Il tricolore nel tempio del basket

Giulia Dedionigi

Baseball, football, hockey su ghiaccio. Nessuna di queste passioni riesce ad eguagliare la febbre da NBA. Il basket, qui, ha il suo tempio: il Madison Square Garden. All’ingresso le fotografie dei più grandi match ti accompagnano a sedere. Gli shop vendono la manona gigante e porzioni di hot dog e patatine fritte: d’obbligo se si vuole assaporare fino in fondo l’atmosfera. Sono in piccionaia, dove regna un tifo degno del campo in cui ci troviamo. L’obiettivo è incitare la propria squadra e disturbare gli avversari.
Neppure durante il timeout ci si riposa: si balla sulle note dei jingle per essere inquadrati dai monitor. Si alternano cheerleader, circensi e ovviamente gli eroi della serata: i giganti di New York City. In platea, scopro, anche il pubblico femminile soffre e urla per la squadra. “He’s so cute!” dice una ragazza rivolta all’8 dei Knicks. È italiano, rispondo. Go Gallinari go, tutto lo stadio trema mentre lui è alle prese coi tiri liberi. E anch’io, questa volta, sento salire la febbre da NBA.

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