incontri musicali inediti sviluppati all’interno della residenza: un concerto dedicato alla presentazione di compositori contemporanei pugliesi e internazionali che in Cage hanno trovato ispirazione e fonte per la propria ricerca e visione; e un concerto in cui i musicisti della Sound Res House band si sono accostati ad alcuni musicisti tradizionali salentini, per una rivisitazione inedita del repertorio tradizionale e la creazione di nuovi brani. “La musica di John Cage mi ha influenzato moltissimo, – continua David Cossin – ha cambiato la mia prospettiva. Ho avuto l’onore di poterlo conoscere quando ero un giovane musicista. Creare qualcosa di fottutamente nuovo, questo era quello che ha sempre fatto Cage. E tutto ciò penso sia la base della musica: incontro di musicisti, di pensieri musicali e mentali innovativi.”
Vivere due settimane immersi in un ambiente così è alle volte quasi fiabesco. Il paesaggio di questo territorio, uno dei più belli d’Italia, invita artisti, giornalisti, e soprattutto il pubblico, a godere in pieno tutto il programma. PerfinoMauro Pagani è rimasto sorprendentemente entusiasta dell’organizzazione, composizione e rappresentazione del festival. Intercettato dietro le quinte della serata del 12 agosto 2012 @ Sogliano Cavour (LE): “Mi è mancato molto il Salento, essere qui di nuovo mi fa davvero un immenso piacere. In questi 2/3 anni ho trascorso la maggior parte del mio tempo a New York , dove ho avuto il piacere di conoscere dei musicisti che ritrovo qui stasera come ospiti. Taranta Res è una produzione originale curata da David Cossin e Luca Tarantino nata da un’inedita collaborazione tra la Fondazione La Notte della Taranta e Sound Res, che porta con sé il dovere ed il piacere di conservare materiale e ricordi che altrimenti andrebbero dispersi, la musica tradizionale salentina, coi suoi stornelli, le sue pizziche dai ritmi battenti di tamburi e tamburelli, le sue voci arcaiche e melodiose a rievocare un mondo rurale che (forse) non esiste più, contaminato con i linguaggi moderni, fusi insieme alla new music americana, densa di sonorità urbane contemponanee, ai ritmi del jazz, all’energia del rock, al repertorio pop e alle ipnotiche strutture del minimalismo. Da un lato si cerca di sperimentare, dall’altro invece di salvare e mantenere intatte antiche tradizioni.”
Questo il formidabile elenco degli artisti/musicisti/compositori nonché umili (fin troppo) e stupende persone che hanno partecipato a Sound Res 2012: Massimo Carrieri (TA), Roberto Chiga (LE), Vicky Chow (NY), David Cossin (NY), Andy Cotton (UK), Valerio Daniele (LE), Vito de Lorenzo (LE), Alessandra De Luca (LE), Bohdan Hilash (NY), Silvie Jensen (NY), Giuliano Lombardo, Modular Ensemble – I Percussionisti del Conservatorio di Cagliari, I Cantori dei Menamenamo’ (LE), Luigi Morleo e Kroupalon trio (BA), Talujon Percussion Quartet (NY), Mauro Pagani (MI-NY), Enza Pagliara (LE), Paola Prestini (NY), Gyan Riley (NY), Wendy Sutter (NY), Admir Shkurtaj (Albania-LE), Luca Tarantino (LE).
“I suoni se ne stanno nella musica per rendersi conto del silenzio che li separa.” (John Cage)