Una lumaca euskera

Giulia Dedionigi

Per riuscire nella superba impresa di percorrere 300 km al giorno alla scoperta della Biscaglia (Bizkaia in euskero, ovvero in lingua basca) e della Navarra (Nafarroa) ho chiesto aiuto a un nuovo amico. Si chiama Camper, ha più km di me all’attivo e, per questo, gode d’una specie di diritto d’anzianità. Dice di essere una lumaca, perché mi fa da casa, quando in realtà è più lento dei ciclisti che ci superano lungo le alture del Parco de la Gorbeia. Nonostante questo, però, mi tocca stare alle sue regole e infatti, com’era prevedibile, al km 150 stiamo già litigando. Io voglio andare a visitare il santuario di San Juan de Gaztelugatxe, una chiesetta che si raggiunge solo percorrendo una minuscola stradina. Ma siamo troppo grassi e lui, Camper, non ci passa. Arrabbiata, lo abbandono e vado via a piedi. Non è finita: verso sera io ho ancora voglia di marciare, lui è stanco e ha bisogno di caricare le batterie. Esco, di nuovo, sbattendo la porta. Mi ritrovo così al centro di una piazzola che sembra illuminata a giorno: intorno a noi solo una luna paonazza. Resto senza parole, mentre Camper sotto i copertoni ride di me.

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