La città di Prato in un tour contemporaneo

PuntoCon
ARTFORMS @ Interno 8 | Via Genova, 17

Stories by the “Creative Curious Travellers 2016” about the city of Prato. Thanks to: Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci | Camera di Commercio di Prato | USE-IT Prato | LeCù | Fonderia Cultart | Biscottificio Antonio Mattei | Cibino Take Away | Gelateria Fior di Sole | Apothéke Cocktail Bar | Dolci Amari | Caffè Vergnano | Camaloon | The GIRA.



PRATO è un viaggio nell’arte contemporanea con undici fermate. Undici perché ad oggi sono undici gli spazi indipendenti (alcuni giovani, altri con una storia già importante) che nel 2016 – in occasione della riapertura del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci [vedi qui] – hanno deciso di unirsi in una rete chiamata .CON (PuntoCon) e poi di dar vita ad un nuovo Festival.

L’unione fa la forza e comunicare insieme un’identità (che raccoglie tante realtà) è molto più efficace e vantaggioso per tutti; la condivisione di idee, progetti, contatti, conoscenze, risorse e competenze significa accedere potenzialmente a infinite opportunità [ce lo insegna la “sharing economy” – qui un nostro articolo sulle “sharing cities” ovvero sulle città collaborative]; condividere la propria “nicchia” con tante altre significa espandersi, raggiungere altri pubblici. L’arte ha senso, utilità e valore maggiori se condivisa con più persone possibili; se si crede che arte, creatività e cultura abbiano un ruolo fondamentale nei processi di coesione sociale e sviluppo economico, la condivisione è l’unica strada da percorrere.

In un anno, questa rete del “contemporaneo condiviso” – dopo un primo calendario sperimentale di eventi “fuori Pecci” (ottobre 2016) – ha prodotto un vero e proprio Festival diffuso (in scena come prima edizione dal 1 ottobre al 12 novembre 2017). La sfida per il futuro sarà coinvolgere sempre di più il territorio, crescere come numero di spazi ma soprattutto come offerta di qualità, e attirare un pubblico anche da fuori. Lo scopo è portare nuove energie in una città che vuole guardare al futuro e quindi trasformare il voluminoso vuoto lasciato dal glorioso passato di un’industria tessile (entrata duramente in competizione con il mondo e poi in crisi come tutto il mondo) in spazi o meglio laboratori d’arte, creatività e innovazione. Qualche anno fa c’è stato un primo tentativo da parte di un’Associazione Culturale (Warehouse) di riunire sotto un unico nome e piattaforma web [Distretto // Parallelo] i vari spazi che a Prato da tempo producono attività culturali ma la gestione – troppo privata e poco condivisa dal basso – ha bloccato presto la buona idea. [Di questa iniziativa, ve ne avevamo parlato qui]

PuntoCon nasce invece da un’osservazione più lungimirante e con una strategia condivisa; il progetto, promosso dall’Assessore della Cultura del Comune di Prato, vuole evidenziare una realtà emergente e caratteristica del territorio, prendendo forse spunto anche dall’esperimento precedente ma coinvolgendo tutti in modo attivo. Unire i vari spazi come puntini sulla mappa della città ha reso ben visibile un disegno – un’identità – ma ovviamente non basta per fare rete. Da qui, l’idea di un unico calendario di eventi e di una comunicazione per tutti. Alcuni nodi di questa rete sono presenti e operativi da tempo, persino da decine di anni, ma di recente ne sono spuntati altri e probabilmente – vista la tendenza delle nostre città, non solo di Prato – ne spunteranno altri ancora; come tutte le cose, anche una rete ha bisogno di un nome per esistere ed essere riconosciuta dagli altri.

“Identità” è un concetto importante per una comunità e la città di Prato sta cercando di ricostruirsela: di recente si è pure data un brand, un logo ed uno slogan che sul nuovo sito web dice “Prato è arte, moda, creatività, cultura e innovazione”PuntoCon rientra in un quadro e progetto di sviluppo del territorio e la sua forza è questa: nasce dal basso, da una vocazione spontanea e sempre più diffusa, da una realtà autentica. 


UN TOUR CONTEMPORANEO

Ma torniamo al nostro tour organizzato per Teresa e Giancarlo, #CCTravellers2016 appassionati di arte contemporanea – ve lo facciamo raccontare direttamente da loro!

T&G: Abbiamo iniziato il nostro viaggio scoprendo la città gradualmente e partendo da fuori le mura che dal Medioevo abbracciano il centro storico; abbiamo incontrato prima di tutto le ciminiere, simbolo di un’architettura industriale, di un’importante storia manifatturiera, del distretto tessile pratese; alcune sono ancora fumanti, molte altre sono spente; noi abbiamo deciso di usarle come cannocchiali per osservare il presente.

Nella corte di via Genova 17, incontriamo Chiara Bettazzi, artista e fondatrice di Studio Corte 17, il primo spazio che ha trovato sede all’interno di questo ex complesso industriale appena fuori le mura: spazio che prende forma nel 2005 come studio privato e che nel corso degli anni si è aperto sempre di più alla città, accogliendo vari eventi legati all’arte e alla cultura contemporanea. Qui troviamo il suo atelier ma anche diverse scrivanie condivise e tavoli da lavoro, qui si fanno incontri e laboratori, qui si sta al computer o si dipinge; qui si annaffia le piante dell’orto urbano che, soprattutto in estate, caratterizza gli “eventi di corte”. Qui si studia il patrimonio di archeologia industriale presente in Toscana ed immagina come riqualificarlo: qui si progetta TAI – Tuscan Art Industry

Studio Corte 17_ph Chiara Bettazzi
Studio Corte 17 | Via Genova, 17/4

Qualche porta più in là, nello stesso contesto urbano conosciuto ormai come Corte Via Genova, salutiamo un’altra attivista dell’arte contemporanea. Pamela Gori ci invita nel salotto di Interno/8 per raccontarci di Artforms: l’associazione culturale è nata nel 2014 come culmine (e nuovo inizio) di un lavoro di ricerca e promozione delle arti, nelle sue più ampie forme, portato avanti dal 2009. In questo ex fabbricato industriale tessile, tutta l’arte contemporanea è di casa: pittura, scultura, musica, architettura, letteratura, fotografia, video arte, design, arti performative, danza, teatro e altro ancora perché non ci sono limiti alla creazione. Il programma – diretto da Pamela Gori insieme a Dominique Morellet e Rachel Morellet – prevede eventi di ogni tipo nell’ambito di progetti che collaborano con istituzioni e/o privati e che coinvolgono artisti e collezionisti anche internazionali. Ogni volta, lo spazio viene stravolto e diventa altro dialogando con le opere o performances che ospita. Finito l’evento, lo spazio torna ad essere un luogo di lavoro condiviso.

ARTFORMS @ Interno 8 | Via Genova, 17
Artforms @ Interno 8 | via Genova, 17/8

Altra nuova realtà che popola la Corte Via Genova è Sedici, un collettivo di fotografi (inizialmente sedici) nato nel 2016 e che l’anno seguente – dopo aver collaborato per diverso tempo all’organizzazione di mostre ed eventi “occupando” altri spazi della rete PuntoCon – ha inaugurato qui la sua sede. Sedici promuove attività sulla cultura dell’immagine – attraverso talk, workshop ed esposizioni – con proposte di respiro internazionale come il format Slideluck.

Associazione SEDICI
Sedici | via Genova, 17/5

Prato è una città multietnica e ne abbiamo avuto subito prova. A poche vie dalla “Corte” ci ritroviamo catapultati in un altro quartiere-continente, vicino e lontano allo stesso tempo: Macrolotto 0, quartiere conosciuto anche come la China Town pratese. L’incontro tra l’immigrazione cinese e la toscana manifatturiera si è concentrato qui dove insegne e odori, volti e voci, ci portano dall’altra parte del mondo. Tra queste vie scorre la vita pulsante di una comunità incredibilmente dinamica ma ancora troppo chiusa in se stessa, al centro di profondi dibattiti sull’integrazione che da anni si affrontano in questa città.

Proprio nel cuore del quartiere, in via Pistoiese, visitiamo [chì-na]. Questo ex spazio industriale è stato ristrutturato nel 2014 da un gruppo di giovani architetti e storici dell’arte (Cosimo Balestri, Emanuele Barili, Luca Ficini, Alberto e Guido Gramigni) per dar vita ad un luogo di scambio e confronto tra diverse culture e discipline: architettura, design, arte, cibo, botanica, cinema diventano un’occasione d’incontro in un quartiere dove in effetti è difficile incontrarsi. Tra i loro progetti, in collaborazione con Dryphoto (altro spazio di cui vi parliamo subito dopo), la creazione di Piazza dell’Immaginario: una piazza caratterizzata da un pavimento “patternizzato”, giganti fotografie d’autore sui muri e tronchi d’albero come panchine per fermarsi, uno spazio pubblico per un quartiere che non aveva una piazza. [In questo articolo, trovate un approfondimento]. L’associazione culturale [chì-na] – nome che rimanda all’inchiostro e al quartiere – porta avanti anche un’interessante ricerca su Macrolotto 0 che trovate sul sito [www.macrolotto0.it].

chì-na | via Pistoiese, 138
chì-na | via Pistoiese, 138

Da qui camminiamo verso Dryphoto per incontrare Vittoria Ciolini. La direttrice di questo spazio ha tantissime storie da raccontare perché la loro attività per la promozione dell’arte contemporanea è iniziata nel 1977. All’epoca, un nucleo di artisti e operatori culturali s’incontrava per confrontarsi sulle peculiarità del linguaggio fotografico, creare progetti sperimentali e organizzare mostre “invadendo” anche luoghi non comuni per l’arte ma comuni per le persone. Nel 1981 fu inaugurata la prima sede in via Pugliesi 23, nel centro storico della città, con due mostre intitolate Topographie, Iconographie e Still-life di Luigi Ghirri.

Da sempre, Dryphoto cerca una relazione con il territorio che abita e lavora tenendo conto del qui ed ora. Nel 2011 si trasferisce nell’attuale sede in via delle Segherie 33/a e inizia a prendersi cura del suo nuovo quartiere – Macrolotto 0 – partendo con un intervento site specific di Andrea Abati (2012/2013) che trasforma uno spazio residuale, abbandonato dietro la sede, in un giardino aperto a tutti, Giardino Melampo: destinato ad un uso comune, diventa contenitore di eventi programmati da Dryphoto ma anche luogo di momenti conviviali organizzati dal vicinato; una mescolanza di piante (bambù, bosso, camelia, rosa, erba cipollina, lavanda, ortensia, kumquat, ramerino, salvia, papiro, prunus) rappresenta la varietà sociale che connota il quartiere. Poi l’idea di creare una piazza, Piazza dell’Immaginario, perché qui una piazza mancava (come vi abbiamo raccontato sopra). Dopo quarant’anni, uno sguardo sempre nuovo.

Dryphoto | via delle Segherie, 33a
Dryphoto | via delle Segherie, 33a

Torniamo indietro, riallontanandoci un po’ dal centro storico (che non abbiamo ancora visto), ma non dobbiamo fare molta strada per visitare anche Lottozero: spazio di ricerca per l’arte, il design e la cultura tessile, nato dalla creatività delle sorelle Tessa e Arianna Moroder. Inaugurato a Ottobre 2016 con un evento esplosivo finito al mattino (mostra collettiva, performance e silent concert con brownies al risveglio) non si ferma un attimo e continua a sorprendere la città ospitando artisti internazionali e format innovativi, incluso residenze. Se vi hanno detto che il loro spazio è stato “occupato” significa che potete suonare al campanello 24 ore su 24. Vi aprirà la porta un artista francese, o di qualche altra parte del mondo, che unisce l’immaginazione all’universo del tessuto. Siamo a Prato e – come racconta bene il Museo del Tessuto – l’innovazione è da sempre il motore della tradizione. 

Lottozero |
Lottozero | via Arno, 10

Spostandoci finalmente verso il centro storico di Prato, troviamo LATO: studio di architettura e spazio espositivo fondato da Luca Gambacorti nel 2006 con il recupero di un ex fabbricato industriale all’interno della cerchia muraria della città, in Piazza San Marco, a pochi metri dalla “Forma squadrata con taglio” di Henry Moore. Lo spazio, strutturato elegantemente su più livelli, ospita mostre ed eventi spesso in collaborazione con altre realtà locali e internazionali.

LATO |
LATO | piazza San Marco, 13

LATO non finisce qui ma continua il suo lavoro espositivo nello spazio MOO, più giovane (nato nel 2013) e più piccolo, pensato come luogo d’incontro tra arte e design, in una via ad un passo da Piazza Duomo. Questa scatola bianca e vuota è ideale per accogliere opere invadenti e pervadenti, visibili al passante anche quando lo spazio è chiuso, attraverso la porta-vetrina.

MOO |
MOO | via San Giorgio, 9/a

Attraversiamo il centro storico e raggiungiamo la Biblioteca Lazzerini, con sede (insieme al Museo del Tessuto) nell’ex opificio tessile Campolmi (importante e bellissimo esempio di archeologia industriale riqualificata). A due passi da questa, in via Santa Chiara, entriamo in una piccolissima corte e bussiamo allo spazioK – base operativa della compagnia Kinkaleri: un collettivo artistico – nato nel 1995 da sei persone e formato attualmente da Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco – che opera fra sperimentazione teatrale, ricerca sul movimento, installazioni visive, materiali sonori e performance. Dal 2011, la compagnia sviluppa il progetto is it my world? – “…un minuscolo riferimento fisico nel corpo della città…” – ospitando artisti da tutto il mondo che si occupano di performance e danza; spazioK è infatti anche centro di residenza regionale. All’ingresso siamo accolti da Gina e veniamo subito proiettati in una delle loro attività svolte con le scuole. Qui corpo e voce sono uno strumento artistico per tutti, un mezzo potente di espressione, in grado di amplificare il dialogo con gli altri e con se stessi.

Gina ci racconta delle performance ed esperienze in tour dei Kinkaleri, a giro per l’Italia e all’estero… ma arriva l’ora dei saluti, abbiamo ancora altri due spazi da visitare!

SpazioK |
SpazioK | via Santa Chiara, 38/2

A questo punto attraversiamo le belle mura medievali e lasciamo il centro storico per dirigerci verso un ex laboratorio tessile in via Marsala, dove – dalla collaborazione degli artisti Franco Menicagli, Raffaele Di Vaia e Stefano Tondo – nel 2005 è nato studioMDT. I tre, ci spiega Franco Menicagli, oltre a condividere lo spazio di lavoro per la propria produzione artistica, vivono da sempre questa sede come luogo di scambio e confronto per eventi di cultura contemporanea. E da sempre collaborano con altri spazi e artisti.

studioMDT | via Marsala, 18
studioMDT | via Marsala, 18

Infine, incontriamo Stefania Rinaldi, fondatrice di CUT – Circuito Urbano Temporaneo (e portavoce di PuntoCon). Per la sua associazione culturale, ha scelto come spazio un’oasi verde nel bel mezzo della città, in via Arcangeli, a due passi dal centro. Qui ha dato vita ad un dinamico orto-giardino urbano in cui si svolgono attività, laboratori ed incontri, che hanno l’obiettivo di sensibilizzare e avvicinare all’Arte, alla Natura e alla Storia dei luoghi, attraverso gli strumenti della didattica e della partecipazione diretta, promuovendo percorsi di formazione e inclusione sociale. Tra le mille idee coltivate da CUT, una si chiama Spazi InVasi ed è un progetto con il quale l’associazione esporta orti-giardini condivisi in altri luoghi della città, coinvolgendo sempre la comunità che abita attorno; un esempio rigoglioso lo abbiamo visto in Corte Via Genova. Vi ricordate? E così, con il rispetto e la passione per il proprio territorio, che è prima di tutto terra, chiudiamo il nostro tour contemporaneo a Prato.

CUT - Circuito Urbano Temporaneo |
CUT – Circuito Urbano Temporaneo | via Arcangeli, 26

Si uniranno altri spazi alla rete PuntoCon? Come cambierà la geometria di questa mappatura nel corso degli anni? Quale l’evoluzione del progetto? In che modo sarà sostenibile? E cosa porterà alla città? Prato è un laboratorio urbano in cui si sperimenta a condividere e a convivere. L’arte contemporanea è una materia viva, dinamica e multiforme. È uno strumento per comprendere il presente e immaginare il futuro. È un’occasione per riflettere, incontrarsi e confrontarsi. Nel nostro viaggio abbiamo attraversato diverse storie, discipline e culture, ma inseguito sempre un’unica direzione: a tratti più evidente, a tratti più nascosta, è stata comunque e ovunque la strada della collaborazione e della condivisione a farci vedere questa città-mondo. A condurci fino a qui. 

[Qui un articolo su Prato e la “sharing culture”]


PuntoCon Prato

.CON (PuntoCon) in breve

In occasione della riapertura del Centro Pecci (Ottobre 2016), questi luoghi della contemporaneità in cui da più o meno anni si condivide arte e creatività – luoghi gestiti da organizzazioni culturali indipendenti – hanno deciso di darsi un nome e un’identità comune. Così è nato .CON | CONTEMPORANEO CONDIVISO: un progetto di rete tra spazi no-profit per il Contemporaneo che ha lo scopo di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, in una logica di sviluppo coordinato del territorio, capace di generare nuovi incontri e scambi con i cittadini e nuovi percorsi turistici; la rete è stata promossa e sostenuta dall’Assessore alla Cultura del Comune di Prato (Simone Mangani) ma i suoi nodi c’erano già. Vero però che le cose iniziano ad esistere solo quando decidi di dar loro un nome, di esserne consapevole, distinguerle e riconoscerle. Ed ecco qua “PuntoCon“, una rete di spazi indipendenti dedicati all’arte contemporanea, oggi anche un Festival.

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