Palazzo Vecchio: stanze nascoste e passaggi segreti

Cecilia Parisi Arte & Cultura in Toscana
* photo: Elena Mazzoni Wagner

FIRENZE Chi non ha mai provato ad immaginare cosa si nasconde dietro una porta chiusa, sorvegliata o proibita? Di colpo si scatena la fantasia e si sa, più qualcosa è vietato più forte è la curiosità…

Ecco che un luogo così affascinante e denso di storia come Palazzo Vecchio, può davvero trasformarsi in una miniera di segreti svelati solo a metà: dalle sue stanze ai passaggi segreti, dalle piccole porticine ai misteriosi simboli e motti dipinti sulle pareti, c’è molto più da scoprire di quel che appare.

Palazzo Vecchio Corte - Firenze - CCTLa Corte di Palazzo Vecchio

Sapete, infatti, che ci è permesso visitare solo una parte di tutto quel che ci sarebbe da vedere? Si chiamano “percorsi segreti”, brevi itinerari guidati che conducono alle stanze private (e oggi solitamente inaccessibili) di colui che fu il più stimolante mecenate del Granducato di Toscana. Cosimo I de’ Medici pensò bene, nella metà del XVI secolo, di scegliere il Palazzo da sempre – sede storica del governo fiorentino e nato in epoca medievale come residenza dei Priori delle Arti e del Gonfaloniere di Giustizia – per trasformarlo nella reggia medicea di cui ancora oggi ammiriamo i fastosi decori.

Al di là delle tanto celebrate pareti affrescate nel Salone dei Cinquecento, si nascondono i luoghi privati dove il Granduca Cosimo I e poi suo figlio Francesco I amavano ritirarsi in privato. Lontano dalle responsabilità e dai doveri pubblici, Francesco I chiese al Vasari (già architetto prediletto nonché grande amico del padre Cosimo) di realizzare per lui uno “studiolo”, dove potesse rifugiarsi e dedicarsi alla sua grande passione: l’Alchimia. Fu così che il granduca-alchimista studiò in prima persona, con l’aiuto del Vasari e dell’intellettuale Borghini, la decorazione di quello studiolo, che a lume di candela rivelava (e ancora oggi rivela) tutta la preziosità di uno scrigno, inaccessibile e custode di “cose rare et preziose”. Collegato alla camera del padre Cosimo, lo Studiolo di Francesco I conservava infatti oggetti preziosi e di rara bellezza, provenienti da ogni parte del mondo e legati ad ogni tipo di Scienza o Superstizione.

Quindi, una volta all’interno, si scopre l’ingegnosa combinazione di quadri e soggetti mitologici che a loro volta nascondono armadi o altri passaggi segreti; come quello che conduce allo Studiolo (decisamente più piccolo) del padre Cosimo I, oppure quello invece concepito come astuta via di fuga diretta dal Palazzo. Forse il più noto tra tutti è il Corridoio Vasariano che congiunge Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti passando attraverso la Galleria degli Uffizi e sorvolando Ponte Vecchio.

Si potrebbe continuare oltre, facendo lavorare la fantasia (o semplicemente facendo parlare i tanti documenti!); ce ne sarebbero di porte chiuse da aprire in Palazzo Vecchio… a voi la scelta: fermarsi o continuare a curiosare?

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Palazzo Vecchio – o Palazzo della Signoria – è il simbolo del potere civile della città di Firenze. Eretto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia, il supremo organo di governo della città, nel corso del tempo è stato oggetto di numerosi interventi di ampliamento e trasformazione. Il suo aspetto attuale si deve in massima parte alle grandiose opere di ristrutturazione e decorazione degli interni che vi furono eseguite nei decenni centrali del XVI secolo, per adeguarlo alla nuova funzione di reggia ducale alla quale Cosimo I de’ Medici lo aveva destinato. Dopo il trasferimento della corte medicea a Palazzo Pitti continuò a ospitare la Guardaroba e vari uffici governativi, finché nel 1871 divenne la sede del Comune di Firenze.

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