Save The WILDlife. Incidenti nel safari digitale

di Eleonora Monzali

Oggigiorno uno dei metodi più diffusi per ascoltare musica è ottenerla tramite il filesharing, in barba alle leggi antipirateria. L’unico problema è che ogni tanto ti capita di sentire qualcosa che non ti aspetti: pezzi con solo ritornello, il fastidiosissimo ordine sparso delle tracce e, peggio ancora, quando in un album tutte le canzoni o quasi sono di un artista diverso.

Ad un amico, F., neofita degli Arcade Fire, è capitato di imbattersi nell’ultimo di questi inconvenienti. Sollecitato all’ascolto del gruppo canadese, scarica da uno dei più comuni siti di download l’album “The Suburbs”, ultimo lavoro della band e meritatissimo successo alt rock 2010. Affrontando l’ascolto con una preparazione scarsa e quasi unicamente basata sulle hit, rimane comunque gradevolmente compiaciuto, tanto da comprare il biglietto per uno dei concerti del tour. Passano sei mesi e F. si prepara al ripasso finale prima del concertone sul quale ha investito ben 46 euro; la preparazione avviene, come di consuetudine, tra amici, elencando i pezzi preferiti  e cercando di imparare i testi a modo di “sabato del villaggio” (o almeno i ritornelli). Prima traccia: “The Suburbs”, bell’inizio davvero, folgorante, deciso; seconda traccia: “Ready to Start”, incedere contagioso, bene… questa si riesce anche a cantare, almeno il ritornello; terza traccia: “Modern Man”.

Io: Che è ‘sta roba? Rimetti gli Arcade.

F.: Sono gli Arcade!

Io: No!!

F.: Sarà un altro loro album.

Io: Seh, gli garberebbe a questi.

Così fino all’ultima. Inutile descrivere la perplessità e lo sconforto, ancor più se la musica non ha minimamente la parvenza di essere attribuibile a qualcuno. Per fortuna il concerto va benissimo e F. rimane molto colpito dal gruppo, anche se si sente come se fosse appena uscito da una sorta di  appuntamento al buio. Qui la domanda è spontanea: ma allora chi sono i cugini alla lontana degli Arcade Fire?

Dopo incessanti tentativi di ricerca su più piste – su Google del tipo ‘blahblahmeyouprrr… lyric’ e su YouTube di svariati video di gruppi indie del c***o, la Carrà, etc. – io e F. siamo riusciti a scoprire il nome degli artefici di questo scherzetto o almeno quelli che c’hanno messo la faccia. L’ultimo tentativo prima della resa è stato fatto su Midomi, sito che fornisce un sistema per il riconoscimento musicale, a quanto pare aggiornatissimo, tipo Shazam. Il programma non dava risultati per nessuna delle canzoni selezionate tranne che per la numero 8: “Wildlife – Move to the city” alias Half Light II. Siamo subito andati a cercare il Myspace di questo gruppo dal nome così naturalgeografico. Pensavamo di trovarci davanti ad adolescenti che registrano in cantina e montano su garage band ma ci sbagliavamo. Gli Wildlife ci hanno colti di sorpresa. Anche loro canadesi, precisamente di Ontario, questi giovini dal myspace curatissimo non sono più tanto giovani e a quanto pare hanno già un album alle spalle (uscito il 1° gennaio 2010), custodia ovviamente di carta, probabilmente preimmersa nel tè, raffigurante in copertina una tipica spiaggia locale. Loro stessi si definiscono sul profilo virtuale “cinque energici, avventurosi e vivaci barbari” (consiglio la lettura integrale del testo).

Gli Wildlife sono promettenti ma purtroppo su youtube raggiungono i minimi storici con picchi di 1000 visualizzazioni per i singoli e 170 per i live (meglio sul myspace); sarà che l’autobiografico testo “move to the city and move back home / move to another city” gli abbia portato un po’ di sfortuna? Chissà. Per ora F. ed io abbiamo deciso di fargli pubblicità, un po’ perché sentendosi corteggiati potrebbero evitare che si ripeta la sostituzione a tradimento di file Mp3, un po’ perché in fin dei conti non sono poi così male. Quindi, per non relegare i nostri amici alla stregua dei video sui gattini, invito a provare l’ascolto; vi ricordo che qualcuno ha speso 50 euro per sentirli.

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