[im]possible living: la prima community globale che mappa i luoghi abbandonati

Luisa Lenzi

Spesso (e per niente volentieri) il Bel Paese primeggia in graduatorie che di certo non esaltano il nostro patrimonio territoriale. Una di queste classifiche riguarda l’enorme quantità di edifici e luoghi abbandonati. Si stima che siano circa 2 milioni solo in Italia. E purtroppo è un mal comune, mondiale. Ovunque possiamo trovare luoghi completamente abbandonati, con forse una storia importante alle spalle; edifici costruiti, mai finiti e mai utilizzati, che nel silenzio dell’indifferenza, stanno lì a morire. Ma se li ascolti bene, reclamano una vita nuova. Come fare per interrompere questo spreco? Da dove cominciare a fare il punto di questa triste situazione? Nel Gennaio 2011 tre giovani professionisti, che vivono a Milano, hanno creato [im]possible Living: un sito web dedicato agli edifici abbandonati di tutto il mondo che fornisce un concreto servizio a chiunque, su scala locale, intende sollevare un nuovo interesse nei confronti di certi luoghi e discuterne insieme; un vero aiuto a chi tenta di risolvere in maniera creativa il degrado ambientale che, pigramente tollerato, rende invivibili tali luoghi (potenziali risorse turistiche, commerciali, ricreative, etc. del territorio).

Rifugio in Via Salita Monte Baldo 14, Malcesine, Veneto (Italy) – by Stefano

L’idea nasce dal desiderio di rivalutare in modo sostenibile il patrimonio mondiale degli edifici abbandonati, in contrapposizione al costante consumo di territorio cui assistiamo nei vari paesi del mondo, dove continuamente si costruicono nuovi edifici che poi magari resteranno vuoti. La chiave per la soluzione del problema sta nel vedere i luoghi abbandonati come una risorsa da valorizzare e non come un problema da dimenticare, o peggio ancora, da nascondere. Il punto di partenza è stato proprio constatare che esistono moltissimi individui che si sono impegnati in progetti di questo tipo, mappando aree più o meno grandi, aggregando community e coinvolgendo anche enti pubblici e privati. Da qui la spinta decisiva, il primo passo per la costruzione del più grande database di edifici abbandonati al mondo (e proprio per questo il sito è stato realizzato in versione beta). Gli utenti del sito possono navigare tra gli edifici abbandonati mappati in giro per il mondo e visualizzare le relative schede nelle quali sono disponibili descrizioni e informazioni dettagliate (anno di costruzione e abbandono, metratura, numero di piani, etc.).

Woodpecker Disco in Milano Marittima, Ravenna (Italy) – by Elisa Spada

E’ disponibile anche un approccio più attivo per coloro che viaggiando e osservando il mondo circostante si trovano a immaginare “Potrebbe essere un bellissimo posto… peccato sia così abbandonato!”. Oggi, grazie ad [Im]possible Living, possiamo farlo notare a tutti: basta partecipare alla community e offrire il proprio contributo, mappando e inserendo descrizioni, foto e video di qualsiasi luogo/edificio lasciato a se stesso, lì a morire, che ci capita di vedere; oppure, se quel posto è già stato segnalato, lo si può votare e aggiungere del materiale informativo alla sua scheda. A breve sarà disponibile una mobile application (iPhone e Android) per segnalare all’istante un nuovo edificio abbandonato. Queste funzionalità sono il cuore del servizio, l’anima del progetto che ad oggi è ancora in fase di espansione e sviluppo: in futuro, gli utenti potranno contribuire anche in modalità wiki alla costruzione delle schede, aggregarsi in gruppi di lavoro e connettersi a network di professionisti. Per adesso il sito è solo in inglese, ma in futuro lo sarà anche in altre lingue.

Botta Baths & Caimi Swimming Pool in Via Carlo Botta 18, Milan (Italy) – by bibibri

Il percorso è lungo, complesso e articolato. E davvero ammirevole. Considerando anche il non trascurabile fatto che [Im]possible Living è completamente autofinanziato dai soci fondatori (ed è alla ricerca di un capitale necessario allo sviluppo). La visione di realizzare un punto di riferimento globale su questo tema, abbattendo molte barriere che ostacolano la realizzazione dei progetti di riqualificazione, è ambizioso ma possibile. Noi ci crediamo e come sempre terremo gli occhi aperti; spesso questi luoghi abbandonati sono più vicini di quello che si può pensare e meritano tutta la nostra attenzione, di viaggiatori o cittadini del mondo.

Ex-Slaughterhouse/Ex Macello, Imola (Italy) – by Daniela Galvani

Ecco le tre giovani menti (italiane!!!) che hanno dato vita al grandioso progetto:

Daniela Galvani è un architetto sensibile e affascinato dalle tematiche legate alla sostenibilità. Ha frequentato per un anno la Aarhus School of Architecture in Danimarca, scegliendo l’international department, concluso con un workshop in Ethiopia, e il furniture department, con la partecipazione al Salone del Mobile di Copenhagen. Ha lavorato per un mese in Islanda facendo uno studio sulle architetture locali, molte delle quali abbandonate, per conto del governo. Conclusa la laurea universitaria, con una tesi sul basso impatto ambientale, ha lavorato nel Reinberg Buro a Vienna, dedicandosi direttamente a progetti architettonici sostenibili, al centro dell’attività dello studio da oltre venti anni. Decide di fondare [im]possible living insieme ad Andrea, nella convinzione, maturata durante il proprio percorso professionale, che il recupero sistematico dell’abbandono sia la vera strada per costruire un mondo sostenibile.

Andrea Sesta è ingegnere informatico/gestionale innamorato da sempre di internet e affascinato dalle sue infinite potenzialità. Nel corso dell’università ha sviluppato una passione per l’architettura, e questa passione lo porta a proporre, insieme a due architetti, una tesi incentrata sullo sviluppo di nuovi modelli gestionali per l’ottimizzazione dell’utilizzo degli edifici. Ha maturato un’esperienza professionale nel mondo delle telecomunicazioni, lavorando come consulente in Vodafone per 3 anni, collaborando a progetti ad elevata complessità nell’area IT e, successivamente, in ambito marketing. Da Ottobre 2010 ha lasciato il lavoro dipendente per trasformare le sue passioni in un lavoro a tempo pieno e dare inizio all’avventura [im]possible living.

Roberta Barone è laureata in Discipline Economiche e Sociali all’università Bocconi di Milano. Dopo la laurea, ha lavorato come ricercatrice all’università Bicocca e come giornalista economica, e ha poi voluto sperimentare il mondo aziendale, lavorando dal 2008 come consulente per una multinazionale americana operante nel settore information provider per la finanza. Negli anni ha sviluppato la convinzione che sia necessario un approccio economicamente razionale ai temi sociali, e in particolare è rimasta colpita dall’esperienza olandese di riutilizzo degli edifici abbandonati, dove aziende for-profit creano valore per i proprietari, la comunità e le amministrazioni stabilendo relazioni di business. Da sempre sensibile al tema del diritto alla casa e affascinata dalle dinamiche del mercato immobiliare, è stata letteralmente folgorata dal mix di tecnologia, efficienza, attenzione al sociale e aspetto collaborativo di [im]possible living, e ha lasciato il suo lavoro nel dicembre 2011 per dedicarsi a tempo pieno al progetto.

Poggioreale Square, Trapani, Sicily (Italy) – by Barbara Sambri

Site: www.impossibleliving.com | Facebook: [im]possibleliving | Twitter: @impossibliving

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