Islanda: Akureyri + Godafoss

Michele Moricci

AKUREYRI, ISLANDA | GIORNO #7 Il sole filtra dalla nostra finestra di Vallakot Guest-House. Ad attenderci una ricca colazione continentale accompagnata da deliziosissimi Waffle appena sfornati. Prendiamo latte, caffè e succo di arancia. Mangiamo più del dovuto ma non potevamo davvero perdere l’occasione.

Oggi arriveremo finalmente in una città abitata o almeno più abitata, Akureyri. Giovanni sogna fin da piccolo di visitarla e nei suoi giochi di bambino fingeva addirittura di provenire da questo paesino affacciato su un fiordo. Viaggiamo un paio d’ore e lungo tutto il percorso, anche oggi, vediamo una miriade di Cavalli. Il tipico puledro Islandese – di origine Norvegese (è un po’ più grassoccio dei nostri e ha un ciuffo sbarazzino), passano gran parte del tempo mangiando e osservando le poche macchine che sfrecciano lungo l’unica strada battuta. I grandi recinti sono così estesi che alle volte i cavalli sembrano totalmente liberi e infondo è come se lo fossero. La cosa più divertente è che spesso se li si osserva da vicino rimangono immobili come pietrificati.

Prima di arrivare a destinazione ci fermeremo in due mete obbligatorie per chi arriva fino a Nord. La prima tappa è quella delle tipiche casette d’erba di Grenjadastadur. Approdando in questo luogo si fa un vero salto nel passato, dato che si tratta di un vecchio insediamento locale con casette dal tetto erboso. Davanti a queste case trasformate in piccoli musei – che ritraggono la vita di un tempo – sorge una chiesa bianca con il tetto grigio. Al suo interno tutto dev’essere rimasto intatto com’era durante l’ultima funzione, non troppi anni fa. La seconda tappa è la cascata Godafoss, Cascata degli Dei. Il nome nasce da una delle numerose leggende che la riguardano. Secondo il folklore locale le tre cascate dalla quale è composta – e che compiono un salto di 12 metri – ricordano molto tre divinità leggendarie: Odino, Thor e Freyr. Ci spingiamo fino alla roccia più esposta per osservare l’acqua turchese che scorre sotto di noi. Ancora una volta il paesaggio norreno appare indiscutibilmente perfetto.

Percorsi circa 50 km, vediamo in lontananza un piccolo agglomerato di case che si affaccia sull’Eyjafjordur. Davanti a noi finalmente Akureyri. Dopo tanti giorni, l’idea di vedere un paese abitato da esseri umani oltre che da una rigogliosa natura sembra essenziale per riequilibrare la mente.Akureyri è considerata la “Perla del nord”, piccola e indaffarata rappresenta la quarta città più grande d’Islanda con circa 18.000 abitanti e un’università. Girarla in lungo e in largo è facile e basta poco.

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Il centro città è una via sulla quale si susseguono vecchie case dai colori sgargianti interrotte da piccoli negozi di souvenir dall’aria attempata. A pochi passi dal centro sorge la bellissima Akureyri Kjirka, minimale e moderna svetta in due navate laterali che ricordano le cascate di basalto. La lunga scalinata che ci consente di raggiungere i piedi della chiesa offre anche un’interessante vista sulla baia. Sul porto navi e barchette attendono, dondolando lentamente a tempo col vento. Curiosi di vedere di più ci spingiamo nel quartiere residenziale per scoprire la quotidianità. Nessuno sembra entusiasta di vederci girellare per la strada. Si limitano a convivere con il turista che porta soldi (più o meno). Sono molte le case che ci rapiscono per i colori sgargianti o per quell’incredibile aspetto rassomigliante all’America rurale.  E mentre la vita trascorre tranquilla in una bellissima giornata di sole, noi (come molti altri turisti) – non trovando alternative economiche ad una pizza quattro formaggi da 26€, mangiamo i nostri toast in riva al fiordo. Poco dopo però ci concediamo un caffè americano da Te&Kaffi, l’equivalente Islandese di Starbucks, e ce lo godiamo sulla strada principale mentre il via vai del sabato pomeriggio rende l’atmosfera un po’ frizzante.

Più tardi ci dirigiamo al Botanique Garden per continuare a beneficiare del fresco calore della giornata soleggiata. In questo elegante giardino, situato nella zona residenziale dei ricchi, sono raccolte tantissime specie di fiori e piante. La gente passeggia, si rilassa sull’erba e fa merenda nella caffetteria. Ci sediamo e ci godiamo tutto il relax di questa fresca estate Islandese.

Il sole inizia la sua consueta discesa serale, l’aria si raffresca e la vita della città inizia a rallentare progressivamente. Noi saliamo in macchina per raggiungere il nostro appartamento prenotato su AirBnB, un super appartamento moderno sulle montagne con una vista mozzafiato su Akureyri. E così appena arrivati ne rimaniamo rapiti. E’ davvero bello come nelle foto, e la vista vale la pena di essere osservata. Disfatti i bagagli decidiamo di sederci a guardare la città e l’imbrunire. L’Ipad suona musica Jazz, le luci si accendono progressivamente nelle casette di là dal fiordo e la flebile luna fa capolino nel cielo mai abbastanza scuro.

 
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GIORNO #8 Il giorno seguente non c’è motivo di correre e di fare in fretta. Akureyri è minuscola e nonostante sia il week-end la vita scorre piuttosto tranquillamente. Prepariamo la colazione in appartamento e ci godiamo la vista.

Il sole caldo in cielo, ci da il giusto sprint per partire per una breve visita a Gasir, un piccolo centro disabitato a pochi km dal centro, in cui nei secoli scorsi approdarono i viaggiatori per fare lo scambio di merci. Arrivati constatiamo che ci sono le pecore libere, una natura incontaminata e semplici legni utilizzati nella periodica festa locale che fa rivivere il mito del mercato di un tempo.

Tornati in città visitiamo il piccolo Akureyri Art Museum dove sono in mostra opere di artisti locali. Arrivati nella via principale  dato che è domenica, cogliamo l’occasione del brunch per un pranzo a buon prezzo da Backpackers. Akureyri è incredibilmente piccola e offre sicuramente una buona occasione per rilassarsi dopo i lunghi giorni passati a scalare montagne, a percorrere distanze lunghissime e far la vita da esploratori ma un intero giorno può bastare per gustare la cittadina in tutta la sua peculiarità.

Sulla strada passano poche auto, il sole batte insistente sulle vie quasi deserte e i semafori, con il segnale rosso a forma di cuore, sono la cosa più divertente. Prima che la temperatura diminuisca torniamo al giardino botanico per rilassarci sul prato e organizzare gli ultimi giorni del nostro viaggio che terminerà a Reykjavik.

Il viaggio continua…


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