La città che soffre di insonnia

Giulia Dedionigi

Una mano in alto per chiamare il taxi. Un piede su e un piede giù dalla metropolitana. Destro, sinistro, destro lungo i marciapiedi. I passi ormai si conoscono a memoria: è il ballo di Manhattan. Quando le note della città ti obbligano a muoverti a questo ritmo, stress, insonnia e incubi notturni sono in agguato. Ho cercato una soluzione, ma tisane e rimedi della nonna non funzionano più. Non mi do pace e continuo a seguire il sound della Grande Mela anche in piena notte. Un’amica mi consiglia un’applicazione del cellulare: promette di regalare sonni tranquilli con melodie per meditare, fare yoga o entrare in trans. Onde del mare e gabbiani, penso. La scarico e tra i 95 possibili suoni trovo solo rumori. Clacson, traffico, voci e urla. Chiudo gli occhi. Sono proprio nel centro del mondo, sono a Times Square. Mi siedo sulla sua gradinata rossa come fossi al cinema: mi passano davanti biciclette, poliziotti a cavallo, turisti, ragazzi in skateboard. Li conto come le pecore, quando ero bambina. E dormo, finalmente dormo.

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