
Fabio Mauri | Associazione Succede solo a Bologna
BOLOGNA Squilla una novità nelle vie medievali di Felsina. No, non sono gli echi sotto i portici dei costanti e sempre più frequenti lamenti “Bologna non è più la città di una volta” ma è qualcosa firmato 2.0: arriva il Dead Drop. Non sapete cos’è il dead drop? Molto semplice: si installa una chiavetta in qualche intercapedine (già presente e non creata!) dei muri cittadini, la si fissa con un po’ di cemento a presa rapida, si collega il pc attraverso porta o cavo USB, un bel giro di antivirus e con un upload/download si condivide tutto ciò che volete, info, canzoni, appunti universitari, e molto altro. Una specie di deposito anonimo.
Il tutto è nato dopo l’istallazione dell’artista tedesco Aram Bartholl a New York, nella quale una chiavetta veniva “murata viva” per le vie della Grande Mela. Da qui è nato un vero e proprio movimento underground, recepito e intercettato in Italia dalla FjProject: un’organizzazione fatta da ragazzi che creano, inventano o reinventano idee strambe, pseudo (o forse più psyco) artistiche di ogni tipo e che propongono sul web e nella realtà. Per questa novità hanno scelto Bologna come banco di prova. Come piccoli mattoni USB, le chiavette sono state posate in tre vie del centro ed è partito il tam tam nell’underground bolognese con ottimi risultati.
Da febbraio, Milano sarà la seconda città toccata dal Dead Drop e da marzo anche Roma. Poi chissà… L’invito è logico: ovunque voi siate, a Bologna, Torino o Caronno Pertusella, se avete voglia, prendete una chiavetta USB, ficcatela in un muro, fategli tre foto ed inviatele a dead.drop@hotmail.it. Se non siete ancora convinti trovate tutto sul sito www.deaddropita.wordpress.com e facebook: Dead Drops.