The wind of change

Giulia Dedionigi

Photo by CHARLES C. EBBETS – “Iron” (or construction) workers eating lunch on a crossbeam (800 feet above ground), at the building site of the RCA Building (GE Building) in Rockefeller Center – Manhattan – New York – 1932

La modalità “lavoro a New York City” – salire su due, quattro ruote, o nella più lenta delle ipotesi sui mezzi pubblici, accomodarsi nel traffico, incamminarsi verso un edificio alto trenta piani, entrarci, e ripetere la stessa operazione al contrario dopo 8 ore – incide pesantemente sulla creatività di un cervello in fuga. In questa città ancora paralizzata dall’inverno soffia, però, un forte wind of change.

È nato il New-Worker, un nuovo prototipo di newyorkese lavoratore. C’è quello che ha ridisegnato la propria scrivania sul divano di casa o in un coffee shop come Starbucks. Ora, sul Cv, oltre a stakanovista deve aggiungere anche agorafobico e caffeinomane. C’è poi quello che si è fatto convincere a entrare in una casa con altri impiegati-disperati. Perchè è COol, dice, è CO-working. Infine c’è quello che progetta di organizzare meeting e riunioni occupando i parchi o attaccando i grafici delle riunioni sui finestrini del metrò. Con la primavera le file indiane che ogni mattina riempiono i sidewalks di Manhattan potrebbero diventare solo un ricordo.

MORE PHOTOS:
American photographer Charles C. Ebbets
www.ebbetsphoto-graphics.com

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