di Elena M. Wagner
LUCCA Una mostra da vedere e respirare. Perchè viene proprio da avvicinarsi a queste figure umane e annusarle. Per sentirne meglio il profumo del legno, della resina. In una sala ce ne sono sette e sembra di essere in un bosco. Alcuni uomini e donne che Aron Demetz libera dalla corteccia degli alberi hanno la pelle di resina – marrone, verde, gialla, rossa – materia che in natura cura le ferite degli alberi. Altre sculture invece sono levigate, liscissime, e ricoperte con foglie d’argento o alluminio. Si tratta di opere che già conoscevamo, che avevamo visto anche alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia (2009). Ma questa mostra, ambientata nelle sale affrescate e nel romantico giardino della cinquecentesca Villa Bottini, raccoglie oltre 20 sculture, tra cui gli ultimi lavori di Demetz: sculture che meravigliano per la lavorazione e i dettagli in superficie, che viene voglia di toccare, accarezzare. Aron ha stavolta “disegnato” con il legno e, invece della resina medicante, ha usato il silicone per creare degli elementi micotici perfetti – funghi denominati Pholiota Denuntians, che in natura denunciano i sintomi di degrado e malessere degli arbusti – che escono dalla pelle di tre statue. Ecco come la figura umana, al centro dell’arte di Aron, è simbolicamente in bilico tra una forza vitale ed una distruttiva. La mostra si chiama infatti “Solide Fagilità” ed è metafora di una condizione umana delicata e vulnerabile.
Il discorso prosegue nel parco della Villa, dove tra le figure esposte vi sono alcune della serie “bruciata”. Sì, Aron scolpisce anche col fuoco. Una volta data forma al legno, lascia intervenire la natura per completare il lavoro. L’anatomia del corpo, consumata e annerita, è ancora intuibile e perciò impressionante.
Aron Demetz, classe 1972, è originario di Selva di Valgardena. Il legno è quindi parte naturale della sua biografia. Ma da un anno insegna all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Si è quindi avvicinato alla cultura secolare del famoso marmo toscano e del bronzo. E di questo incontro, la mostra ne è testimone. Tra le sculture lignee, sorpresa: compare infatti un busto in marmo (un uomo che si guarda letteralmente dentro, con la testa china che entra nel petto). Mentre fuori, in fondo al giardino, la gigante radice d’albero su cui si erge un uomo bruciato – al quale il fuoco pare aver strappato il cuore, visto il foro sul petto sinistro – è ingannevolmente di bronzo. Chissà quale prossima materia capiterà tra le mani di Aron. Noi intanto continuiamo a seguire il suo viaggio artistico.
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by Clicio Spinelli
P.S. La mostra principale è nella splendida cornice di Villa Bottini e del suo parco, ma al Lu.C.C.A Center for contemporary Arts si trova un’altra opera di Aron Demetz e l’Ex Cavallerizza Reale ne ospita una particolarmente grande.
SOLIDE FRAGILITÀ di Aron Demetz
12 agosto – 30 settembre
Villa Bottini in via Elisa, 9 – Lucca
Mart/Merc/Giov/Ven/Dom h 16 – 20
Sabato h 15 – 19
Lunedi chiuso
Leggi QUI l’intervista fatta da CCT ad Aron Demetz lo scorso anno (25 agosto 2010).